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La narrativa propagandistica bellica delle liberaldemocrazie

di Matt Martini - 20/11/2025

La narrativa propagandistica bellica delle liberaldemocrazie

Fonte: Matt Martini

Sarebbe estremante sgradevole che qualcuno cadesse nella narrativa propagandistica secondo cui la guerra fra Russia e Ucraina sia l' "ennesimo" scontro fra democrazia e autoritarismo - ho sentito oggi un giornalista di nuovo uscire con questa favola per bambini speciali.
In primo luogo, di usa il terme "autoritarismo", che non è un termine tecnico, quando l'Occidente vuole screditare un avversario ma per ragioni tecniche non può applicare la nozione di dittatura perché non ci sono le condizioni.
Nella fattispecie la Russia, che ha una costituzione promulgata nel 1993 esattamente sul modello di quella americana - è infatti sia federalista e che presidenziale - non può essere una dittatura senza che lo diventino anche agli Stati Uniti. Da qui la necessità di buttarla in caciara usando espressioni suggestive ma inconcludenti, come quella sul cosiddetto "autoritarismo". Questo è poco più di un espediente retorico, non un concetto giuridicamente definito, né tanto meno sostanziale.
A rappresentare poi la democrazia, non sarebbe così deputata, non dico l'Ucraina - che istituzionalmente è pressoché un circo - ma nemmeno la nostra Unione Europea e i Paesi che infelicemente ne fanno parte, dato che, ormai siete grandi e qualcuno ve lo deve dire, sono di fatto delle democrazie commissariate.
Le democrazie commissariate di democratico hanno solo la parvenza formale, ma di fatto il controllo delle decisioni fondamentali è sottratto alla volontà popolare, in qualsiasi forma essa si esprima veramente, anzi meglio ancora: i demiurghi di Stato hanno conseguito il raggiungimento di un popolo che non nemmeno una volontà da voler esprimere. In questo contesto, frutto di un processo complesso di ingegneria sociale che parte dalla fine della Guerra Fredda con l'inizio del momento unipolare degli Stati Uniti, e ha coinvolto tutti i popoli dell'Europa occidentale, ma anche l'elettorato americano, parlare di democrazia è, come dicevano i nominalisti della scolastica medievale, flatus vocis.
Lo dico senza alcun compiacimento perché il concetto di democrazia non mi urta affatto, a differenza dei tradizionalisti ritengo anzi che sia l'unica forma di governo, non essendoci più le monarchie consacrate, adatta ai tempi del Kali Yuga.
Nota a margine: la democrazia generalmente si declina in vari modi, per questo è solitamente seguita da un aggettivo che le fa da suffisso. Ad esempio la democrazia liberale, o quella popolare. Noi siamo convinti che la democrazia tout court coincida esattamente con il modello liberale di democrazia, mentre questo è solo uno dei modi possibili con cui si può affrontare la questione della rappresentanza popolare, del rapporto fra corpi istituzionali e più in generale del rapporto fra individuo, società e Stato.
Ad esempio, anche la democrazia popolare, ad esempio quella della Repubblica Popolare Cinese, è una fogna di democrazia, o quella Repubblica Islamica, che infatti, appunto, è una repubblica, e non un califfato o una Monarchia assoluta. Il punto è che di tutte le forme moderne in cui si svolge e concretizza il concetto di democrazia, quella occidentale liberale, proprio perché sotto procedura di commissariamento da parte dello Stato Profondo da decenni, è quella forse messa peggio, soprattutto è quella che maggiormente ha disatteso ciò che in teoria avrebbe voluto rappresentare.