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Competizione e selezione

di Guido Dalla Casa - 06/09/2021

Competizione e selezione

Fonte: Arianna editrice

  Da un anno e mezzo ci troviamo in una condizione di forti limitazioni di ogni vero contatto umano. Conferenze, scambi di idee, svaghi, incontri personali, e altro, sono fortemente limitati a causa di un virus misteriosamente sfuggito da un laboratorio nella città cinese di Wuhan. Tutte le piccole attività ne sono state fortemente danneggiate. Le fabbriche della grande industria se ne sono fregate allegramente e sono andate avanti come prima, in pratica senza limitazioni.

  Per mesi non abbiamo fatto che sentire notizie di ben due Olimpiadi, campionati di calcio italiani ed europei, gare di sci a Cortina, e simili. Purché ci sia di mezzo la competizione: non possiamo più vivere senza sapere chi è “il più bravo”, senza festeggiare perché hanno vinto “i nostri”? Alla faccia del virus abbiamo visto le massime autorità dello Stato accogliere e glorificare gli “eroi”, i “vincenti”. Anche la sacra competizione economica, quella che tiene in vita il sistema, cioè la civiltà industriale, deve “ripartire”, anzi, non si è mai fermata, se non per un tempo brevissimo.

  Cari “oppositori del sistema”, volete la pace e la serenità, ve la prendete con chi fabbrica armi, e tollerate la competizione? Ma davvero credete di ottenere qualche risultato limitandovi a questo? Fatica inutile, non otterrete mai nulla. Ve la prendete con chi guadagna cifre da capogiro fabbricando vaccini, e tollerate le altre multinazionali “in competizione economica” fra loro? Qualunque cosa producano. Il male è nell’accettare i concetti stessi di “produzione” e di “competizione”, come quelli di “risorse” e di “rifiuti”. Credete di fermare i cambiamenti climatici mantenendo le premesse della civiltà industriale? Potete risparmiare il fiato e le energie, anche se qualche volta  riuscite almeno ad attirare l’attenzione: ben pochi vi danno retta, perché perderebbero la sedia. Il metodo industriale deve cessare in toto, o non otterremo niente: la distruzione della Natura continuerà come prima. Fino alla rivolta del Sistema più grande, il Grande Inconscio, l’Ecosfera, la Terra.

  Dobbiamo cambiare pure il linguaggio: anche i cosiddetti “ambientalisti” continuano a parlare di “vincere o perdere battaglie” per salvare la Natura. Il termine sfida è presente in ogni campo: anche andare a camminare nel bosco è diventata una sfida.

  Per non parlare del termine conquista che viene regolarmente usato anche dove non ce n’è alcun bisogno. Non possiamo neanche salire una montagna per goderci la natura di una quota più alta senza sentirci dire che vogliamo conquistarla! Chi vuole portare avanti un’idea dice che “combatte per un’idea”. Sempre combattere, vincere, perdere, lottare. Altro che cercare il dialogo e la pace! Tutto questo è un sintomo evidente di quanto valore abbia la serenità mentale nel nostro mondo.

  Anche la prima formulazione in termini occidentali dell’evoluzione biologica è stata di fatto attribuita a Darwin (L’Origine delle Specie è del 1859) e non a Lamarck (la Philosophie zoologique è del 1809), solo perché Darwin ha esaltato competizione e selezione nel mondo biologico. E da lì sarebbe venuto “il progresso”!? Ma solo quello “vero”, quello dell’Occidente perchè gli altri sarebbero solo popoli sottosviluppati, che forse un giorno potranno uguagliare, se “guidati” bene, il prestigioso “uomo bianco”.    

  Cari “oppositori”, dovete andare molto più a fondo, molto più alla radice dei guai del Pianeta, se volete favorire la sua opera di guarigione.