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L'epoca della ipocrisia

di Giorgio Bianchi - 27/12/2023

L'epoca della ipocrisia

Fonte: Giorgio Bianchi

L’epoca in cui viviamo non sarà forse la più violenta della storia (violenze efferate vi sono state fin dalla notte dei tempi) ma è di sicuro la più ipocrita.
Oggi i massacri non si compiono più in nome del sacro egoismo delle nazioni, ma in nome dei diritti umani e dei buoni sentimenti.
In Afganistan, quelle stesse donne che dovevano essere liberate dalla medioevale tirannia dei talebani,  potevano però essere fatte a pezzi, insieme ai loro figli, dai droni lanciati contro le abitazioni dei presunti terroristi ( in questa pratica, che ha provocato decine di migliaia di vittime, si è distinto il buon presidente premio Nobel per la pace, Barac Obama).
Per portare la democrazia in Libia, si sono chiusi entrambi gli occhi di fronte ai pogrom di cui è stata vittima la locale popolazione di colore. Il sistema mediatico dell’Occidente si è persino inventato, con ributtante cinismo, la presenza dei “mercenari neri di Geddafi”.
Il razzismo, del resto, può sempre tornar buono.
I “buu” di sfregio al centravanti avversario suscitano uno sdegno unanime. Se però dal campo di calcio passiamo al campo di battaglia,  le cose cambiano completamente.
Da quasi tre mesi Israele colpisce in modo indiscriminato la popolazione di Gaza. I morti sono più di ventimila. I video postati dagli stessi soldati israeliani ci mostrano scene indecenti: abbattimento di moschee, ospedali, scuole e case private; interi quartieri rasi al suolo;  prigionieri (tra essi anche alcuni bambini) denudati ed esposti come trofei. Come non bastasse, gli attacchi si estendono alla Cisgiordania, alla Siria e al  Libano. Il giorno di Natale, per esempio, è stata bombardata Betlemme.
Di fronte a queste enormità, cosa fa il sistema mediatico?  Minimizza, nasconde, ammicca. Fa capire che, in fondo, se la sono meritata. E’ gente inferiore. Avrebbe dovuto starsene tranquilla, chiusa all’interno del suo bel muro. Sono arabi e musulmani, che non possono essere offesi facendo a scuola un presepio che non offende nessuno, ma possono essere massacrati.
Il razzismo, cacciato con squilli di tromba e fanfare dalla porta principale, ritorna dalla finestra.
Colmo dei colmi, a distinguersi in questa opera di demonizzazione sono spesso le vecchie cariatidi del Sessantotto. Quelli che a venti anni volevano fare la rivoluzione ed ora, arrivati alla terza età, si fanno paladini di tutte le più oscene nefandezze dell’Occidente.