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L’amministrazione Biden deve fare i conti con la Russia

di Scott Ritter - 05/11/2023

L’amministrazione Biden deve fare i conti con la Russia

Fonte: Come Don Chisciotte

L’amministrazione Biden deve fare i conti con la Russia.
Mentre la guerra del 2023 a Gaza distoglieva l’attenzione dalla tragica situazione in Ucraina, la disastrosa controffensiva sponsorizzata dalla NATO si è esaurita, con quasi il 100% di perdite tra gli attaccanti, tra uomini e materiali.
(La NATO aveva addestrato una forza di 90.000 soldati ucraini per questa offensiva e aveva fornito loro circa 300 veicoli blindati; la Russia ha pubblicato i dati delle perdite ucraine dall’inizio della controffensiva, circa 90.000 tra morti e feriti, e 300 veicoli blindati distrutti).
La Russia ha assunto una postura offensiva; secondo le prime notizie dal campo di battaglia ha avuto più successo nelle prime settimane di attacchi di quanto non ne abbia avuto l’Ucraina nella sua controffensiva durata cinque mesi.
Come se non bastasse, U.S. News and World Report ha appena pubblicato la classifica degli eserciti più forti del mondo e la Russia ha superato gli Stati Uniti per il primo posto.
In tempi come questi, la Casa Bianca si rivolge ai suoi spin doctor per manipolare la narrazione e, nella scuderia della Casa Bianca, non c’è miglior praticante dell’arte della propaganda del portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, John Kirby.
“Se me lo consentite, vorrei prendermi un paio di minuti”, ha dichiarato Kirby alla stampa il 26 ottobre, “per aggiornarvi sulla situazione sul campo di battaglia in Ucraina”.
La Russia, a quanto pare, era all’attacco, visto che, ha osservato Kirby, ha lanciato una nuova offensiva nell’Ucraina orientale “su più direttrici”, tra cui quelle intorno ad Avdiivka, Lyman e Kupiansk. Questa offensiva, ha detto Kirby,
“non è stata una sorpresa. L’abbiamo vista crescere e svilupparsi. Avevamo avvertito che il Presidente Putin mira ancora a conquistare l’Ucraina e abbiamo lavorato per garantire che l’Ucraina avesse tutto il materiale necessario per difendere il suo territorio”.
Nel giugno del 2022, Kirby era stato di parere diverso. Allora aveva dichiarato:
“Loro [gli ucraini] stanno ricevendo tutto ciò che possiamo inviare alla massima velocità possibile. … Ci impegneremo ad aiutare le forze armate ucraine a difendersi e a fare in modo che possano riprendersi del territorio, in particolare a est e a sud, cosa che stanno cercando di fare ora”.
John Kirby durante un evento stampa nel 2021. (DoD, Lisa Ferdinando)
Ora non si parla più di riconquista del territorio da parte dell’Ucraina. Kirby ha invece sottolineato che un nuovo pacchetto di aiuti, incentrato sulla difesa aerea e sui missili anticarro, oltre che sulle munizioni per l’artiglieria, ha permesso all’Ucraina “di resistere a questa offensiva, respingendo con successo le colonne di carri armati russi che stavano avanzando su Avdiivka”.
I russi, ha sottolineato Kirby, hanno “subito perdite significative in questo loro tentativo di offensiva, tra cui almeno 125 veicoli blindati intorno ad Avdiivka ed equipaggiamento bastante per un intero battaglione.”
La chiesa di San Michele ad Avdiivka, nella regione di Donetsk, il 1° aprile, durante la battaglia per la città. (Polizia nazionale ucraina, Wikimedia Commons, CC BY 4.0)
Nonostante questa battuta d’arresto – di cui però Kirby non ha fornito alcuna prova – si prevede che la Russia continuerà ad attaccare le linee ucraine. “Questo è un conflitto dinamico”, ha detto Kirby, “e dobbiamo ricordare che la Russia mantiene ancora una certa capacità offensiva e potrebbe essere in grado di ottenere alcuni guadagni tattici nei prossimi mesi”.
La differenza tra “l’Ucraina sta per riconquistare il territorio perduto” e “la Russia è all’offensiva e potrebbe ottenere alcuni guadagni tattici” è di un ordine di grandezza tale che non si può semplicemente far finta di nulla.
Qualcosa sta accadendo sul campo nella guerra tra Ucraina e Russia e Kirby sta cercando disperatamente di preparare il pubblico americano ad alcuni sviluppi significativi che andranno a vantaggio esclusivamente della Russia.

Dopo una controffensiva fallita
Cercare di minimizzare questi guadagni come “tattici” non cambia il fatto che stanno avvenendo all’indomani di una controffensiva fallita che era stata sostenuta dalla forza militare ed economica collettiva di Stati Uniti, NATO e Unione Europea.
Il passaggio da una grande controffensiva volta a riconquistare la maggior parte, se non tutto, il territorio annesso dalla Russia, a una posizione difensiva in cui ci si aspetta che la Russia conquisti ancora più territorio, non può essere considerato di natura “tattica”. Si tratta di un cambiamento strategico che potrebbe delineare l’andamento finale del conflitto per entrambe le parti.
Vladimir Trukhan è un colonnello della riserva dell’Esercito russo in forza al Distretto militare centrale, recentemente tornato dal fronte dell’Operazione Militare Speciale. Afferma che la situazione sul campo di battaglia è assai peggiore [per gli ucraini] di quella descritta da Kirby.
In un’ampia intervista rilasciata all’inizio del mese al mio podcast “Ask the Inspector”, Trukhan ha osservato che ad Avdiika i russi non cercano “guadagni tattici”, ma piuttosto il controllo operativo del campo di battaglia, al fine di creare un semi-calderone che replichi lo scenario da “tritacarne” che si era verificato a Bakhmut e dintorni all’inizio di quest’anno.
Circondare Avdiika, ha detto Trukhan, non è l’obiettivo. L’obiettivo russo è quello di mettere il comando ucraino di fronte ad un dilemma: abbandonare Avdiika potrebbe portare al crollo del morale dei difensori ucraini e rimanere comporterebbe una enorme perdita di vite umane a causa delle difficoltà nel far arrivare rinforzi alla guarnigione.
A Bakhmut, i russi erano stati in grado di eliminare, ferire o catturare più di 70.000 soldati ucraini, all’incirca il numero di truppe che erano state arruolate e addestrate dalla NATO per portare avanti la controffensiva.
Cercare di mantenere Avdiika potrebbe rivelarsi fatale per l’intero sforzo difensivo ucraino, poiché le riserve ucraine sono ormai esaurite e l’Ucraina è costretta a prelevare truppe da altre zone della linea di contatto, creando ulteriori opportunità offensive per i soldati russi.
Bakhmut ovest durante la battaglia del 5 aprile. (Dpsu.gov.ua, Wikimedia Commons, CC BY 4.0)
Kirby ha citato Kupiansk, un’altra area in cui la Russia ha potuto ottenere qualche successo “tattico” sul campo di battaglia. La battaglia di Kupiansk rappresenta la manifestazione dell’arte operativa russa, un esempio in cui la Russia è stata in grado di sfruttare la mancanza di truppe ucraine di prima linea, avviando operazioni offensive in aree del campo di battaglia scarsamente presidiate.

Un altro semi-calderone
A Kupiansk, la Russia sta cercando di formare un altro semi-calderone, un nuovo “tritacarne” simile a Bakhmut, che costringerà l’Ucraina a ritirarsi o a impegnare truppe che non ha, esponendo un’altra località del fronte alle operazioni offensive russe.
Le conseguenze dei bombardamenti russi su Kupiansk, 25 gennaio. (Direzione principale del Servizio statale di emergenza dell’Ucraina nell’Oblast’ di Kharkiv, Wikimedia Commons, CC BY 4.0)
E così il ciclo si ripete, fino al crollo generale lungo la linea di contatto ucraina.
Ma questo non è l’aspetto più importante di ciò che sta accadendo a Kupiansk. A differenza della sconfitta della controffensiva ucraina a Zaporizhia e delle battaglie semiclandestine di Bakhmut e Avdiika – tutte combattute su un territorio rivendicato dalla Russia e, come tali, rispondenti all’obiettivo dichiarato dal presidente Vladimir Putin di liberare tutti i territori russi – Kupiansk si trova inequivocabilmente in territorio ucraino, fa parte dell’Oblast di Kharkov.
Sebbene la Russia avesse mantenuto una presenza militare nell’Oblast di Kharkov dopo il suo ritiro nell’autunno del 2022, questa presenza era stata ritenuta necessaria per garantire la sicurezza del territorio settentrionale della Repubblica di Lugansk più che per servire da trampolino di lancio per le operazioni offensive russe.
Se l’Ucraina avesse cercato una soluzione negoziata al conflitto, osserva Trukhan, la Russia si sarebbe ritirata dal territorio ucraino. Poiché l’Ucraina ha scelto di continuare a combattere, la Russia è passata all’offensiva sul territorio ucraino.
Questo è il segnale che la Russia – per garantire la sicurezza dell’etnia russa nell’Ucraina orientale – ha avviato operazioni che potrebbero portare l’Ucraina a perdere altri cinque oblast, che passebbero sotto il controllo russo.
Si tratta di un nuovo punto di inflessione critico nel conflitto, di importanza strategica.
John Kirby può cercare quanto vuole di liquidare l’offensiva russa a Kupiansk come poco più di un successo “tattico”. Si tratta, invece, di un momento di svolta nel conflitto.

Classifica militare più alta
Concentrandosi sull’operazione militare speciale, Kirby guarda gli alberi e non vede la foresta. U.S. News and World Report, invece, non l’ha fatto.
In qualche modo la Russia – le cui forze armate, secondo i media occidentali e Kirby, hanno subito perdite orribili che, a causa del morale scadente, di una leadership inefficace e di una logistica insufficiente, avrebbero portato alla paralisi operativa – ha superato gli Stati Uniti come esercito più potente del mondo.
Questa classifica non solo smentisce l’idea dell’incompetenza russa nel conflitto contro l’Ucraina, ma riflette anche la realtà – largamente ignorata in Occidente – che, mentre la Russia sta portando avanti con successo la sua Operazione Militare Speciale, sta anche aumendo gli effettivi in servizio attivo da 900.000 a 1,5 milioni di soldati, marinai, aviatori e marines.
Putin, secondo da destra, durante un’ispezione di attrezzature militari nel gennaio 2018. (Cremlino.ru, Wikimedia Commons, CC BY 4.0)
Tutto questo richiede non solo un enorme sforzo di reclutamento – contemporaneamente ai combattimenti in Ucraina – ma anche un grosso impegno da parte del complesso industriale militare russo, che ha il compito non solo di fornire armi alle forze russe impegnate contro l’Ucraina, ma anche di equipaggiare e sostenere logisticamente una forza aggiuntiva di 600.000 uomini.
Tutti questi nuovi uomini in uniforme, che si aggiungono ai 300.000 riservisti mobilitati e ai 300.000 volontari per l’Operazione Militare Speciale, portano ad un totale di 1,2 milioni di uomini sotto le armi, in un momento in cui la NATO fatica a formare una forza di reazione rapida di 300.000 uomini e gli Stati Uniti si ritrovano con 15.000 reclute in meno rispetto all’obiettivo di 60.000.
La Commissione del Congresso sulla postura strategica degli Stati Uniti ha appena pubblicato un rapporto finale in cui si afferma che gli Stati Uniti devono aumentare drasticamente le dimensioni della loro forza militare convenzionale.
Non viene affrontata la questione di come farlo, al di là dello stanziamento di fondi. Ma, anche un modesto aumento di 150.000 uomini, in un momento in cui l’esercito americano non è in grado di reclutare personale sufficiente a sostenere l’attuale struttura delle forze, sembra una missione impossibile.
Al di là dei paragoni a senso unico sulle competenze necessarie quando si tratta di reclutare e sostenere un gran numero di nuove formazioni militari, il vero significato di ciò che la Russia sta facendo è arrivato dal colonnello Trukhan, che ha sottolineato come l’espansione della capacità militare russa abbia una priorità più alta rispetto alla conduzione delle operazioni militari nel teatro delle operazioni della SMO.
Ciò significa che, in un momento in cui l’Occidente collettivo – Stati Uniti, NATO e Unione Europea – sta lottando per trovare il modo di sostenere lo sforzo bellico ucraino, la Russia ha preso l’iniziativa strategica nella SMO, anche se ha relegato la SMO a uno status di secondo livello.
L’obiettivo principale della Russia è la costruzione di un esercito in grado di fronteggiare e sconfiggere le forze combinate dell’Occidente. Lo sforzo della Russia prevede la creazione di nuove unità, dotate di attrezzature moderne e sostenute dalla produzione dell’industria della difesa russa.
L’Occidente, nel frattempo, lotta per trasformare un esercito che esiste in gran parte sulla carta o nell’immaginazione dei suoi leader, in qualcosa capace di scendere in campo in una guerra di terra su larga scala in Europa.
Oggi l’esercito russo è temprato e testato in combattimento e ha assimilato la miriade di lezioni tattiche e operative apprese a fatica nel corso di oltre 600 giorni di combattimenti.
Gli eserciti dell’Occidente collettivo, invece, hanno difficoltà ad uscire dalle caserme, sono organizzati ed equipaggiati secondo standard pre-SMO e possono sostenersi per appena due settimane in caso di combattimento su larga scala.
John Kirby può rigirare le sue informazioni come vuole, ma non potrà mai cambiare questa realtà: la Russia sta vincendo la guerra in Ucraina e sta dominando gli Stati Uniti e la NATO in termini di forza militare complessiva. Grazie a Vladimir Trukhan, possiamo guardare in modo realistico alla realtà delle forze armate russe, in perfetta sincronia con le conclusioni di U.S. News and World Report, secondo cui è la Russia, e non gli Stati Uniti, ad avere le forze armate più potenti del mondo.

Scott Ritter è un ex ufficiale dei servizi segreti del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, ha prestato servizio nell’ex Unione Sovietica per l’attuazione dei trattati sul controllo degli armamenti, nel Golfo Persico durante l’operazione Desert Storm e in Iraq per la supervisione del disarmo delle armi di distruzione di massa. Il suo libro più recente è Disarmament in the Time of Perestroika, pubblicato da Clarity Press.

Fonte: consortiumnews.com
Link: https://consortiumnews.com/2023/10/31/scott-ritter-john-kirby-versus-russian-military/
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org