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Il socialismo al contrario

di Gennaro Scala - 17/12/2020

Il socialismo al contrario

Fonte: Gennaro Scala

Riprendo la questione cruciale del "capitalismo comunista" di cui ha scritto recentemente Agamben, e che messo in rapporto ad una tendenza dei sistemi occidentali da Costanzo Preve individuata già da quasi un decennio, che definì “liberismo stalinista”. La questione merita la massima attenzione, aggiungo rapidamente alcune osservazioni con il proposito di sviluppare ulteriormente nella maniera dovuta.
Ritengo possa essere utile il concetto di conflitto mimetico tra sistemi sociali, tratto dallo “sociologia storica” di Charles Tilly che, insieme alle intuizioni del grande storico Arnold Toynbee,  ho utilizzato, nel libro “Per un nuovo socialismo”, per l'analisi storica della rivoluzione francese, russa e cinese. Per una  dettagliata illustrazione di tali concetti rimando al mio testo, detto in breve si tratta di quel processo che da sempre vige nel confronto tra eserciti, ogni esercito per vincere il conflitto introduce delle innovazioni nelle armi e nelle tecnica della guerra, e per lo stesso motivo viene  imitato dall'esercito opposto. Con lo Stato moderno tale processo si estende ai sistemi sociali nel loro complesso.
Venendo all'oggi, i sistemi occidentali si sono resi conto che stanno perdendo colpi rispetto all'ascesa della potenza cinese, quindi hanno decisa di imitarla, ma a modo loro, realizzando una forma di socialismo al contrario. Non è lo Stato che riacquisisce il controllo dell'economia, ma sono le maggiori imprese che si fanno direttamente Stato, portando all'estremo la tendenza alla “privatizzazione dello Stato” da tempo in atto. É così quindi che il World Economic Forum lancia slogan contro la proprietà privata (altrui) e parla di un “great reset” che prevede una ristrutturazione radicale del sistema economico e sociale, con la Chiesa cattolica ha deciso di partecipare con il nuovo papa “francescano”, il quale nella recente enciclica “Fratelli tutti” afferma che la “tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto e intoccabile il diritto alla proprietà privata”.
La “piccola” differenza con la Cina è che mentre in questa la trasformazione economica incontra il consenso della popolazione, in Occidente è inequivocabilmente indirizzata contro la popolazione.