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Il governo del PdM (PARTITO dei MOSTRI)

di Alessandro Guardamagna - 29/08/2019

Il governo del PdM (PARTITO dei MOSTRI)

Fonte: Comedonchisciotte

L’hanno pensato, l’hanno pianificato e alla fine ce l’hanno fatta. Dopo consultazioni lampo da fare invidia alla rapidità con cui l’esercito israeliano piegò gli avversari Arabi nel 1967, il MoV si è messo formalmente d’accordo – d’amore ci andava già da un pezzo – con il nemico storico per eccellenza, il partito del malaffare istituzionalizzato. Si, proprio il partito che ha svenduto, anzi regalato, le autostrade a Benetton (vi ricordate Di Maio che diceva nell’Agosto 2018 che le campagne elettorali il MoV non se le era fatte pagare da Benetton? Chissà in futuro…).

Lo stesso partito che ha voluto gli inceneritori (vi ricordate le sfuriate di anni del MoV schierato contro IREN e il suo amico Delrio, colui che ora sembra dare consigli sul programma di governo e compare a fianco del neocontraente Zingaretti?). Quel partito dalle grandi intese che ha dato l’Italia in pasto ai neoliberisti per mano dei padroncini-burocrati Made in Bruxelles, che vogliono più immigrati e più barconi così il costo del lavoro da noi si allinea con retribuzioni da fame. Il partito di quelli che vogliono più scuola e lavoro, e hanno massacrato l’una e distrutto l’altro col Jobs Act.

Quelli che vogliono riformare la giustizia e sono i detentori del primato di parlamentari indagati. Quelli che nel programma 2018 hanno detto che volevano dare la pensione ai giovani lavoratori, ma poi avrebbero ucciso per non fare il RdC. Quelli della solidarietà, parola scritta 4 volte nel loro programma di 43 pagine per le politiche del 2018, e ripetuta ben 3 volte in uno stesso capoverso!! Il Partito che ha messo la firma su capolavori di onestà finanziaria ed amministrativa come Banca Monte Paschi, Mafia Capitale e che insieme a quel filantropo fallito di Monti ha contribuito a creare in Italia 5 milioni di poveri totali, di cui 1 milione e mezzo di bambini. Ecco quel partito lì.

E il tutto è stato deciso da una conventicola di creature politiche di vecchia data dietro cui si staglia l’ombra di Re-enzi, a cui hanno prestato ascolto e fondoschiena dei neo-mostriciattoli digiuni di cultura, esperienza e capacità, ma col mandato istituzionale di poter fare accordi di governo e danni. E li hanno fatti, in nome di quella sopravvivenza invocata da Grillo per il MoV, che ora piace persino a Bersani! Proprio lui, l’ex-segretario PD che Grillo aveva etichettato come Gargamella e che diceva che Grillo era matto e che lui coi matti non si sarebbe mai messo, ed ora invece tifa per il nuovo governo per via delle naturali affinità che avrebbero i reciproci elettorati!?

Questo matrimonio d’interesse vitale fra due famiglie di creature politiche, auspicato dallo stesso Travaglio, che con la sua penna per anni ha dissezionato tutti gli scandali a marchio PD e le gesta del bulletto di Rignano, ha avuto due padrini politici d’eccezione nelle persone del Presidente della Repubblica Mattarella e del premier dimissionario e subito reintegrato Giuseppe Conte.

E su Conte, pomo della discordia per il PD e avvocato popul-liberista che Renzi definiva figura imbarazzante fino ad un mese fa per poi riscoprirlo come candidato premier ideale, sono riusciti ad accordarsi in extremis. Ma che bravi! A guidare il neogoverno sarà proprio lui, che una settimana fa in 47 minuti ha bastonato lo spauracchio sovranista e rassicurato contemporaneamente UE, mercati, Mattarella e gli Italiani che se ne intendono, comprese le schiere di beoti che continuano ad osannarlo non capendo che li ha svenduti alle banche franco-tedesche come i suoi predecessori.

La Merkel, che da quando gira in politica gli interessi dell’Italia non li ha mai fatti, l’aveva già rassicurata da tempo. Infatti non si capisce per quale motivo il Presidente del Consiglio, che aveva giurato di difendere e rappresentare un governo populista intenzionato a rivendicare la sovranità dell’Italia, fra tutte le cose che poteva dire privatamente alla cancelliera tedesca, abbia optato per spiegarle che lui non è Salvini e che i migranti era disposto ad andarseli a prendere in aereo. Se quello di Conte era un test di zerbinaggio è perfettamente riuscito; se doveva essere qualcosa di diverso non saprei.

O vuoi vedere che in Europa qualcuno ha detto a Roma che su Conte ci si poteva contare, e quindi era meglio se lo mettevano a fare il capo cerimoniere della corte dei miracoli che si andava assemblando? Chissà che La Von Der Leyen, ricevuta recentemente in Italia da Conte per costruire il suo gruppo di fedeli tricolore, non abbia messo una parola buona. La provvidenza, si sa, fa miracoli, e i soldi fanno le carriere, anche quelle di chi vorrebbe rilanciare “un nuovo umanesimo”.

Non vale neppure la pena disquisire sulla coerenza con cui sia PD che MoV si sono puliti le scarpe, perché i programmi che i due partiti hanno presentato alle elezioni 2018 erano antitetici se si esclude qualche cosa sulla green economy e sostenibilità, che il PD deve ancora spiegare come si faccia incenerendo tutto l’inceneribile, e il solito turismo visto come ricchezza dell’Italia, anche quando da anni hai tentato di svendere coste e spiagge.

Per il resto basti osservare che i due partiti hanno fatto campagne elettorali diametralmente opposte, i loro elettori militano in schieramenti ideologicamente avversi, almeno ab origine (M5S populista e sovranista, contro il sistema clientelare, meritocratico; PD europeista, a favore del mantenimento del sistema), e hanno sempre ribadito chiaramente a tutti che non avrebbero mai fatto un governo con la controparte. Ed è per questo che il MoV ha ottenuto quasi il 34% di voti nel Marzo 2018.

Perché gli Italiani, stanchi di vedersi massacrati da sicumere di Bruxelles che cambiano nome ma de facto giocano tutte nella stessa squadra, hanno votato in massa il MoV augurandosi di cambiare registro politico, di imprimere una svolta che li allontanasse dalle politiche delle patrimoniali ammazza tutti, dell’immigrazione accogli tutti, e del malaffare seriale che il PD ha rappresentato degnamente per anni. Questo è il tradimento che le leadership dei due partiti hanno consumato verso i loro rispettivi elettori, altro che la Lega a dire che erano dei venduti che si erano intesi da tempo sottobanco!!!

Tradimento perché MoV e PD i rispettivi voti non li avevano presi perché creassero il PdM, il partito dei mostri di governo, un obbrobrio senza ideali dove ci si mette d’accordo esclusivamente per interessi Pro-Domo propria e chi se frega se si ingannano per l’ennesima volta i propri elettori ed in senso lato il popolo Italiano? Perché, diciamolo, il governo del PdM non rappresenta assolutamente la stragrande maggioranza degli Italiani.

Il PD esprime una percentuale variabile che oscilla attorno al 20% di benestanti, arricchiti e seguaci che traggono profitto dai giri di denaro che la politica della sinistra istituzionale mette in moto. Il quadro è ancora più penoso per il MoV, nel quale, oltre i propri rappresentanti politici, si riconoscono un 15% di votanti. Principalmente si tratta di followers virtuali avulsi da qualsiasi realtà ed impegno politico concreto, che a furia di sentirsi dire che non esiste più né destra né sinistra non distinguono più un’idea buona da una di palta. Tolte queste schiere di consorterie, di attori interessati e qualche milione di tele storditi, hanno finito. Sicuramente il Conte bis non può esprimere la maggiorana dei cittadini che hanno votato nel Marzo 2018, e se si andasse ad elezioni lo scoprirebbe amaramente.

A questo punto viene legittimamente da chiedersi se Salvini sarà stato tanto bugiardo e scriteriato come l’han dipinto, visto che aveva detto che un accordo tra MoV e PD esisteva da tempo e che lui non voleva trovarsi in autunno con un governo zoppo a dover varare una manovra finanziaria difficile. Il rischio reale è che la sua mossa gli costi come minimo l’emarginazione politica, perché da gestire il Ministero degli Interni si ritrova all’opposizione, e appare chiaro che il PdM di immigrazione non intende seriamente occuparsi, perché tanto non è mai stata un problema prima, se non di percezione… non è così che hanno sempre detto?

Infatti la neocompagine governativa “per dare un segnale di discontinuità” sembra più interessata a temi ambientali da gestire col supporto dei fondi di provenienza UE. Forse ha dimostrato poco senso di responsabilità Salvini – se il gioco si fa duro, tu continua a giocare invece di mollare la partita – ma sembra averla detta giusta. Perché che MoV e PD si siano trovati d’accordissimo nei salottini di Bruxelles a Luglio lo provano uno speaker eletto a Presidente del Parlamento e un’amica di macellai sociali eletta a Presidente della Commissione grazie ai voti di rappresentanti del MoV.

E questi neo-astri di europarlamentari stellati, scelti due mesi prima perché “populisti ed anti-europeisti”, si allineano magicamente, dopo una dichiarazione in Senato del 17 Aprile scorso degna di un’analisi medica, alla volontà di Bruxelles per il bene comune?! Quale? Quello forse della Casaleggio che decide anche il futuro delle loro tasche?

E così si arriva a questo accordo fatto in men che non si dica per il bene “del paese”, insignificante refrain che in Italia viene usato da tutti e che non vuol dire un emerito accidente. Venticinque anni fa ero obiettore di coscienza in un’associazione che si occupava della cura dei disabili. Vidi il personale nutrire letteralmente i disabili dando loro il correlativo oggettivo del cibo per cani, che però nelle spese figurava come cibo gourmet. Dove finiva la differenza fra il Ciappi che compravano e il filetto di salmone che dichiaravano non ci misi molto a capirlo. Per il resto bastava dire che le cose si facevano “per il bene dei ragazzi disabili” e tutti avevano la coscienza a posto e il diritto di riempirsi le tasche senza fare gli schizzinosi, sia con soldi pubblici che con quelli di famiglie già provate dalla vita. “Il bene del paese” in bocca a certa gente che fa alla prima occasione il contrario di quanto promette è la stessa cosa: una stramaledetta frase tirata fuori di fronte ad un microfono per dire “io parlo la tua lingua. Sto dalla tua parte. Poi sappiamo entrambi di essere dei farabutti, ma tanto chissenefrega?!”

E ancora bravi allora, anche per aver riconfermato una grande originalità nella creazione dei neologismi. Quella delle neosigle della politica con PDmenoELLE, etc… spetta al MoV che è stato protagonista attivo anche in questo caso. Il PdM, partito dei mostri, è un acronimo che ben rispecchia l’accozzaglia di persone tra ministeri e pubblica amministrazione che viaggiano ora a reti unificate non per ideali od affinità politica, visto che contrastano da sempre, né per scongiurare un pericolo mortale. Visto che i numeri per fare un governo non dico forte, ma almeno degno di questo nome non li hai, vai alle elezioni e vivi comunque. E se a questo punto non ci vai è solo per interesse.

E questo per il PD è sempre il solito: visto che continua a gestire indisturbato pezzi dell’economia, gangli dell’amministrazione, i media dell’informazione, scuole, ospedali e parte della magistratura, il suo scopo ultimo era quello di rimettere quanto prima le zampe sul potere legislativo del governo, cosa che non fa mai male alla causa di tritare ed ingurgitare il possibile.

E per il MoV l’obiettivo è rimanere aggrappato alle poltrone perché, data la magra figura che ha fatto agli occhi degli Italiani nell’ultimo anno come paggetto di Salvini, ed essendo un soggetto politico ossessionato dall’idea di dover proiettare un’immagine di successo a tutti i costi, squassato dall’invidia per chi dimostra di avere anche un solo punto in più (figuriamoci 25% nei sondaggi!!!), intuisce che le elezioni anticipate manderebbero a casa una parte considerevole dei suoi big.

E infatti sono stati proprio questi ultimi a piazzarsi senza indugi in prima fila per dirigere l’arlecchinata col PD, animati dalla preoccupazione di conservarsi ghelli e posto perché, si sa, mantenere i lussi costa.

Beh, complimenti, siete proprio dei gran rivoluzionari, entrambi. Siete riusciti nell’impossibile e al vostro confronto il trasformismo di DePretis e Giolitti è niente. Per vederla in altri termini storici siete i Nazisti che nel Maggio ’45 si alleano con la Russia Staliniana per salvare l’Europa, o i capi Sioux e Cheyenne che invece di suonare Custer al Little Big Horn, all’ultimo momento decidono di farsi una fumatina della pace e poi scaricare i fucili sul proprio popolo insieme alle giacche blu superstiti. Insomma siete Che Guevara e Castro che mentre guidano la rivolta contro il regime di Batista, sia alleano all’ultimo con quest’ultimo per fucilare gli altri Barbudos ed oppositori, per poi regnare incontrastati con Cuba che diventa il 51mo stato americano, col popolo sempre più alla fame, e altro che rivoluzione!!

Gianroberto Casaleggio diceva che Pacta Sunt Servanda, per cui se sono un politico che non riesce a mantenere gli impegni presi con l’elettorato me ne vado. Alcuni in queste ore gli attribuiscono di aver detto che sarebbe venuto il momento “in cui dovremo per forza accettare di convivere con chi ha causato il male del Paese (ancora!) ma lavoreremo affinché tutti possano vedere cosa siamo capaci di fare e solo così potremo effettuare il cambiamento”. Come dire che il MoV sarebbe stato chiamato alla prova suprema di governare coi suoi nemici per contagiarli e cambiarli dall’interno.

Altri smentiscono dicendo che in caso di accordo col PD avrebbe dichiarato senza mezzi termini: “uscirei dal Movimento”. Vuoi una cosa, vuoi l’altra, viene da dubitare che quando dicesse Pacta Sunt Servanda intendesse quanto il Mov ha fatto negli ultimi giorni. Voglio crederlo, non fosse altro per rispetto alla memoria perché vedere il MoV trasformarsi in un partito di M non sembra essere quello che il suo cofondatore si proponesse, nonostante i suoi limiti.

Quanto abbiamo visto sancisce il fallimento di un sistema che nel momento apicale non decide insieme ai suoi, come vorrebbe la pratica della democrazia partecipata, ma fra pochi, e fa ratificare la decisione presa a cose fatte, con un voto virtuale che vale come il gioco delle tre carte.

E’ la versione fintamente democratica di quanto fa il PD, che si è autenticato un mandato in bianco per fare quello che vuole, in modo totalmente antitetico a quel vincolo che dovrebbe legare eletto ed elettore nella visione originale di Casaleggio e che la leadership del MoV in queste ore – non per la prima volta – ha sonoramente sconfessato comportandosi come una qualunque delle segreterie dei partiti casta che tanto aborra.

E sancisce anche il fallimento del voto, l’unico strumento legittimo a disposizione del cittadino in Italia, che però non conta un cavolo, perché, indipendentemente dai risultati elettorali, questi si fanno le maggioranze che vogliono loro, alla faccia di chi li ha sostenuti per un’idea e un programma.

Cosa ci serviranno ora? Il programma che darà alla luce il PdM dopo che Cenerentola entrerà nel bosco insieme al lupo mannaro, al Conte Dracula e a Frankenstein, potrebbe essere quanto mai variegato.

Probabilmente si tratterà di decidere quali servizi igienici siano da spazzare usando la spazza-corrotti, si butterà a mare il decreto sicurezza in toto o un po’ alla volta, per lasciare i pezzi più importanti in attesa di revisione futura, mentre si fanno alcune privatizzazioni ad hoc, ma sempre ratificate su Rousseau “per il bene del paese”. Poi vi saranno porti aperti per tutti e ritorno in massa dei barconi a marchio ONG, cosa che ci dovrebbe momentaneamente interessare solo parzialmente perché l’estate volge al termine, a meno che qualcuno non inizi ad inaugurare i ponti aerei.

Poi ius soli ed economia ridotta a zerbino dai diktat di Mrs. Austerity Von der Lager, così da portare l’Italia in linea col ruolo di paese terzomondista d’Europa che altri, molto più saggi di noi, hanno deciso essere il nostro giusto futuro. Il tutto naturalmente avviene in uno stato abitato sempre più da clandestini africani e mediorientali che si integrano nel nostro tessuto sociale come gli eschimesi all’equatore, mentre i nostri giovani, “incapaci”, scappano all’estero per cercare lavoro.

Nel frattempo a livello locale già si intravedono spettacoli dell’immaginifico stellato, come quello di Novembre in Emilia Romagna, dove si voterà per il rinnovamento del parlamento Regionale. Qui il PD, da tempo in difficoltà per via della crescita politica della Lega nel territorio, ha corteggiato più volte Pizzarotti in funzione anti-MoV. Vuoi vedere che qualcuno proporrà un listone unico con PD, Italia in Comune e MoV a braccetto, magari il tutto guidato dallo stesso Pizzarotti che, in fin dei conti, all’inizio era uno dei tuoi… se vai d’accordo con Delrio e Bonaccini che fai? Ti metti a litigare col Pizza? Dai, sii serio, “per il bene del paese!”.

Sono così tante le volte in questi anni che ho letto e sentito che il PD e i suoi principali rappresentanti politici avevano “la faccia come il culo” che ormai, come una sorta di riflesso condizionato, quando penso al PD mi viene in mente un posteriore. Una che vale per tutti fu l’uscita di Di Battista riferita a Renzi e Boschi del Novembre scorso. Niente di personale contro Di Battista, ma viste come sono andate le cose viene da pensare che gli esponenti del MoV mentre inveivano contro quelli del PD stessero in realtà guardando la propria immagine riflessa allo specchio.

“Per concludere, il giudizio sull’esecutivo in generale: questo governo ricorda un animale fantastico, mitologico, con molte teste ma un solo cervello con due emisferi separati: quello destro… sarà prescritto, quello sinistro la finanza internazionale che spolperà l’Italia.

Un club dei mostri, una famiglia Addams che ubbidisce allo schioccar di dita della BCE e delle agenzie di rating”. Lo diceva Grillo nel 2013 riferendosi al governo Letta che metteva insieme PD e PdL, e si direbbe che i suoi strali di allora erano tutta invidia perché lui e il MoV non erano ancora riusciti a trovare la formula. Dopo 6 anni di prese per i fondelli finalmente ce l’hanno fatta.

 

E naturalmente…

… W LA RIVOLUZIONE! E W LA SOVRANITA’ DELL’ITALIA!