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La decomposizione sociale degli Stati Uniti d'America

di Luciano Lago - 10/06/2020

La decomposizione sociale degli Stati Uniti d'America

Fonte: controinformazione

Gli avvenimenti interni degli Stati Uniti con gli episodi cruenti di violenza razziale, di brutalità poliziesca a cui si sono contrapposte le rivolte e le sollevazioni di massa verificatisi in tutti gli Stati, non possono non portare a delle considerazioni essenziali su quale sia la fase di disgregazione e di decadimento di quella che veniva indicata come la “grande Democrazia” americana, esempio per tutto il mondo.

Sarebbe facile indicare che la causa di quello che sta accadendo all’interno degli USA sia da ricercare nel fatto che in quel paese non è mai stato superato il livello di razzismo latente, ma in realtà ci sono ben altri e fondati motivi.

La brutalità della polizia e il razzismo, sebbene esistano, non sono le sole cause della violenza e delle rivolte di massa, delle manifestazioni e dei saccheggi, come della repressione poliziesca che causa sconcerto ed indignazione in tutto il mondo.

Il grande pericolo che abbiamo in questo momento è quello di perdere il filo di quanto sta accadendo , quando sappiamo che il caso di brutalità poliziesca, con l’uccisione del nero a Minneapolis, non è un caso isolato ma è uno della lunga serie di quanti vengono commessi negli USA ai danni della minoranza nera e ispanica.

Occorre centrare la causa di questi avvenimenti in una serie di circostanze e in una dinamica che ci riporta alle condizioni economiche e sociali in cui si trova la società nordamericana, caratterizzata da enormi disuguaglianze sociali, dove l’1% della popolazione USA controlla circa il 40 per cento della ricchezza del paese.

Città in fiamme. Inizio guerra civile

Consideriamo che tutte le riforme fiscali apportate nel paese, dai tempi del presidente Reagan fino all’attualità, di fatto hanno consistito nella riduzione delle imposte per la fascia alta della popolazione e precarietà e sottosfruttamento per il resto della popolazione, situazione aggravata dalle delocalizzazioni delle grandi aziende (corporations) e dalla perdita di posti di lavoro negli USA.

E’ importante considerare che attualmente negli USA ci sono circa 40 milioni di persone che vivono sotto il livello della povertà e 5 di questi nella povertà assoluta, come avviene nei paesi africani o in quelli centro americani, dal Salvador al Guatemala, con il tasso di mortalità infantile che negli USA è il più alto dei paesi industrializzati, con lo spettacolo 30 mil. di persone senza casa (homless), con un salario minimo stabilito di 7,25 $ per ora che non è mai salito oltre tale livello da anni, con 46 milioni di persone che, per sopravvivere, dipendono dalle banche alimentari, il 30% in più rispetto al 2007, questo mentre la metà della popolazione americana non raggiunge il livello di salario medio stabilito dalle statistiche ufficiali.

Homless in Los Angeles

Quando parliamo della società statunitense parliamo di un sistema capitalista e neoliberista che in questo momento attribuisce alla persona la stessa condizione che è quella del capitale, per cui il denaro non tiene patria e non tiene razza, non ha territorio e si caratterizza per la sua fluidità, per l’anonimato. Questo status viene atrribuito anche alle persone che non hanno identità, razza, cultura o coscienza sociale ma sono soggetti in grado di vendere la loro capacità di lavoro in qualsiasi parte del paese e questo causa le grandi migrazioni da un luogo all’altro, molte delle quali condannano la gente alla povertà e privano milioni dipersone dell’ assistenza sanitaria.

Gli Stati Uniti in questo momento sono fondamentalmente una società in decomposizione perchè il Nord America non è la patria dei bianchi o dei neri ma è la patria dei ricchi, dei miliardari, dei grandi proprietari e del ceto cosmopolita, quello collegato alle entità finanziarie ed alle grandi corporations.

Non dimentichiamo che tanto il Minnesota, come Minneapolis, dove sono esplosi i primo disordini, sono stati progressisti e liberal che si distinguono per fare una politica progressista dichiarata per eliminare la povertà ma tutte le politiche attuate non sono riuscite a eliminare la povertà assoluta dei più poveri e piuttosto l’emarginazione risulta in crescita in quanto si tratta di una povertà strutturale propria del capitalismo finanziario che contraddistingue la società USA.

Clinton & Soros dietro la campagna contro Trump

Ci sono forti indizi che che le rivolte siano guidate dal fronte progressista e liberal che vuole sbarazzarsi di Trump, come ci sono vari commentatori che ritengono che tali rivolte di massa siano ispirate da Soros e da altri finanzieri del “Deep State” per mettere all’angolo Trump.

Questo è possibile, anzi probabile, ma la vera causa di queste manifestazioni sono riconducibili alla impunità ed alla mancanza di equità nel sistema nordamericano dove si rende evidente l’ipocrisia e la assenza reale di democrazia da entrambe le parti del sistema USA , quella dei democratici come quella dei repubblicani, guidate entrambe da oligarchie economiche che dispongono dei mezzi finanziari e mediatici per prevalere una sull’altra.

Resta il fatto che il gruppo dei neocons che oggi conduce la politica USA è il gruppo più pericoloso e fanatico esistente al mondo che ritiene di avere una “mission” da compiere, costi quello che costi, imponendo la loro visione e la loro egemonia in ogni angolo del mondo a mezzo guerre, sobillazione, cambi di regime e aggressioni contro paesi sovrani.

Il paese che si autodefinisce il “faro del mondo” spende enormi risorse per le sue guerre e lascia la sua popolazione, in buona parte, nella povertà e nella emarginanzione.

Una cosa è certa: il vero nemico degli stessi cittadini nord americani non si trova nella Cina nella Russia o nel Medio Oriente ma si trova in casa propria e si tratta di quel gruppo di psicopatici, fanatici messianici, che sono i neocons.