Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / La società americana è una macchina criminogena

La società americana è una macchina criminogena

di Fabio Falchi - 14/09/2020

La società americana è una macchina criminogena

Fonte: Fabio Falchi

Nel 2017 in America sono stati commessi quasi 20.000 omicidi, ossia quasi 60 volte gli omicidi commessi nello stesso anno in Italia (357), benché la popolazione dell'America sia solo poco più di 300 milioni.
Dal 9 agosto a 6 settembre scorso solo  a New York sono stati commessi 55 omicidi e ci sono state 220 sparatorie.
Nello scorso anno la polizia americana ha ucciso poco più di 1.000 persone, ma solo 16 bianchi e 9 neri erano disarmati.
In proporzione quindi più afroamericani (il 12% circa della popolazione americana) che bianchi, ma è anche vero che la maggior parte degli afroamericani uccisi sono uccisi da afroamericani, che commettono oltre il 50% di tutti gli omicidi.
Il colore della pelle quindi c'entra poco (benché il razzismo sia certo ancora presente negli Stati Uniti) con la violenza che caratterizza la società americana. Assai più c'entrano la povertà e l'emarginazione di buona parte degli afroamericani e soprattutto il fatto che la società americana è come tale una macchina criminogena (anche la questione della diffusione delle armi da fuoco, del resto, benché non si possa sottovalutare, è più un effetto che la causa di un così elevato numero di omicidi, tanto che si potrebbe affermare che se non ci fossero le armi da fuoco si userebbero le armi bianche e addirittura i sassi per ammazzarsi!).
D'altronde, è evidente che i liberal strumentalizzano certi episodi, indubbiamente assai gravi (non è questo che si deve mettere in discussione), pur di attaccare Trump (di cui chi scrive non intende ovviamente fare l'apologia). Tuttavia - a parte la questione del suprematismo nero (perché esiste pure questo benché, per così dire, sia una sorta di "reazione patologica" al razzismo dei bianchi) e la demenziale distruzione delle statue di personaggi storici ritenuti a torto o a ragione da condannare in quanto razzisti o colonialisti (non è certo così che si combatte il razzismo o si  critica il colonialismo, per non parlare del neocolonialismo a cui i liberal però non paiono particolarmente interessati) - agendo in tal modo i "dem" rischiano di scavarsi da soli la fossa. L'America, difatti, non è solo quella dell'élite mondialista, dei college o dei media mainstream.
Comunque sia, è indubbio che pure la polizia americana sia violenta, ma il vero problema - che né Trump né i liberal si possono porre seriamente - è che la società americana è una macchina criminogena.
Porsi seriamente questo problema, difatti, significherebbe non "ridurre" il conflitto politico ad uno scontro all'interno della classe capitalistica americana - come, nella sostanza, è pure quello che oppone Trump o i trumpisti ai "dem" - ma mettere in discussione il darwinismo sociale ed economico che non a caso caratterizza quella che è considerata ancora la società capitalistica per eccellenza.