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La Russia, l’America e l’Iran

di Israel Shamir - 11/07/2019

La Russia, l’America e l’Iran

Fonte: SakerItalia

La Russia si gode la sua magnifica breve estate. La fobia del riscaldamento globale non è riuscita a penetrare i suoi gelidi confini. Mentre il sud della Francia subisce un’ondata di caldo, la California brucia [entrambi i link in inglese] e le forze progressiste dimostrano contro il clima, i russi alzano le spalle increduli. Non si preoccupano di un po’ di riscaldamento globale. Qui le temperature raramente superano i 22°, e ora, all’inizio di luglio, sono bloccate a circa 15°. L’estate è il periodo migliore per un paese coperto dalla neve per la maggior parte dell’anno. Ora si può viaggiare nella campagna profonda e scoprire antiche fortezze e chiese – senza soffrire troppo.

Se hai mai viaggiato in Russia al di fuori di Mosca, hai certamente alcune storie orribili da raccontare sulle sue strade, il cibo e gli alloggi atroci, o piuttosto sulla loro mancanza. Le cose sono cambiate molto e continuano a cambiare. Ora ci sono autostrade moderne, molti caffè e ristoranti, molti piccoli alberghi; la copertura fognaria è salita agli standard occidentali; le vecchie perle dell’architettura sono state riccamente restaurate; le persone vivono meglio di quanto abbiano mai fatto. Si lamentano ancora molto, ma questa è la natura umana. I russi giovani e di mezza età possiedono o noleggiano barche a motore e navigano lungo i loro numerosi fiumi; possiedono case di campagna (“dacie”) più che altrove. Viaggiano all’estero per le loro vacanze, pagano enormi somme di denaro per concerti di celebrità in visita, vanno in bici nelle città – in breve, la Russia è diventata prospera come qualsiasi altro paese europeo.

Questa prosperità faticosamente conquistata, e la longevità politica, consentono al presidente Putin di occuparsi degli affari internazionali. È uno dei pochi leader esperti del pianeta con vent’anni al governo. Ha incontrato tre Papi di Roma, quattro presidenti degli Stati Uniti, e molti altri governanti. Questo è importante: il primo ministro 93enne Mahathir Mohamad, che ha governato la  Malesia per 40 anni ed è stato eletto di nuovo, ha detto che i primi dieci anni di un governante di solito vanno sprecati nell’imparare il proprio mestiere, e solo dopo i primi venti diventa esperto nell’arte del governo. Il primo nemico che un governante deve combattere è il suo stesso establishment: media, esercito, intelligence e giudici. Mentre Trump sta ancora perdendo in questo conflitto, Putin sta andando bene – con le sue azioni evasive da judoka.

Di recente nei media russi è sorta una piccola tempesta, quando un giovane giornalista è stato arrestato dalla polizia e gli è stata trovata addosso una piccola quantità di droghe. La polizia ha commesso molti errori nella gestione del caso. Forse hanno messo lì le prove per incastrare il giovane; forse hanno fatto degli errori evidenti per incastrare il governo. La risposta è stata tremenda, come se l’intero caso fosse stato preparato con largo anticipo dall’opposizione, decisa a far infuriare il popolo e scatenare la sua ira contro la polizia e l’amministrazione. Invece di sostenere la polizia, come di solito fa Putin, in questo caso ha fatto liberare il giornalista e arrestato gli alti ufficiali della polizia. Questa pronta azione evasiva ha sfasciato l’assembramento dell’opposizione con un colpo magistrale.

Recentemente ha apertamente dichiarato il suo disgusto per il Liberalismo in un’intervista per il Financial Times[in inglese]. Questa è una grande eresia, simile alle 95 Tesi di Lutero. “I Liberali non possono dettare le loro condizioni… I loro diktat si possono vedere ovunque: sia nei media che nella vita reale. È considerato disdicevole persino menzionare alcuni argomenti… L’idea Liberale è diventata obsoleta. È entrata in conflitto con gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione”. Putin ha condannato la richiesta dei Liberali di più immigrazione. Ha definito la decisione di Angela Merkel di ammettere milioni di immigrati un “errore cardinale”; ha “compreso” il tentativo di Trump di fermare il flusso di migranti e droga dal Messico.

Putin non è un nemico del Liberalismo. È piuttosto un vecchio Liberale stile XIX secolo. Non un “Liberale” come quelli attuali, ma un vero Liberale, che rifiuta il dogma totalitario di genere, immigrazione, multiculturalità e guerre per il diritto di proteggere [R2P]. “L’idea Liberale non può essere distrutta; ha il diritto di esistere e dovrebbe anche essere sostenuta in alcune cose. Ma non ha il diritto di essere il fattore dominante assoluto”.

Nella Russia di Putin il Liberalismo non è esclusivo, ma presenta solo una possibile linea di sviluppo. Gli omosessuali non sono discriminati né promossi. Non ci sono nemmeno parate gay, né persecuzioni di gay. I bambini russi non vengono sottoposti al lavaggio del cervello per odiare i loro padri, portati via dalle loro famiglie e dati a maniaci dello stesso sesso, come è successo nel recente caso italiano [in inglese]. I bambini non vengono introdotti alle gioie del sesso alle scuole elementari. Alle persone non è richiesto di giurare amore a transessuali e immigrati. Puoi fare tutto ciò che desideri, ma non costringere gli altri a seguirti – questa è la prima regola di Putin, e questo è il vero Liberalismo secondo il mio libro.

C’è poca immigrazione in Russia, nonostante milioni di richieste: gli stranieri possono entrare come lavoratori ospiti, ma questo non porta alla residenza permanente o alla cittadinanza. La polizia controlla frequentemente persone dall’aspetto straniero e le deporta rapidamente se riscontra violazioni delle regole sui visti. I nazionalisti russi vorrebbero ancora più azioni, ma Putin è un vero Liberale.

La Russia è uno stato in cui “mascolinità tossica” e “colpe dei bianchi” sono termini ignoti. I ragazzi non sono costretti all’omosessualità; le ragazze non devono reclamare MeToo. Questo atteggiamento ha reso Putin una figura di culto tra gli europei insoddisfatti delle migrazioni di massa, del totalitarismo di genere, del dominio femminista e delle guerre senza fine. Questo è uno dei motivi per cui è così odiato dai promotori del Nuovo Ordine Mondiale e ammirato dalla gente comune.

Sono certo che questo amore degli europei comuni provoca un sorriso felice sulle sue labbra, di tanto in tanto. Ma Putin e la sua amministrazione vogliono essere amichevoli con gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Europa. Questa è la loro prima priorità. Se l’Occidente non fosse così intransigentemente ostile, la Russia sarebbe il suo gigante amico. Tuttavia, una lunga esperienza ha insegnato a Putin che non poteva arrendersi in cambio di promesse a vuoto. Vuole fare un accordo con gli Stati Uniti, prima di tutto. Un accordo che permetterebbe alla Russia di vivere nel modo desiderato, e agire come consentito dalla legge internazionale senza diventare oggetto della furia americana.

Perché a Putin interessano gli Stati Uniti? Perché non può semplicemente smettere di acquistare dollari? Questo significa che è un fantoccio americano! – esclamarebbe uno zelota dalla testa calda e avido di azione. La risposta è, gli Stati Uniti hanno guadagnato molto potere; molto più di quanto non fosse avvenuto nel 1988, quando Reagan negoziava con Gorbachev. Gli anni in cui sono stati l’unica superpotenza non sono andati sprecati. Non si deve scherzare con la potenza americana.

  • Gli Stati Uniti possono proibire ai russi di sviluppare il loro commercio estero in dollari USA attraverso le banche degli Stati Uniti, e l’economia russa crollerebbe.
  • Gli Stati Uniti possono proibire l’esportazione di alta tecnologia in Russia, come avvenne in epoca sovietica, e la Russia si fermerebbe.
  • Gli Stati Uniti possono usare il proprio sistema di copyright e licenze per impedire il funzionamento dei computer russi. Hanno già provato a proibire ai russi di usare script di computer; possono bloccare tutti i computer basati su Microsoft e Apple in Russia. Possono vietare l’utilizzo di processori, come hanno provato ora con Huawei.
  • Possono fare alla Russia il trattamento completo Iran/Corea del Nord, e vietare le sue esportazioni.
  • Possono attaccare la rete elettrica russa e i processi computerizzati con un atto di guerra informatica, come ha insinuato il New York Times.

È vero, la Russia è abbastanza grande per sopravvivere anche a quel trattamento, ma i russi si sono abituati alla bella vita, e non apprezzeranno il fatto di ritornare al 1956. Hanno preso provvedimenti per prevenire questi scenari nefasti; per esempio, hanno venduto gran parte del loro debito americano e sono usciti da Microsoft [in inglese], ma queste cose sono lunghe e costose. Putin spera che alla fine gli Stati Uniti abbandoneranno la loro ricerca del dominio e assumeranno un atteggiamento tipo vivi e lascia vivere, come richiesto dalla legge internazionale. Fino a quando non succederà, sarà costretta a giocare secondo le regole di Washington e cercare di limitare l’antagonismo.

Poi è arrivato un mediatore esperto, promettendo di portare a termine l’affare. È lo stato Ebraico, che afferma di avere i mezzi per far muovere gli Stati Uniti nella direzione desiderata. Questa è un’affermazione tradizionale ebraica, usata ai tempi della Prima Guerra Mondiale per convincere il Regno Unito ad aderire all’accordo: voi ci date la Palestina; noi faremo entrare gli Stati Uniti nella guerra europea dalla vostra parte. Ha funzionato: gli inglesi e i loro alleati australiani hanno assaltato Gaza, alla fine hanno preso il controllo della Terra Santa, emesso la Dichiarazione Balfour che prometteva di passare la Palestina agli Ebrei, e in cambio, nuove truppe americane si sono riversate nel teatro di guerra europeo, provocando la resa tedesca.

Questa volta, lo stato Ebraico ha proposto a Putin di rinunciare ai suoi legami con l’Iran; in cambio, hanno promesso di assisterlo nel riscaldamento generale delle relazioni russo-americane. Putin aveva una controproposta più ampia: lasciare che gli Stati Uniti revocassero le loro sanzioni all’Iran e ritirassero le loro forze armate dalla Siria, e la Russia avrebbe cercato di far uscire anche le forze armate iraniane dalla Siria. I successivi negoziati sull’accordo Iran-Siria avrebbero portato al riconoscimento degli interessi di Stati Uniti e Israele in Siria, e in seguito avrebbero potuto portare a negoziati in altri settori.

Questa era una chiara proposta in cui ci avrebbero guadagnato tutti. L’Iran sarebbe stato liberato dalle sanzioni; gli interessi di Israele e Stati Uniti in Siria sarebbero stati riconosciuti; il tanto necessario dialogo tra la Russia e gli Stati Uniti avrebbe avuto un inizio sorprendente. Ma a Israele non piacciono le proposte in cui tutti ci guadagnano. Lo stato Ebraico vuole chiare vittorie, preferibilmente con il nemico sconfitto, umiliato, impiccato. Israele ha respinto la proposta, perché voleva che l’Iran soffrisse per le sanzioni.

La proposta russa era stata fatta per la prima volta a settembre dello scorso anno, ed è stata discussa a porte chiuse nella Knesset israeliana (il parlamento). Il Primo Ministro Netanyahu ha dichiarato: “I russi ci hanno chiesto di aprire i cancelli di Washington per loro”. Netanyahu ha respinto le proposte russe perché pensava che la re-imposizione delle sanzioni statunitensi all’Iran avrebbe potuto essere usata come leva sugli iraniani in Siria – non viceversa, ha scritto un giornalista israeliano ben informato, Barak Ravid [in inglese] di Channel 13. “Netanyahu ha rifiutato di mostrare qualsiasi flessibilità sulla questione delle sanzioni statunitensi” – ha citato un funzionario israeliano.

I russi hanno accettato la strana idea dei consiglieri di sicurezza russi e americani riuniti a Gerusalemme, sperando che avrebbe portato ad una svolta. I miei lettori ricordano che ero molto preoccupato [in inglese] per questo incontro trilaterale di un rappresentante russo con i famigerati guerrafondai John Bolton e Netanyahu. I media israeliani hanno ritratto il summit come un punto cardine per la regione. Avevano previsto che la Russia si sarebbe allontanata dall’Iran, e si sarebbe spostata verso Israele e Stati Uniti. Sarebbe stato un nuovo Patto Molotov-Ribbentrop, con la Russia che sarebbe venuta a patti con l’aggressore. Arrivederci Iran, benvenuto Israele.

Tuttavia il dono della profezia sarebbe stato portato via dal popolo di Israele e dato agli stolti, ha detto l’onnisciente Talmud (Bava Batra 12b). Il rappresentante russo al vertice, Nikolaj Patrushev, pur essendo amico di Israele, non si è allontanato dall’Iran. Ha negato che Teheran sia la principale minaccia alla sicurezza regionale. “Nel vertice trilaterale di Gerusalemme, la Russia si schiera con l’Iran, contro Israele e Stati Uniti. L’alto funzionario russo sostiene l’affermazione di Teheran che il drone statunitense è stato abbattuto nello spazio aereo iraniano, difende il diritto delle truppe straniere di rimanere in Siria nonostante l’opposizione israeliana” – ha concluso un quotidiano israeliano [in inglese].

La Russia è amichevole con Israele, poiché molti israeliani sono di nascita russa, o vi sono nati i propri genitori. Una ragione ancora più forte è che gli Ebrei sono il cane migliore negli Stati Uniti, e lo Stato Ebraico può aprire molte porte a Washington. Gli Ebrei e lo stato Ebraico sarebbero tanto importanti quanto, ad esempio, i curdi, se non avessero avuto presa sugli Stati Uniti.

La Russia vuole certamente vivere in pace con gli Stati Uniti, ma non al prezzo suggerito da Netanyahu. Patrushev ha condannato le sanzioni statunitensi contro l’Iran. Ha detto che l’Iran ha abbattuto il gigantesco drone americano RQ-4A Global Hawk, del valore di oltre cento milioni di dollari, sul territorio iraniano, non nello spazio aereo internazionale, come sostenuto dal Pentagono. Ha affermato che le “prove” americane secondo le quali l’Iran aveva sabotato le petroliere nel Golfo Persico non erano conclusive. La Russia ha chiesto agli Stati Uniti di fermare la guerra economica contro l’Iran, di riconoscere le legittime autorità siriane, guidate dal Presidente Bashar al-Assad, e di ritirare le sue truppe dalla Siria. La Russia ha espresso il suo sostegno al governo legittimo in Venezuela. Così, la Russia si è mostrata in questo momento difficile come un’alleata e partner affidabile, e allo stesso tempo ha assicurato alla barcollante leadership israeliana la sua amicizia.

Il problema è che la spinta per la guerra con l’Iran non è finita. Qualche giorno fa gli inglesi hanno sequestrato una super-petroliera iraniana nello stretto di Gibilterra. La petroliera stava per consegnare petrolio alla Siria. Prima di allora, gli Stati Uniti avevano quasi lanciato un attacco missilistico contro l’Iran. All’ultimo momento, quando gli aerei erano già in aria, Trump ha interrotto l’operazione. È particolarmente inquietante che egli stesso abbia affermato senza ambiguità che l’operazione è stata avviata a sua insaputa [in inglese]. Ovvero, la catena di comando negli Stati Uniti è ora lacerata, e non è chiaro chi possa iniziare una guerra. Questo deve essere preso in considerazione sia a Mosca che a Teheran.

La situazione è scoraggiante. Il Presidente Trump potrebbe voler uscire dal guaio in cui si è cacciato quando ha ritirato il suo paese da un accordo nucleare multilaterale con l’Iran. Ma è ostacolato dal suo “Stato Profondo”, da Pompeo e Bolton; riguardo a quest’ultimo, Trump stesso ha detto che vuole combattere con il mondo intero. I presidenti non possono sempre rimuovere i ministri dei quali vogliono liberarsi – persino i monarchi assoluti del passato non sempre hanno avuto successo.

Speriamo che, data la riluttanza di Trump ad andare in guerra, e la debole posizione del Premier Netanyahu, ci saranno progressi in questa materia. Ma nel frattempo Trump ha introdotto nuove sanzioni contro l’Iran; il leader iraniano ha definito “folle” la leadership americana; gli americani stanno nuovamente minacciando di “distruggere completamente” l’Iran.

La Russia vuole aiutare l’Iran, non per puro amore per la Repubblica Islamica, ma come parte della sua lotta per il mondo multipolare, dove gli stati indipendenti portano avanti il modello che gradiscono. Iran, Corea del Nord, Venezuela – la loro lotta per la sopravvivenza è parte integrante della lotta della Russia. Putin avverte che se questi stati perderanno, la Russia potrebbe diventare la prossima vittima.

Il Presidente Trump sembra avere alcune idee positive, ma le sue mani sono legate. Alla parata del 4 luglio, il suo stesso Pentagono ha riso crudelmente del suo desiderio di far sfilare carri armati a Washington. Ha spedito alcuni vecchi carri armati arrugginiti con la vernice che cadeva, anche se il presidente aveva chiesto di inviare l’attrezzatura migliore e più all’avanguardia. Così Trump ha dimostrato di non poter imporre la sua volontà nemmeno al suo stesso esercito.

In questa situazione, Putin cerca di costruire ponti per le nuove forze in Europa e negli Stati Uniti, per lavorare con la destra nazionalista. Non è il partner più ovvio per questo Liberale vecchio stile, ma si adatta alla sua idea di multi-polarità, di supremazia della sovranità nazionale e di resistenza all’egemonia mondiale delle potenze atlantiche. La sua recente visita in Italia, un paese con forti forze politiche nazionaliste, ha avuto successo; come ha avuto successo il suo incontro con il Papa.

All’indomani dell’udienza con il Papa, Putin ha fortemente difeso la Chiesa Cattolica, affermando che “Ci sono problemi, ma non possono essere esagerati e utilizzati per distruggere la stessa Chiesa Cattolica romana. Ho la sensazione che questi circoli Liberali stiano iniziando ad usare certi problemi della Chiesa Cattolica come strumento per distruggere la Chiesa stessa. Questo è ciò che considero scorretto e pericoloso. Dopotutto, viviamo in un mondo basato su valori biblici, e i valori tradizionali sono più stabili e più importanti per milioni di persone di questa idea Liberale, che, a mio parere, sta davvero cessando di esistere”. Per anni, gli europei non hanno sentito questo messaggio. Forse questo è il momento giusto per ascoltare.

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Articolo di Israel Shamir pubblicato su Unz Review il 6 luglio 2019.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per Saker Italia.