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Il dispotismo sanitario

di Diego Fusaro - 24/07/2021

Il dispotismo sanitario

Fonte: Diego Fusaro

Sarà anche ingiustificato parlare di regime e di dispotismo, può essere. Va detto tuttavia che loro non fanno nulla per evitare che ciò avvenga: mettono un generale dell'esercito a gestire l'emergenza; introducono la tessera di partito color verde per poter continuare a vivere e a lavorare; introducono il coprifuoco e i bollettini di guerra quotidiani; chiamano senza pudore "disertori" e "imboscati" quanti non giurino fedeltà al potere, asserendo altresì che bisogna rendere loro la vita grama; dicono apertamente che "la Costituzione è sospesa" (Paolo Mieli, La7, 28.7.2020); sospendono le libertà e i diritti fondamentali in nome delle ragioni della sicurezza; ripetono un giorno sì e l'altro pure che siamo in guerra; istituiscono commissioni per sanzionare quanti osino dubitare del regime di verità prestabilito, chiamando orwellianamente ciò "lotta alle fake news". Insomma, anziché neutralizzare ogni possibile dibattito con le usuali infami categorie di complottismo e fake news, perché non aprire un serio dibattito polifonico su quello che sta accadendo? Ah, dimenticavo: il non permettere dibattiti con prospettive diverse da quella che si pretende l'unica buone e vera è anch'esso tipico dei dispotismi e dei regimi.

Se non prendi la tessera verde, sei un nemico pubblico e decadi a cittadino di seconda classe. Diceva Hegel che dalla storia non impariamo nulla e che questo è il grande insegnamento che traiamo dalla storia. Un giorno i nostri nipoti ci chiederanno come fu possibile che, dal 2020, si precipitasse in un infame ordine autoritario e repressivo camuffato dietro il lessico medico-scientifico: dovremo rispondere che ciò accadde per il colpevole silenzio dei più, per l’ebete accettazione entusiastica di troppi, per l’ignobile indifferenza di molti. I più – dovremo dire – obbedivano in modo acefalo, pensando che quella fosse la via per fare finire l’emergenza: non capivano che era la loro obbedienza cadaverica a farla diventare la nuova normalità. Anche i benedetti dal siero contagiano e si contagiano. Per questo, la tessera verde è di natura politica, non medica: serve a 1) discriminare chi non giuri fedeltà all’infame regime tecnosanitario e 2) a potenziare la nuova società della sorveglianza totale, con passaporti sanitari e identità digitale. Quello che i più non capiscono è che la tessera verde, lungi dall'essere una misura temporanea, è il futuro del nuovo biocapitalismo della sorveglianza, del tracciamento, del dovere alla salute, dell'identità digitale, dei vaccini sempre aggiornati e registrati. Se non lo capite e pensate che siano “doverosi provvedimenti medici”, siete in lockdown cognitivo. Chi ci propone un "green pass" per poter riottenere diritti che - dalla libertà di spostamento a quella di accesso ai luoghi pubblici - ci sono garantiti dalla Costituzione è un malfattore. E ugualmente un malfattore è chi prova a giustificare tale abominio con il nobile nome della scienza. Non vi è virus al mondo in nome del quale si possano mettere in congedo le libertà, i diritti e la Costituzione. "Il Green Pass sarà richiesto in zona bianca, gialla, arancione e rossa, laddove i servizi e le attività per cui è previsto siano consentiti". Avete capito? Al prossimo lockdown, che prevedo entro ottobre 2021, anche i detentori della tessera verde e i benedetti dal sempre laudando siero si faranno gli arresti domiciliari come tutti gli altri. E forse sarà la volta buona che si sveglieranno e prenderanno coscienza del fatto che la medicina e la scienza sono solo la vernice che copre e legittima una ristrutturazione epocale della società, della politica e dell'economia, in una parola: il nuovo modo di governare le cose e le persone. Non si tratta, come vorrebbero farvi credere, di essere a favore o contro il siero benedetto: si tratta invece di essere a favore o contro una inedita società neototalitaria, che pratica discriminazioni contro chi non prenda la tessera verde e tracciamento e sorveglianza totali per chi prenda la tessera verde. Gli sconfitti siamo in ogni caso noi, che prendiamo oppure no l'infame tessera verde. La questione è socio-politica, non medico-scientifica. E voi da che parte state, dalla parte di questo regime tecnosanitario, o dalla parte delle libertà e dei diritti dei viventi? Intanto, due giorni fa a Torino, in piazza Castello, in migliaia sono scesi a manifestare contro l'infame tessera verde e le discriminazioni a norma di legge. È l'Italia migliore.