Il ruolo della Unione Europea nella repressione del movimento pro Palestina
di Fabio de Maio - 28/12/2025

Fonte: Fabio de Maio
Le notizie degli arresti di importanti personalità del mondo palestinese in Italia, accusati di finanziamenti ad Hamas dalla Procura di Genova segna una ulteriore grave svolta verso la criminalizzazione dell’ampio movimento che si è formato in Italia dopo il 7 ottobre 2023, in buona parte come reazione all’azione criminale condotta dal governo israeliano contro la popolazione di Gaza.
Mentre l’entità sionista continua a colpire i gazawi e a moltiplicare le nefandezze compiute contro gli abitanti della Cisgiordania(dove non c’è Hamas, giova ripeterlo) in Italia vengono messi sotto accusa coloro che hanno supportato la popolazione di Gaza, un’entità territoriale che è amministrata dal 2006 da Hamas, il cui braccio politico ha vinto le elezioni nel 2006 e che oggi rappresenta ancora una buona parte dei gazawi. Va anche sottolineato che Hamas e gli altri gruppi della Resistenza palestinese hanno partecipato, direttamente o tramite paesi arabi intermediari, alle trattative che hanno portato al cessate il fuoco attuale, per quanto precario e ripetutamente violato dai sionisti; questo fatto sottolinea che dette organizzazioni sono tutt’ora considerate gli interlocutori necessari per la discussione suo futuro di Gaza, il che rende ancora più paradossale un impianto accusatorio basato sul finanziamento ad un’organizzazione che resta comunque centrale per qualsiasi negoziato tra le parti.
-Aldilà della necessaria solidarietà alle organizzazioni palestinesi in Italia e all’auspicio che le accuse ai loro rappresentanti possano svanire in sede processuale, pensiamo che sia utile una riflessione sul quadro politico e legislativo che ha portato alla situazione attuale e questo debba necessariamente partire dal ruolo della Unione Europea.
Il 27 12 2001, sull’onda degli attacchi dell’11 09, il Consiglio della Ue aveva redatto una lista di gruppi definiti terroristi, inserendo i 3 principali gruppi della Resistenza Palestinese, Hamas, Jihad Islamica e FPLP, con l’invito agli Stati a cooperare per perseguirli penalmente e l’impegno a congelare fondi e attività economiche riconducibili a queste organizzazioni. Per essere più precisi, la lista iniziale includeva solo l’ala militare di Hamas, le brigate Al Qassem, in seguito anche l’organizzazione politica venne equiparata alla prima, nonostante che nel frattempo avesse vinto le elezioni nel 2006 la cui validità venne confermata dagli stessi osservatori ONU. Una successiva decisione del Tribunale dell’Unione Europea aveva nel 2014 parzialmente annullato le restrizioni contro Hamas, a seguito di un ricorso, con la motivazione che nel 2001 il Consiglio della Ue non aveva prove oggettive a sostegno della decisione ma solo notizie prese dalla stampa e da Internet, in secondo grado questa sentenza era stata annullata e nel 2017 il Tribunale aveva definitivamente confermato la decisione del 2001.
Il 19 gennaio 2024 iL Consiglio d’Europa ha istituito un quadro di misture restrittive nei confronti di chi sostiene materialmente o finanziariamente l’attività di Hamas o della Jihad Islamica, inserendo in una prima black list i nominativi di sei uomini di diversa nazionalità, considerati finanziatori a vario titolo delle due organizzazioni.
Le domande da farsi, a nostro avviso, sono le seguenti:
i 3 gruppi sopracitati sono forse stati coinvolti in attentati terroristici organizzati sul suolo europeo o anche in altri continenti, dopo la decisione del 2001, ovviamente escludendo il territorio della Palestina contesa ed occupata?
Come si spiega il fatto che delegazioni dell’ala politica di Hamas abbiano partecipato a riunioni ad alto livello in Cina, in Russia e in altre nazioni del Sud globale, nonostante si tratti di nazioni che hanno avuto a che fare con il problema del terrorismo estremista islamista, come nel Caucaso per la Russia o nel Daghestan per la Cina?
A queste domande, possono essere date alcune risposte onnicomprensive:
-La Resistenza Palestinese ha preso la decisione di limitare le proprie azioni alla Palestina occupata da qualche decennio, Hamas ha formalizzato questa scelta in diversi Documenti ufficiali, con motivazioni di tipo etico-religioso.
-L’ondata di attentati in Europa, compiuti dal 2010 in poi che sono stati attribuiti a cellule Isis o Al Quaeda non hanno mai avuto nessun rapporto con i gruppi palestinesi che non sono mai stati sfiorati da NESSUNA indagine, né Isis né Al Quaeda hanno mai colpito interessi o obiettivi israeliani né in Palestina né altrove.
-Riducendo la resistenza palestinese al mero terrorismo, la Ue agisce come proxy degli Usa e dello stato sionista, negando di fatto anche una parte della Storia degli stati membri che è la storia del colonialismo.
Chi oggi definirebbe la Resistenza anticoloniale del FLN algerino come un gruppo terrorista, nonostante le azioni compiute contro la popolazione civile, anche sullo stesso suolo francese che provocarono anche la reazione dei commando Delta dell’OAS?
-La Ue mostra la distanza dalle nazioni del Sud globale che hanno un approccio completamente diverso al dramma palestinese, in realtà non vi è più una posizione autonoma europea rispetto al cosiddetto occidente collettivo di cui Israele è solo l’avamposto coloniale nel Medio Oriente, un avamposto che però è diventato sempre più forte ed influente, al punto da condizionare in toto le decisioni di Bruxelles.
In conclusione, riteniamo che questi fatti drammatici per la realtà italiana debbano servire ad una riflessione profonda sul ruolo della Ue che fino adesso è mancata, da parte del movimento pro-Palestina, anche perché i dirigenti europei hanno dato l’impressione di prendere posizioni più critiche verso Israele negli ultimi 12 mesi; in realtà, l’apparato repressivo che si sta dispiegando in Europa ha le basi proprio nelle decisioni Ue che abbiamo prima sintetizzato e va anche ricordato che nessuna sanzione effettiva è stata votata contro lo Stato sionista, mentre sul fronte della guerra in Ucraina i pacchetti sanzionatori contro la Russia si contano ormai per decine.
