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Il tappo sta per saltare

di Luciano Lago - 07/04/2021

Il tappo sta per saltare

Fonte: controinformazione

 

Manifestazione di protesta e scontri a Roma davanti a Montecitorio dei ristoratori esasperati riuniti nella sigla “Io apro”: manifestazioni anche in altre parti d’Italia, repressione della Polizia e inizia a vedersi qualche blocco autostradale.
Non è difficile capire che siamo alla vigilia di una possibile esplosione sociale che, nonostante la passività della maggior parte delle persone, attanagliate dalla paura e dalla psicosi come effetto del martellamento propagandistico delle TV (pandemia, morte, contagi, vaccini, obbligo, confinamento, ecc..), l’esasperazione e la mancanza di soldi portano la gente a rivoltarsi.

Le file alla Caritas per un pasto caldo sono enormemente aumentate e il disagio cresce in specie nelle grandi città, nelle periferie urbane e nelle zone turistiche divenute deserte. Da Roma, Firenze, Venezia, Rimini, Pisa, Siena e Genova sale lo stesso urlo di insofferenza verso una classe politica che ha messo in ginocchio il paese.


Non basta più trincerarsi dietro la scusante della pandemia che, proprio in questi giorni, rivela il suo sinistro scopo predeterminato nel piano malthusiano di imporre la vaccinazione di massa senza verificare gli effetti reali per la salute. Un piano che aveva, fin dall’inizio, come sua finalità il controllo sociale di massa e la vaccinazione come sistema di coercizione sanitario.
Tutto rientra in questo piano: dall’approvazione dei vaccini sperimentali alla sospensione della Costituzione e ai confinamenti arbitrari, passando per la censura delle cure preventive efficaci, i tamponi usati in modo improprio e la corsia preferenziale per il Covid, pur se illegittima, in tutte le strutture sanitarie. Proteste dei ristoratori commercianti e P.IVA


Il blocco delle attività economiche dei servizi, dai ristoratori alle fiere, agli spettacoli, alle palestre, negozi ecc.. ha prodotto la crisi e la recessione e questa sta provocando effetti a catena. Oltre alla crescita della miseria e della povertà di grandi masse di popolazione, l’effetto sui conti pubblici è micidiale. L’illusione dei ristori è finita, in cassa non ci sono più soldi, lo Stato non è in grado di stampare moneta, ha delegato ad altri questa facoltà essenziale.
Adesso si scopre il bluff dell’Europa e dalla Germania arrivano le prime avvisaglie: vedere l’intervento di Jens Weidmann all’incontro del 31 marzo tenutosi all’”International Club of Frankfurt Economic Journalists”. Sostanzialmente questi ha detto che la crisi pandemica non può essere una scusante per fare altro debito assistenziale (debito cattivo) ma bisogna tornare all’equilibrio dei conti e lo stesso Weidmann ha sottolineato come «superata la crisi del coronavirus, sarà necessaria fermezza nella politica monetaria».”


Questo monito avviene non a caso dopo la decisione shock della Corte di Karlsruhe – per cui si è stabilito che la politica monetaria non è un totem che si possa autoisolare dal contesto macroeconomico e il governo non può decidere di caricarsi dei debiti dei paesi del sud Mediterraneo (i Pigs). Quindi si capisce che i miliardi pretesi in arrivo del Recovery Fund sono solo una illusione, Germania e Olanda metteranno il veto. La BCE non immetterà più liquidità nel sistema.
In conseguenza occorre prepararsi per le prossime mosse che saranno una riforma delle pensioni e l’imposizione di una patrimoniale con prelievo anche sui conti correnti. A queste seguiranno la svendita di una buona parte del patrimonio nazionale ed altre privatizzazioni con vantaggio dei soliti potentati finanziari a cui risponde lo stesso Mario Draghi. Una previsione del tutto realistica.
Saltano quindi tutte le promesse e le illusioni volutamente create da una classe politica che risponde essenzialmente al potere finanziario privato transnazionale, verso cui i politici dipendono strettamente per il finanziamento della spesa pubblica e per il rating, mentre gli stessi non dipendono dal gradimento popolare né dal benessere popolare, in un paese bloccato e commissariato dove le direttive politiche vengono dall’alto. Il ministro Speranza e Mario Draghi

Quindi appare chiaro come non mai che le istituzioni non sono rappresentative dell’interesse e della volontà della gente comune ma di una ristretta minoranza ben posizionata nei palazzi del potere e che non necessariamente risponde di quello che fa.
Lo avevamo detto dall’inizio: la funzione di Draghi è quella del liquidatore e in questo è affiancato dal ministro Speranza che è il collegamento necessario con le Big Pharma, una coppia che gestisce in questo momento la situazione critica di questo paese.