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L’immunità di gregge è un’assurdità

di Stefano Montanari - 07/08/2019

L’immunità di gregge è un’assurdità

Fonte: Vita al microscopio

Roberta Doricchi – Lo so: lei ne ha parlato chissà quante volte ma vorrei che ci tornasse sopra anche se non me la sento di dire che sarà una volta per tutte. Vorrei che riassumesse la sua posizione sull’immunità di gregge.

Stefano Montanari – Ha ragione: non sarà una volta per tutte. Anzi, sarà evangelicamente la vox clamantis in deserto: la voce di chi grida nel deserto. La mia posizione è quella dell’ovvietà: l’immunità di gregge semplicemente non esiste.

RD – Riassumendo…?

SM – Si tratta di un concetto che nacque negli Anni Trenta in America e che fu poi distorto in modo ridicolo, tanto ridicolo da offendere non solo le persone vittime della truffa, e sono tante, ma gli stessi truffatori, alcuni solo ignoranti, molti privi di dignità. Nel 1933 un epidemiologo, un tale Hedrich, pubblicò una sua osservazione relativa al morbillo secondo la quale se, in una popolazione, il 68% dei soggetti era immune dalla malattia per averla contratta in modo naturale e, dunque, ne era diventato immune, il morbillo si diffondeva molto meno di quanto non facesse in altre condizioni. [A. W. HEDRICH – MONTHLY ESTIMATES OF THE CHILD POPULATION “SUSCEPTIBLE’ TO MEASLES, 1900–1931, BALTIMORE, MD – American Journal of Epidemiology, Volume 17, Issue 3, May 1933, Pagine 613–636 (N.d.R.)]

RD – Dunque, un’immunità di gregge.

SM – Sì. Ma ben diversa dalla distorsione che se n’è fatta parecchi decenni dopo.

RD – Cioè?

SM – In primo luogo si trattava di qualcosa che in medicina si definisce episodico, riferendosi ad un’osservazione fatta su un caso di una piccola popolazione. Del resto, l’articolo non pretendeva altro che non fosse il riportare un caso. In quell’osservazione si citavano soggetti che l’immunità se l’erano fatta ammalandosi e guarendo, il che è tutt’altra cosa rispetto a qualcosa che abbia a che fare con le vaccinazioni.

RD – Perché?

SM – Beh, le ragioni sono più di una. Come ho detto, l’articolo non aveva niente a che fare con i vaccini  ma trattava solo dell’immunità naturale che, con buona pace di  qualcuno che viene contrabbandato come virologo, dura tutta la vita e non può essere rafforzata banalmente perché non ne ha bisogno. Quella artificiale, vale a dire quella acquisita con i vaccini, no. Quella è diversa, è di gran lunga meno efficace e dura poco. Dunque, non c’è paragone tra i due tipi d’immunità, se non altro, lasciando da parte le ragioni biologiche, valutandole dal punto di vita pratico. Intanto non si sa mai se il vaccino abbia funzionato o no, e sono gli stessi produttori ad avvertire che il farmaco può tranquillamente non avere effetto, cosa tutt’altro che rara. Poi, in ogni caso, che funzioni o no, quell’immunità è a tempo e nessuno sa quanto sia quel tempo, dato che varia da soggetto a soggetto. Questa è la ragione per la quale si fanno i cosiddetti richiami, cosa che sarebbe assurda nei casi di malattia naturalmente acquisita. Aggiungo che i richiami sono fatti a casaccio, senza sapere se ce ne sia necessità. Ma, d’altra parte, in geneale le vaccinazioni sono fatte a casaccio. Proseguendo, seppure con molta timidezza per gli interessi in ballo, ci si sta rendendo conto che i vaccinati sono veri e propri untori e possono restarlo per anni. Dunque, sono proprio loro ad essere veicolo della malattia. E di questo, lo dico tra parentesi anche se la cosa è d’importanza fondamentale, dovrebbero tener conto i vari presidi che, tra presunzione, arroganza e ignoranza, spingono i ragazzini a vaccinarsi credendo o facendo credere in quel modo di proteggere l’eventuale compagno immunodepresso senza rendersi conto del pericolo che gli fanno correre.

RD – Dunque, l’immunodepresso è in pericolo se sta tra i vaccinati?

SM – Basterebbe spendere qualche minuto per leggere ciò che i produttori di vaccini segnalano per saperlo.

RD – E poi, a proposito dell’immunità di gregge?

SM – E poi almeno un altro paio di punti, anche se ce ne sarebbero da riempire molte pagine. Quel 95% è totalmente privo di qualunque fondamento, immunità naturale o da farmaco che sia, e sfido chiunque a presentare una ricerca che ne indichi la validità. Per di più, aggiungendo ridicolo a ridicolo, il 95% pare valere come atto di fede inconfutabile per qualunque malattia e costituire una sorta di limite di una precisione assoluta. L’altro giorno mi è capitato di leggere un articoletto di una povera giornalista che raccontava come in una certa zona si fosse, a suo dire, molto lontani da quel 95% di sicurezza: si era al 93,6. La ragazza, probabilmente più versata per argomenti di diversa frivolezza, non si rendeva conto che, in termini di epidemiologia, la differenza tra 95 e 93,6 è di fatto nulla, tenendo conto, quanto meno, di tutte le ovvie incertezze e imprecisioni che gli epidemiologi ben conoscono o, almeno dovrebbero conoscere. Resta allarmante che i mezzi di cosiddetta informazione si prestino a diffondere bufale così mortificanti e, peraltro, così facilmente smentibili da chiunque abbia qualche nozione di epidemiologia senza che qualche addetto ai lavori intervenga se non altro per rendere meno arlecchinesco e macchiettistico  chi diffonde la sciocchezza. Evidentemente avranno il loro interesse a farlo.

RD – E l’altro punto?

SM – L’altro punto è che in quell’articolo del 1933 al quale si deve abusivamente il concetto, peraltro diversissimo da quello che è stato fatto diventare, parlava solo di morbillo. Oggi, a idea totalmente distorta, si parla d’immunità di gregge per qualunque malattia, compreso, ad esempio, il tetano che non è malattia trasmissibile e, quindi, comunque si guardi la cosa, vaccino o no, l’immunità di gregge non può esistere. Ma la gente è disposta a bersi qualunque cosa e non si rende nemmeno conto di essere vittima di veri e propri truffatori. Potrei continuare entrando in un’infinità di particolari ma mi fermo qui. Aggiungo solo che l’immunità di gregge è utilissima.

RD – Non credo di capire.

SM – È utilissima perché ci permette di capire senza possibilità di errore con chi abbiamo a che fare. Se chi la cita e la sostiene è un medico, si tratta indubbiamente di un furfante perché mi rifiuto di pensare che, anche uscendo da università di infimo livello, si possa essere così ignoranti e privi di senso critico. Se a sostenerla è un politico, è un corrotto. Se è una persona qualunque, giornalisti abbondantemente inclusi nel gruppo ed escludendo i juke-box, quelli che suonano la canzone che è stata scelta infilando un soldino, è un ignorante con l’aggravante della credulità. Insomma, un certificato. Io non so se si tratti di un reato perseguibile dai nostri codici. Certo che, almeno dal punto di vista scientifico, è un’enormità e da quello morale una mortificazione. Comunque, è un indice eccellente di valutazione.

RD – Passiamo ad altro. Il dottor Pregliasco ha vaccinato in diretta televisiva (https://tv.liberoquotidiano.it/video/politica/13485529/paola-natali-vaccino-diretta-politici-gregorio-mammi-m5s-caso-politico-no-vax.html ).

SM – Una versione da brivido di Zelig.

RD – Come commenta la cosa?

SM – Vede, io sono laureato in farmacia, il che significa che sono autorizzato a parlare di farmaci perché quelli sono i protagonisti del corso di laurea che ho seguito mezzo secolo fa e poi, a latere, di tanta ricerca che ho fatto da allora. Evidentemente ai medici non s’insegnano le basi stesse della farmacologia e di quella che dovrebbe costituire la buona pratica medica.

RD – Qual è il commento di quelle vaccinazioni in TV?

SM – Al di là della pubblica esibizione che per decenza non commento e che non mi pare possa far parte della dignità di un medico che si qualifichi come tale, se il dottor Pregliasco conoscesse l’argomento, saprebbe che con i farmaci non si gioca. In particolare saprebbe che non si vaccina a casaccio ignorando se il soggetto sia già immune alla malattia e se sia allergico a uno o più ingredienti del farmaco o ad una loro combinazione. Tutte cose non frutto di capriccio ma prescritte dai produttori stessi di quei farmaci. E mai si vaccina in un ambiente inadatto come uno studio televisivo dove mi permetto di dubitare che ci siano in dotazione i sistemi d’intervento, peraltro obbligatori, in caso di problemi come, ad esempio, un non impossibile shock anafilattico. Chissà, poi, se chi si è prestato a quella farsa non proprio priva di rischi è stato tenuto in osservazione come prescritto.

RD – E che ne dice di loro, della giornalista e dei volontari?

SM – No, la prego, mi faccia un’altra domanda. Quei personaggi si qualificano senza bisogno di commenti. La sola cosa che posso dire è che vorrei conoscere la reazione, se mai ce n’è una, dell’Ordine dei Medici.

RD – L’Ordine dei Medici…

SM – L’Ordine dei Medici tiene un comportamento tutto da spiegare. Pubblica un codice deontologico e poi chi, medico, vi si attiene rischia la radiazione o viene radiato. Il caso del dott. Petrella è emblematico. Dall’altra parte lei trova medici e chirurghi che si macchiano di reati orrendi legati vigliaccamente ad abusi nell’esercizio della loro professione, che provocano lesioni anche irrecuperabili alle loro vittime, che finiscono addirittura in carcere e che restano regolarmente iscritti all’Ordine. Evidentemente sono i benaccetti, mentre non lo sono e  sono da eliminare coloro che non si adattano a certe regole su cui mi permetta di stendere qualcosa che è più di un velo.

RD – Lei ha sempre sostenuto che l’Ordine dei Medici deve essere abolito.

SM – È una necessità.

RD – Vorrei ora un suo commento sulla bambina ricoverata da molti mesi in ospedale per un’epatite B e che si vuole vaccinare per quella malattia.

SM – Non conosco la vicenda se non dal poco che ho sentito da mia moglie per una telefonata che ha ricevuto. Mi auguro solo che la cosa non sia vera perché, se lo fosse, saremmo di fronte ad un atto che con la medicina non ha nulla a che fare ma ha a che fare con altro, e quell’altro dovrebbe essere di pertinenza immediata dell’Ordine dei Medici e forse anche di qualche istituzione.  Del resto, non è raro che chi è vittima di un trauma sia vaccinato contro il tetano e, in fondo, il concetto è lo stesso. Per fortuna la grande maggioranza della popolazione è più forte dell’ignoranza pericolosa di troppi personaggi che forse non hanno capito molto della medicina e, grazie a quella forza naturale, escono tutto sommato in condizioni accettabili da certi trattamenti che non hanno nulla da invidiare alle somministrazioni di mercurio o di arsenico di un tempo. Anzi…

RD – Cambiamo argomento. In un suo post recentissimo lei è stato particolarmente critico nei riguardi della Chiesa Cattolica (http://www.stefanomontanari.net/tra-schifo-e-pena/).

SM – Come potrei non esserlo? Arrampicandosi su specchi scivolosissimi qualcuno mi ha detto che non ho il diritto di tirare in ballo la Chiesa non essendo credente. Ovviamente la cosa non regge: chiunque può criticare il gioco di una squadra di calcio senza esserne tifoso. Di quell’argomento io potrei parlare come addetto ai lavori nel settore dei farmaci, ma qui ne parlo da uomo qualunque fornito di quella presenza sottile e misteriosa che si chiama coscienza e che, evidentemente, qualcuno è riuscito a sopprimere nella sua anima o, piuttosto, in ciò che ne è rimasto. Lasciando da parte l’orrore che mi suscita l’aborto a scopo di lucro, perché è di quello che parlo, sperando di non rischiare il rogo provo ribrezzo nei confronti delle autorità religiose cattoliche. Queste non solo non condannano quello che per la loro dottrina è il più grave dei peccati ma addirittura lo sostengono. Il perché io lo immagino ma, naturalmente, non ho prove mie e, dunque, su questo taccio. Posso solo dire che, se io non sono credente, nemmeno le autorità religiose lo sono. Anzi, si fanno beffe delle loro stesse parole un po’ ricordandomi Cecco Angiolieri quando diceva di desiderare di essere papa per prendersi gioco dei cristiani. Sarebbe divertente sentire qualche prelato leggere ad alta voce il canone 1398 del Codice di Diritto Canonico e giustificare il comportamento ufficiale della Chiesa. Da ciò che capisco io e, del resto, quel dettato è comprensibile da chiunque, tutta la Chiesa Cattolica che tace o che, peggio ancora, sostiene la pratica dell’aborto, per di più a scopo di lucro, è automaticamente scomunicata come è per chiunque. Ma può essere che ci sia qualcuno che, come i maiali di Orwell, sia più uguale degli altri e, in quel caso…

RD – Gli Ortodossi russi si sono opposti all’obbligatorietà dei vaccini.

SM – Si tratta solo di un passettino. Bene che il vaccino non sia obbligatorio e, dunque, che i fedeli non siano costretti ad essere complici di quello che anche per loro è il peccato più grave in assoluto, ma la Chiesa Ortodossa ha il dovere di condannare  in assoluto la pratica dell’aborto industriale e ha pure il dovere di proibire a chi aderisce a quella fede di usare almeno i vaccini prodotti uccidendo, per di più con una crudeltà che farebbe impallidire chi gestiva i tanto esecrati campi di sterminio di un tempo, feti umani. Questi, in aggiunta ad ogni altra considerazione, sono perfettamente sani perché la loro salute è una caratteristica indispensabile per gli acquirenti. Ricordo che anche per gli Ortodossi russi i feti non sono diversi da qualunque individuo regolarmente partorito.

RD – Restando in argomento religioso, i musulmani britannici sono stati chiari per quanto li riguarda: i vaccini che contengono gelatina di maiale sono impuri e, dunque, il loro uso è proibito.

 SM – Al di là del fatto che è difficile trovare un vaccino senza gelatina di maiale e, dunque, il vaccino antinfluenzale e, mi pare, solo quello, contro cui si sono espressi è una goccia nel mare, e al di là dell’opinabilità su quanto impuro e perché sia un maiale rispetto ad un bue o a una gallina, il che non mi compete, si tratta di piccolo un atto di coerenza. Un atto, però, che non può essere limitato ad un solo prodotto ma deve forzatamente essere esteso a tutti quelli che l’animale impuro lo contengono. Un amico mi ha mandato un link di un quotidiano [http://www.ilgiornale.it/news/mondo/uk-comunit-musulmana-contro-i-vaccini-sono-impuri-1733141.html (N.d.R.)] che ho trovato particolarmente divertente.

 RD – Divertente?

 SM – Non l’articolo in sé che non si discosta dai binari triti della letteratura di regime. A divertirmi sono stati i commenti dei lettori: un vero e proprio grottesco stupidario che fotografa fedelmente il grado di contaminazione dei cervelli che il sistema di corruzione è riuscito mirabilmente a mettere in atto. Ne consiglio vivamente la lettura con particolare riguardo a chi si occupa di psicologia.

 RD – In apparenza potrebbe sembrare un argomento fuori luogo ma credo che non lo sia. Appare fin troppo evidente che il governo che abbiamo ora non potrà reggere a lungo, tanto sono le divergenze tra gli alleati. La domanda è: che cosa accadrà, a governo caduto e a nuovo governo insediato, dell’obbligatorietà dei vaccini?

SM – Escludendo ogni mio commento da uomo della strada su un governo che è riuscito nella “mission impossible” di far peggio di quello precedente, se vogliamo restare ai vaccini, la caduta del governo mi fa paura.

RD – Perché?

SM – Quando cadde il governo precedente, qualcuno pensò che quella follia che era la legge Lorenzin sul trattamento sanitario obbligatorio a base di quattro vaccini sarebbe stata cancellata e si sarebbe tornati alla legalità costituzionale oltre che, naturalmente, alla biologia. Come abbiamo visto tutti, non solo non è stato così ma la nuova ministra, non mi chieda perché, ha moltiplicato per due e mezzo i vaccini.

RD – E, invece, il perché glie lo chiedo.

SM – E io non le rispondo anche se la risposta la conosciamo benissimo tutti e due.

RD – Continui: perché il nuovo governo le fa paura?

SM – Perché, rispolverando un concetto caro al qualunquismo di settanta e passa anni fa, quelli che noi ci ostiniamo a chiamare politici sono tutti uguali. O, meglio, diventano tutti uguali come fossero stati morsi da Dracula. Lei lo ha visto come lo vede chiunque abbia l’onestà di vedere: i vaccini sono un business quanto mai interessante e, dunque, perché rinunciarvi? Dopotutto, sono gli elettori stessi ad offrirsi, anzi, a pretendere quel trattamento. A pretenderlo per sé e per gli altri. E, se siamo arrivati a questo punto, è proprio perché i cosiddetti politici sono tutti uguali e hanno fatto fronte comune. Lei ricorderà quando Grasso impedì che il film Vaxxed fosse proiettato in parlamento. E lei ricorderà quando Tajani impedì a Montagnier e a me di tenere la conferenza regolarmente programmata al parlamento europeo di Bruxelles. Schieramenti diversi ma, quando si subodorano certi rischi, si diventa, come si suol dire, pappa e ciccia. Questo infischiandosi bellamente di leggi, di fair play e di dignità.

RD – Dunque?

SM – Dunque non mi stupirei se, a poltrone distribuite, indipendentemente da chi ci poserà sopra le terga, dovessimo surclassare l’Argentina dove i vaccini obbligatori sono venti.

RD – Lei non regala speranze.

SM – Io sono semplicemente realista. Il regime si può rovesciare in un attimo come fu per il muro che divideva Berlino. Io quel muro l’ho visto, ci sono passato attraverso e le assicuro che era un mostro terrificante. Dopo anni di tormenti, dopo innumerevoli morti, in una notte quel muro è diventato un cumulo di macerie che lei, se vuole, può acquista a pezzetti in confezione regalo. La stessa cosa, magari più difficile perché l’infezione è stata lasciata diventare una pandemia planetaria, è possibile per quella follia che sono i vaccini. Il problema è che l’ipnosi collettiva funziona. E non solo funziona, ma trova sempre più fronti su cui esercitarsi e attaccare. L’educazione civica nelle scuole, da settembre obbligatoria, è uno dei veicoli. In un paese dove la Costituzione è quotidianamente calpestata e dove le istituzioni stesse si fanno beffe delle leggi, che cosa vuole insegnare a dei ragazzini se non la convinzione che, come diceva il giureconsulto latino Ulpiano a cavallo tra secondo e terzo secolo la legge è ciò che piace a chi comanda?