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La chiesa e la guerra: a proposito di Gattino XIV

di Vincenzo Costa - 18/11/2025

La chiesa e la guerra: a proposito di Gattino XIV

Fonte: Vincenzo Costa

Non bastava Mattarella, quel signore che parla di aggressore e aggredito e di diritto internazionale dopo aver ordinato, in violazione di ogni diritto internazionale, di bombardare Belgrado, facendo oltre  2000 vittime civili, 89 bambini, terrorizzando la popolazione, distruggendo ponti e i infrastrutture  civili.
Ora arriva anche Gattino XIV, il papino americano, a chiedere la "pace giusta", cioè la continuazione a l'espansione della guerra, ribaltando peraltro la richiesta di "pace, pace" di Francesco. Faceva prima a chiedere la guerra sino all'espulsione dei russi dall'Ucraina, cioè la guerra indefinita. Magari poteva procedere alla benedizione delle armi. Sarebbe stato più onesto.
Poi chiede che non si bombardino le strutture energetiche ucraine, e tutto ciò è meraviglioso, infatti gli ucraini non hanno bombardato le raffinerie di petrolio russe, e ieri un gasdotto. Ma si vede che a Gattino XIV nessuno glielo racconta, perché se lo sa e trasforma la cattedra di Pietro in un luogo di propaganda allora è indegno di stare lì.
Poi chiede che non si bombardino i civili, e forse dovrebbero informarlo che gli ucraini continuano a bombardare al confine edifici civili, supermercati, senza che nelle vicinanza vi sia nessun obiettivo militare o attinente. Solo per terrorizzare la popolazione.
Il mondo cattolico sta morendo, sta perdendo ogni luce, ridotto a miseria e servizio a poteri mondani. Non ha più credibilità.
Un mondo che muore. La chiesa resta un luogo di interessi, di familismi, serve a sistemare i figli e i figli degli amici. Vangelo, pii sentimenti e utilità' personale. Ma non indica più una strada. Non è più sale della terra, né lume su un colle.
Resta un compito, essenziale, essere cristiani in quest'epoca senza luce. Stare nella Chiesa in maniera libera, centrati sull'origine.
Perché criticare Gattino XIV non significa abbandonare la chiesa: significa denunciare il lerciume e coloro che la asservano ai poteri del mondo.