Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La fragile orsacchiotta

La fragile orsacchiotta

di Pierluigi Fagan - 17/07/2019

La fragile orsacchiotta

Fonte: Pierluigi Fagan

Ursula è nome latino (Ursulus, Ursus) e deriva proprio da “piccolo orso”. La von der Leyen, com’è noto, passa per nove voti. Le ultime elezioni europee hanno segnato il lento e costante declino della diarchia regnante (popolari-socialisti), che si è trovata costretta a mettere in torta anche i liberali. Siamo cioè non più solo alla grande coalizione ma alla maggioranza di salvezza europea. Socialisti e liberali, infatti, sono una unione innaturale sebbene i socialisti europei siano tali più nome che di fatto. Ieri, quasi il 20% della sua maggioranza naturale, non l’ha votata. Esclusi i liberali che l’avevano proposta, forse qualche democristiano voleva far pagare a Merkel e Macron, la sovversione di tutti i principi di trattativa sul potere delle poltrone che a molti non è andata giù. Ma i candidati al sabotaggio più corposi, vanno cercati nei socialisti, tedeschi in particolare. La signora tedesca se l’è cavata last minute con un discorso in cui ha infilato salario minimo, investimenti Erasmus, migranti, libero mercato e cautele ambientali. Ma se i discorsi costa poco confezionarli, dargli seguito e tutt’altro gioco e con quei numeri e con quello spettro di temi in difficile accorpamento, lo spazio per giocare si fa molto stretto. I Verdi, ad esempio, non hanno abboccato lasciando spazio al M5S per infilarsi come palo di sostegno decisivo. Personalmente, sono convinto che tale mossa ispirata da Conte, sia stata suggerita a Conte da qualcuno (Oltralpe?) del tipo "tu mi dai una cosa a me ed io evito di fare una cosa a te". In fondo, non mi sembra si vada a tempi in cui la priorità dell’Europa sarà bastonare l’Italia per i suoi zero-virgola di sforo delle assurde percentuali di deficit annuale. Specie se si ha a propria volta intenzione e necessità di fare sforamenti necessari a tener assieme grandeur e gilet colorati. Ursula quindi si presenta come pupazzo di Merkel e Macron, forse più del secondo che della prima che ora si ritrova qualche problema in più a casa, proprio ora che è entrata nella fase kierkegaardiana di “timore e tremore”. Le contraddizioni aumentano, così la fragilità del sistema europeo, il che in tempi sempre più difficili, porta a previsioni sempre più problematiche.