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La Gran Bretagna impose una carestia all’Irlanda, ora sta prendendo parte al genocidio di Gaza

di David Cronin - 22/08/2025

La Gran Bretagna impose una carestia all’Irlanda, ora sta prendendo parte al genocidio di Gaza

Fonte: Come Don Chisciotte

Le persone sepolte nel Cimitero dei Poveri non compaiono nelle storie dell’Impero Britannico. Un visitatore non conoscerà i loro nomi, saprà solo che appartenevano ai “poveri, diseredati, handicappati e indigenti di Wexford”, come recita un’iscrizione sotto una croce celtica.

Molti avevano vissuto e erano morti nell’ospizio di questa città sulla costa sud-orientale dell’Irlanda.   L’ospizio fu istituito nel 1845, l’anno in cui iniziò la Grande Carestia d’Irlanda.

L’ospizio era, di fatto, una prigione per i poveri.

paupers graveyard wexford

I detenuti venivano separati dalle loro famiglie e costretti a lavorare duramente per 11 ore al giorno. La logica alla base di condizioni estremamente dure era che solo i più disperati avrebbero cercato aiuto – se questa è la parola giusta – da un’istituzione del genere.

Mentre passeggiavo per il Cimitero dei Poveri a Wexford all’inizio di questa settimana, ho pensato a Refaat Alareer, l’eloquente e coraggioso studioso palestinese assassinato da Israele nel dicembre 2023.

Refaat ha tracciato parallelismi tra Palestina e Irlanda. Nell’ottobre 2023 ha pubblicato sui social media che usava per informare gli studenti di come “la Gran Bretagna abbia contribuito ad aggravare la carestia irlandese avvenuta 170 anni fa”, prima di osservare che “gli Stati Uniti e il Regno Unito stanno aiutando Israele a far morire di fame i palestinesi a Gaza”.

Il mese successivo, ha scritto che “la carestia è un’arma puramente europea nei tempi moderni”, citando l’esempio dell’Irlanda e del Bengala.

Ho pensato anche a Donald Trump – lo ammetto, è difficile non pensarci. Tra una partita a golf e l’altra dello scorso fine settimana, il presidente degli Stati Uniti si è lamentato del fatto che nessuno abbia espresso apprezzamento per gli aiuti americani a Gaza.

Trump – intenzionalmente o meno – ha attribuito connotazioni negative al termine “umanitario”. Mentre un tempo il termine era associato all’altruismo e alla compassione, ora è indissolubilmente legato alla Gaza Humanitarian Foundation, che promette aiuti ai palestinesi che poi vengono massacrati quando vanno a cercarli.

Questo, a quanto pare, è l’aiuto “umanitario” finanziato dagli Stati Uniti per il quale Trump si aspetta di essere ringraziato.

Grati per le briciole?

L’idea che un popolo affamato debba essere grato quando i suoi oppressori gli gettano qualche briciola non è nuova.

Nel 1848, il quotidiano The Yorkshireman descrisse le presunte misure di soccorso della Gran Bretagna per la carestia irlandese come “doni d’oro” versati “in grembo al popolo scontento e infelice”. La Gran Bretagna si era fatta avanti “magnanimamente”, secondo il giornale, solo per incontrare la “più profonda ingratitudine” da parte degli irlandesi.

Refaat Alareer ha giustamente sottolineato che la Gran Bretagna ha aggravato la carestia in Irlanda.

Quando il raccolto di patate fallì nel 1845, gli inglesi inizialmente fecero in modo che il mais venisse importato in Irlanda dall’America. Le importazioni furono interrotte dopo che John Russell del Partito Liberale sostituì Robert Peel dei Conservatori come Primo Ministro nel 1846.

I Liberali decisero che la quantità di cibo importata in Irlanda dovesse essere determinata dalle forze di mercato.

Riempire le casse di mercanti e produttori di grano era un imperativo politico. Le pance degli irlandesi si svuotarono.

La carestia che affligge Gaza è il risultato di una politica deliberata.

Le agenzie internazionali hanno una grande riserva di cibo stazionata accanto e in prossimità dei valichi controllati da Israele. Per diversi mesi, Israele ha bloccato la consegna di tali aiuti.

Il nuovo annuncio di Israele di sospendere “l’attività militare” per 10 ore al giorno in alcune zone di Gaza – formalmente per facilitare la consegna degli aiuti – non attenua la sua colpevolezza. Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, è ancora ufficialmente ricercato dalla Corte penale internazionale per aver usato la fame come arma di guerra.

Anche gli irlandesi furono deliberatamente derubati di cibo negli anni ’40 dell’Ottocento.

Invece di essere utilizzati per soddisfare i bisogni del paese, grano, burro, pesce e bestiame furono esportati in grandi quantità dall’Irlanda in quel periodo. Molte delle spedizioni avvenivano sotto scorta armata.

Incanalare la rabbia irlandese.

La Convenzione delle Nazioni Unite sul Genocidio entrò in vigore quasi un secolo dopo la Grande Carestia irlandese.

Ciò nonostante, è inconfutabile che la crisi alimentare imposta all’Irlanda abbia implicato un genocidio, nel senso odierno del termine: l’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, religioso o razziale.

La sofferenza degli irlandesi fu “causata dalla loro stessa malvagità e follia”, sosteneva l’Economist nel 1846.

Morte di fame per milioni di palestinesi “potrebbe essere giusto e morale”, dichiarò nell’agosto del 2024 Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze israeliano, lamentando che “il mondo non ce lo permetterà”.

La protesta di Smotrich era inutile. Gli stati più potenti del mondo hanno permesso a Israele di farla franca causando fame di massa, così come hanno permesso a Israele di commettere massacri su massacri e distruggere quasi tutte le infrastrutture civili di Gaza.

Tra gli stati più potenti del mondo c’è la Gran Bretagna.

La Grande Carestia degli anni ’40 e ’50 dell’Ottocento non fu l’ultima crisi di fame in Irlanda. Livelli elevati di fame si verificarono nuovamente negli anni ’70 e ’90 dell’Ottocento, un decennio che iniziò con Arthur James Balfour a capo dell’amministrazione coloniale britannica in Irlanda.

In seguito, nella sua veste di Ministro degli Esteri, egli emanò la Dichiarazione Balfour del 1917. Attraverso di essa, la Gran Bretagna divenne lo sponsor imperiale della colonizzazione sionista in Palestina.

Oggi la Gran Bretagna è direttamente coinvolta in un genocidio.

I voli della Royal Air Force su Gaza, che decollano da una base “sovrana” britannica a Cipro, vengono utilizzati per fornire “intelligence” a Israele mentre massacra i palestinesi affamati.

Gli irlandesi provano ancora rabbia nei confronti dello stato britannico – non, ci tengo ad aggiungere, nei confronti della gente comune britannica.

Abbiamo ragione di essere arrabbiati. Dimenticare i crimini della Gran Bretagna sarebbe un affronto ai nostri antenati.

 Come l’Irlanda, la Palestina è vittima della perfidia della Gran Bretagna. Il modo più produttivo per incanalare la nostra rabbia oggi è chiedere la libertà della Palestina.

 

Di David Cronin, electronicintifada.net

18.08.2025

Fonte originale: https://electronicintifada.net/blogs/david-cronin/britain-forced-famine-ireland-now-its-taking-part-gaza-genocide

Traduzione per InfoPal di Stefano Di Felice – https://www.infopal.it/la-gran-bretagna-ha-imposto-una-carestia-allirlanda-ora-sta-prendendo-parte-al-genocidio-di-gaza/