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Di nuovo dittatura

di Nestor Halak - 23/11/2021

Di nuovo dittatura

Fonte: Comedonchisciotte

Oramai non ci sono più ragionevoli dubbi: l’intervallo è finito, l’Italia, dopo quasi settanta anni è di nuovo sotto dittatura. Dobbiamo farcene una ragione ed agire di conseguenza.
Come quasi sempre accade, non è cominciata all’improvviso, ha avuto dei preparativi, ma la sua manifestazione palese è arrivata nel 2020: bella cifra tonda, penso che possiamo indicare il 2020 come anno primo dell’era covid, inizio ufficiale della nuova dittatura stile ventunesimo secolo e questa volta, signore e signori MONDIALE!
La dittatura di cent’anni fa, quella che hanno conosciuto i nostri padri e i nostri nonni, aveva ovviamente caratteristiche differenti, ma anche molti punti in comune, tra cui, naturalmente, la trasformazione dell’informazione in propaganda. Per informarsi davvero, ora come allora occorre evitare i media di regime oppure essere in grado di leggere tra le righe della propaganda, che permea oramai tutto, dalla pubblicità commerciale ai film, per non parlare dei programmi che chiamano informativi, che hanno la propaganda come proprio oggetto specifico.
La dittatura fascista aveva come propria caratterizzazione di fondo un orientamento nazionalista e militarista, quindi anche virile e un poco trucido, con il culto dell’eroismo e della morte (specie quando era lontana). La guerra era in qualche misura implicita al fascismo che infatti ha finito per invischiarsi in una guerra che a posteriori è facile riconoscere come impossibile da vincere e che ne ha decretato la fine. La dittatura, infatti è durata poco più di vent’anni, un periodo breve, inferiore addirittura ai tempi di preparazione di quella in corso. Certamente, se avesse evitato di intervenire in una guerra più grande di lei, sarebbe durata più a lungo e si sarebbe probabilmente spenta di serena vecchiaia. Il regime attuale appare purtroppo molto più solido, soprattutto perché non è isolato, ma collegato a tutto il sistema occidentale. La sua caratterizzazione di fondo è quasi il contrario di quella fascista: sanitaria, svirilizzante, invalidante, infantilizzante. Al contrario del fascismo, non vuole radunare la gente sotto i vessilli e gagliardetti e portarla in piazza, ma dividerla, isolarla, chiuderla in casa, renderla malata e impotente, dipendente per vivere da medicinali, sussidi, app, telefonini. In questo gli ideali appena sotto la superficie sono quasi all’opposto. Non l’uomo virile, intrepido, pronto a servire nelle guerre che il regime riterrà opportuno intraprendere, ma l’uomo malato che necessita sempre di assistenza (virtuale), e della sua dose periodica di siero anche solo per sopravvivere tossicchiando.
L’altra differenza di fondo, è che cent’anni fa l’Italia era uno stato sovrano in grado di determinare la sua politica interna ed estera, la dittatura, di conseguenza, era una dittatura italiana, cui si contrapponevano all’estero realtà completamente diverse. L’ironia del destino ha voluto che proprio le scelte del fascismo, che voleva rievocare i fasti di Roma imperiale, abbiano portato alla fine della sovranità dello stato italiano. Oggi l’Italia è un paese occupato e colonizzato il cui governo reale si trova, in ultima istanza, a Washington, per cui la dittatura in corso non può che essere approvata e sostenuta da Washington, altrimenti semplicemente non sarebbe. Il nostro capo non eletto è un viceré. Non ci sono pertanto soluzioni o vie d’uscita locali: come colonia, l’Italia seguirà il destino della metropoli e solo l’evoluzione degli eventi nella metropoli potrà portare ad una conferma, ad un aggravamento oppure alla fine della dittatura stessa.
Quel che è certo è che è molto più difficile combattere una dittatura a livello mondiale che non una in un solo paese, più difficile ancora prevedere se e come possa finire, anche perché nulla di simile è mai accaduto in precedenza. Con ciò non c’è dubbio che prima o poi finirà: la terra stessa finirà, persino il sole, tanto più la razza umana, tanto più una semplice dittatura che è solo una delle tante forme di governo nella storia. Probabilmente la più comune, se si fa iniziare la storia dal neolitico. In fondo, le cosiddette democrazie, pur con tutti i loro limiti, sono state solo una fugace apparizione. L’oppressione di una ristretta casta privilegiata sulle masse miserabili, è sempre stata la norma.
Abbiamo visto che la dittatura fascista è finita a causa di immane bagno di sangue con decine di milioni di morti: anche la presente dittatura potrebbe finire con una guerra? E’ possibile, per quanto non mi sembri troppo probabile. Naturalmente stavolta la guerra la dovrebbero fare i nostri padroni di Washington e noi saremmo coinvolti di riflesso: le decine di basi con le bombe atomiche dentro, non ci consentirebbero certo di rimanerne fuori. Mi pare poco probabile perché persiste il cosiddetto equilibrio del terrore ereditato dalla guerra fredda: difficile pensare di uscire vincitori e relativamente indenni da un conflitto nucleare. Ma non si può escluderlo: il caso, la disperazione di una potenza egemone che si sente progressivamente, ma inesorabilmente superata, l’ambizione smodata di una potenza minore, chi può dirlo? Ma in questo caso, lo capite da soli, il rimedio (la guerra), sarebbe peggiore del male (la dittatura).
Più probabilmente dovremo conviverci ben più di un ventennio, il che, per molti di noi, significa per sempre. Vorrei essere più ottimista, ma non vedo chi e come potrebbe invertire il percorso che hanno preso gli eventi. Pensate anche solo alle ultime elezioni americane, a come è stato facile truccarle, a come sia arrogante, eppure impunito, il gesto di portare alla presidenza un uomo che ha scritto in faccia di essere un burattino di altri. Ancora di più: come un’azienda “privata” possa far tacere Trump quando era presidente degli Stati Uniti, “l’uomo più potente del mondo” come piace dire agli americani: fosse accaduto ai tempi di Kennedy, la notte stessa twitter sarebbe stato occupato dall’F.B.I. e i capi arrestati.
Tra poco anche da noi ci ci sarà l’elezione del presidente e, se Draghi viene eletto, come pare probabile, l’Italia si trasformerà di fatto in repubblica presidenziale e i rettiliani avranno molti anni per conformare il paese a loro immagine e somiglianza. Immagine mascherata e con le scaglie, naturalmente. Chi si potrà opporre? Salvini è arrivato al punto di far cadere il suo stesso governo, dove era ministro dell’interno, mica robetta, per aprire la strada a Draghi: pensate a quanto devono essere state convincenti le paroline che gli hanno sussurrato all’orecchio.
Ma non c’è solo la guerra. Il regime potrebbe cadere anche per gli effetti collaterali a medio termine del vaccino, se sono così devastanti e non mascherabili come certi dicono, ma anche in questo caso il rimedio comporterebbe milioni di morti e parrebbe maggiore del male. C’è anche da considerare l’esistenza di un’oligarchia di industriali veri (auto, petrolio, beni di consumo), che probabilmente non è molto entusiasta di cedere il potere ai pazzi estremisti di Wall Street e di Silicon Valley, Trump pare essere una loro espressione, e questa fazione potrebbe in parte contrastare la parte dominante. Oppure una vera rivolta popolare negli USA, ma roba grande.
Ma secondo me, la possibilità più concreta è che il nefasto piano mondiale sia realmente troppo follemente ambizioso e cada sotto il suo stesso peso, per le sue contraddizioni interne. Ci sono indizi in tal senso.
Le misure prese contro la pandemia, ma anche tutta l’ideologia che per brevità raggruppo sotto le etichette neo liberista e politicamente corretto, sembrano intrinsecamente incompatibili con la prosecuzione della civiltà umana, sembrano adatte a causare solo un immane disastro economico e sociale col quale gli oligarchi potrebbero in realtà tagliare il ramo sul quale poggiano. In altre parole, ciò che sta succedendo oggi ha tutta l’aria di essere un suicidio.
Ma ancora una volta, chi ha voglia di passare attraverso un immane disastro? Verosimilmente ci rimani secco in un immane disastro. Speriamo nel popolo americano (sic!) e in come si metteranno le cose in ambito geopolitico.
Quanto a noi, cosa possiamo fare? Ci opporremo, certo, fin che è possibile. Remeremo contro, per quanto ci riesce, ma invertire il corso degli eventi mi pare un compito troppo arduo.  Pensate al problema più imminente, che probabilmente è solo un assaggio di ciò che verrà: il vaccino. Si trattasse di prendere la tessera del Partito Nazionale Fascista o quella del PD o quella del partito rettiliano, si potrebbe anche fare, ma il vaccino non è solo un simbolo di sottomissione, potrebbe seriamente danneggiare la nostra salute: è un passo ben più pericoloso. E poi non è che basti rischiare una volta, oramai è palese che continueranno a vaccinare a oltranza. Come cavarsela? Mettetela come volete, ma è molto difficile.
Il sistema napoletano di non ribellarsi apertamente, ma poi fare come ci pare lo stesso, è forse adottabile, ma funziona poco con le tecnologie di controllo di cui oramai il potere è in possesso: sarebbero state il sogno di Mussolini. Forse non avranno neppure più bisogno di lager e galere (per quanto non ci giurerei): gli basterà sottrarci i mezzi per vivere e continuare ad oltranza. Purtroppo non abbiamo più organizzazioni che stiano dalla nostra parte: i partiti popolari hanno tradito, i sindacati hanno tradito, la magistratura ha tradito, chi altro rimane?
La resistenza è tutta da organizzare, lo spontaneismo non basta. Non esiste nemmeno più un’ideologia o, se la parola vi disturba, degli “ideali coerenti” attorno ai quali radunare le persone. Un capopopolo serio non riesce ad emergere perché i media gli vietano l’accesso. Appoggi all’estero non ce ne sono: anche le elite di potere non occidentali sembrano vedere nel virus una buona occasione per rafforzare il loro controllo. Da che parte sta la Cina? Chissà. Dalla sua, probabilmente.  Confrontate, per esempio, la presente situazione con l’organizzazione, l’unità, l’ideologia e la determinazione di un partito comunista clandestino sotto il fascismo. Nulla di anche vagamente paragonabile sembra esistere oggi.