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Il Parlamento e lo svincolo di mandato

di Aldo Grasso - 24/01/2021

Il Parlamento e lo svincolo di mandato

Fonte: Corriere della Sera

Il parlar contese. Com’è possibile che quelli che ieri erano considerati voltagabbana, traditori, transfughi, reietti, badanti, scilipoti (felice esempio di deonomastica) siano diventati, d’un tratto, costruttori, responsabili, sanificatori, volenterosi? È il vizio antico del trasformismo italico? Può darsi, ma gran merito di questo scivolamento semantico lo si deve al linguaggio felpato del premier Conte, a quella sua cura per le sfumature, a una prosa leguleica, a una retorica accademica con pochette, a un formalismo verbale e intellettuale che ha la stessa portabilità stagionale degli abiti.
Ma c’è una ragione più profonda. Come ha scritto Antonio Polito, «il Parlamento è diventato un unico, gigantesco Gruppo Misto». Siamo di fronte alla prima tornata «politically fluid», nel senso che essere «politicamente emancipati» vuol dire oggi avere un approccio liquido o camaleontico alla politica, in cui l’eletto non tiene più conto delle vecchie e rigide categorie politiche di destra e sinistra ma si lascia «fluttuare» liberamente nelle diverse e sempre mutevoli identità di genere (politico). È il Parlamento post-moderno: finita l’età dell’innocenza grillina, si celebra lo svincolo di mandato. È una prassi che già anni fa inquietava il filosofo Pappagone: «Siamo vincoli o sparpagliati?». Siamo fluidi.