Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La fine dell'ordine liberista

La fine dell'ordine liberista

di Luciano Lago - 26/03/2020

La fine dell'ordine liberista

Fonte: controinformazione

 

Le crisi, quando si manifestano, sono come alcune malattie: più a lungo rimangono in forma latente, più distruttive sono poi le loro conseguenze. Negli ultimi anni , la crisi del modello occidentale globalista e liberista, è diventata sempre più difficile da nascondere.
Tuttavia le elite dominanti in occidente non hanno ammesso la fine prossima del modello neoliberista e globalista, al contrario hanno minimizzato le cause e riconosciuto soltanto la presenza di periodiche crisi economiche, mentre il punto principale della loro narrazione era che la crisi sarebbe passata rapidamente, la crescita sarebbe ripresa e gli effetti di una recessione temporanea sarebbero stati rapidamente assorbiti.
Come si può facilmente vedere, tutte le misure prese dai paesi occidentali avevano permesso di ritardare l’insorgere della crisi, o meglio, addirittura renderla meno evidente per ampie fasce della popolazione, ma queste non solo erano insufficienti per risolvere il problema, ma lo hanno anche approfondito. La mega bolla determinata dalla emissione di dollari senza copertura, il sistema con cui gli USA vivono alle spalle del mondo, non può durare all’infinito.

Da qui per reazione è emerso il fenomeno dei movimenti populisti e nazionalisti, come quello della “nuova destra” in Europa, contraria al globalismo, mentre negli USA saliva al potere Donald Trump con la sua visione del primatismo americano. In realtà, in Europa come negli USA, si iniziava ad avvertire la necessità di cambiare il sistema economico e politico ormai privo del suo slancio iniziale.
Tuttavia è avvenuto che i nuovi movimenti politici, la “Nuova destra” in Europa e Trump negli USA si sono limitati all’idea di riformare il sistema e superare la crisi senza intaccare il dominio politico ed economico del liberismo occidentale di marca anglo-americana. Oggi possiamo tranquillamente affermare che non saranno loro a risolvere la crisi . Inoltre, le loro capacità sono limitate da una divisione nelle stesse forze e dal condizionamento di parte di queste dal retaggio filo atlantista e anglofono.
La scoppio della pandemia di coronavirus è divenuta la goccia che fa traboccare il vaso del sistema ormai al collasso dell’impero occidentale. Sarà questa a segnare, come vari osservatori preannunciano, la fine dell’ordine liberista.
In particolare la crisi pandemica ha colpito la UE che si è dimostrata impotente e inadeguata : l’intero onere della lotta contro il virus è ricaduto sui governi nazionali. E questi hanno subito iniziato a perseguire una politica egoistica, cercando di isolarsi dai paesi più colpiti, lasciandoli soli con l’epidemia. L’Italia, il primo paese colpito dalla pandemia, è stata abbandonata e lasciata sola. Gli aiuti sono venuti dalla Cina, dalla Russia e da Cuba, smentendo clamorosamente il mito della solidarietà europea.

Di colpo si è sgretolata tutta quella costruzione di falsi miti, di assiomi e dei dogmi del globalismo, di un mondo senza frontiere, di un nuovo ordine internazionale che avrebbe fatto scomparire gli stati nazionali e consegnate le sovranità agli organismi transnazionali. In Europa in particolare si ritorna ai singoli stati che agiscono per proprio conto in un ritorno parziale di sovranità e arroccandosi nella difesa dei propri interessi nazionali. Riemergono persino i concetti di Patria, comunità e frontiere, di fronte alla realtà miserevole della Unione Europea che implode nelle sue contraddizioni e nei suoi egoismi.

Blocco militare in Spagna per pandemia

L’Occidente ha coperto per lungo tempo la sua crisi globale ed adesso cerca di addebitarla al “coronavirus”. Nessuno dei opinionisti a libro paga dei potentati finanziari , nei grandi media mainstream si chiede quali siano state le vere cause, visto che soltanto qualcuno fuori dal coro parlava di una crisi di sistema da oltre dieci anni e che va avanti da ancora prima.
A pochi importa come i fiduciari della elite finanziaria possano raggiungere un accordo per promuovere la stessa versione delle cause . Non è noto a molti che miliardi di dollari che non sono superflui per l’economia globale sono già stati spesi nella lotta contro il virus e le misure di quarantena, e le perdite totali saranno maggiori di un ordine di grandezza non previsto.
Gli effetti della crisi avranno un impatto devastante e causeranno davvero un duro colpo sia per l’economia globale che per le economie dei singoli paesi. Se questo fosse accaduto al momento della crescita, si sarebbero contate le perdite, poi rimosse e presto dimenticate, iniziando nuovamente ad aumentare la produzione. Ma il colpo è arrivato al momento di una forte esacerbazione della crisi sistemica globale.
Le misure di quarantena decretate rompono i legami commerciali ed economici tradizionali, costringendo varie economie nazionali e regionali a passare all’autarchia parziale o totale. Per tale motivo si può affermare che niente sarà più come prima.
Saranno in molti a non rimpiangere il vecchio ordine liberista che aveva seminato divisioni e disuguaglianze crescenti, quello che predicava il “meno stato e più mercato” e, in nome di questo principio, aveva tagliato le spese statali e privatizzato i servizi pubblici.
In Italia, come in Spagna e altri paesi, si accorgono soltanto adesso che non ci sono posti letto, centri di rianimazione e ospedali sufficienti. Le politiche di austerità predicate dai liberisti di Bruxelles hanno compromesso i sistemi sanitari pubblici, hanno tagliato le pensioni e ridimensionato le spese per l’assistenza sociale. In compenso hanno introdotto i diritti al gender, al matrimonio omosessuale, all’utero in affitto e al transumanesimo.

Presidio militare a Milano


Le prime conseguenze sono che l”Occidente viene atomizzato, i paesi si stanno chiudendo l’uno dall’altro. Facile prevedere che, nelle condizioni attuali, gli orgogliosi paesi limitrofi dell’Europa orientale non avranno quasi alcuna possibilità di avere garantita l’assistenza multi-miliardaria dell’UE per i loro bilanci. Nessuno dispone più soldi extra. Così l'”unità europea” si allontana dallo sfondo prima dei problemi nazionali.
Quando il vecchio ordine mondiale crolla, quando le risorse non sono sufficienti per le necessità di base, non è più il momento dei giochi nei cortili dell’impero, tanto meno nel cortile di qualcun altro. L’Ucraina, come altri anelli deboli nel sistema globale, è il primo candidato a dimettersi come zavorra. L’Occidente non la ucciderà di sua mano. Non può più aiutarla a sopravvivere.
L’Europa e i paesi più fragili come l’Italia, la Spagna e gli altri, dovranno prendere atto del nuovo scenario e fare le loro scelte, tra il vecchio ordine dell’occidente e l’Eurasia; il tempo e la Storia non aspettano.