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Draghi: l'assassino torna sempre sul luogo del delitto

di Ugo Boghetta - 20/02/2021

Draghi: l'assassino torna sempre sul luogo del delitto

Fonte: Ugo Boghetta


Draghi, l’autorevole Draghi, è tale solo per un sistema politico e massmediatico  lontano da qualsiasi realtà concreta e volutamente smemorato. Tutti lo adorano, soprattutto a sinistra: soprattutto gli intellettuali perché che vi trovano l’identificazione della loro critica a politici senza sostanza. Tutti sono lì a genuflettersi dinnanzi “all’incappucciato della finanza”. È un  sistema di leccaculo.  
Non solo  ci si dimentica delle cose infamanti fatte nella sua presenza italiana precedente, ma viene fatto passare per il salvatore dell’euro come se questo non fosse una garrota che, in quanto cambio fisso, ci stritola in modo invisibile e permanente: un cilicio automatico. Si chiude gli occhi su di una presunta salvezza avvenuta con anni di austerità che ha aumentato i poveri, indebolito il ceto medio, lo stato sociale ed il sistema industriale.
“Chi vota il governa vota l’irreversibilità dell’euro” ha tuonato contro Salvini. E Salvini è andato a cuccia insieme agli imbarazzanti Bagnai e Borghi.
il presunto salvatore della patria, si presenta  con un paradosso. Da una parte, certamente alza il livello della “credibilità” dell’Italia in Europa, dall’altra è il commissario in Italia per conto dell’Unione. Infatti, come scriveva recentemente Fabbrini sul Sole 24 Ore, il Recovery Plan non è la distribuzione di fondi ai livelli nazionale, ma la distribuzione degli interessi europei nei vari paesi. Chi meglio di Draghi può incarnare questo ruolo!?
Frabbrini ci dice anche che la soluzione alla crisi non poteva che essere questa poiché l’Italia è nella morsa del vincolo esterno e quello interno. Vincoli definiti da due Tina: l’Unione è il luogo delle decisioni irreversibili cui attenersi e fuori dall’Unione avremmo solo un’enorme distruzione di ricchezza nazionale. Così, definiti i  due vincoli, il sistema dei partiti è assolto da tutte le giravolte fatte in questa legislatura. Questo include tutti in quanto Fdi è fuori più per convenienza elettoralistica che per una visione alternativa. Non era forse la Meloni a dire che in Europa si debba andare a testa alta: chi meglio di Draghi!? Non è forse la Meloni ad essere entrata nel circolo di Aspen!? E Sinistra Italiana stà fuori perché c’è la Lega e la questione immigrati!
Così, una legislatura iniziata con un voto popolare contro l’austerità e l’Unione finisce con il Commissariamento di Draghi e dell’Unione-euro.
In questo modo , la crisi ha dato un colpo ulteriore a partiti incapaci di politica ma solo di tresche vuote, slogan da baraccone. Ognuno a perseguire i propri ristrettissimi interessi. Prendersela con Renzi è davvero futile. Anzi, bisognerebbe ringraziarlo perché mostra la pochezza di tutti. Mostra il la mancanza di progetti, il girare a vuoto della politica, la mancanza di rappresentatività del paese. Mancanza che fa il paio con quella sociale delle associazioni di categorie e dei sindacati.
Il problema nasce proprio da partiti che non sono tali. La quintessenza di questo problema è ovviamente il M5S ed il loro comico-acrobata Grillo. Il tratto comune è l’inconsistenza ideologica, politica, programmatica. Tutto è intercambiabile tranne l’Unione-euro.
Così che la maggioranza può essere denominata come il partito unico dell’Euro ma anche il partito unico del liberismo.
L’alternativa a tutto ciò non è affatto facile. Ma una cosa è chiara: se ne devono andare tutti. È tutta casta. Sono tutti da rottamare.
Rimane ora da chiedersi: perché l’assassino torna sul luogo del delitto. Per godersi lo spettacolo? Per ripulirlo da eventuali tracce? Cercheremo di scoprirlo ragionando sul programma.