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La strada verso il totalitarismo

di C. J. Hopkins - 15/11/2022

La strada verso il totalitarismo

Fonte: Come Don Chisciotte

Sembra che sia finalmente finita, vero, tutta la storia della “pandemia apocalittica”? Voglio dire, davvero, davvero finita questa volta. Non come tutte le altre volte in cui si pensava che fosse finita, ma non lo era, ed era come la fine di quei film di Alien, in cui sembra che Ripley sia finalmente fuggita, ma l’alieno si nasconde nella navetta, o nella capsula di salvataggio, o nella pancia di Ripley.

Ma questa volta non è così. Questa volta sembra che sia davvero, davvero finita. Uscite e date un’occhiata in giro. Quasi nessuno indossa più la mascherina (tranne nei casi in cui le mascherine sono obbligatorie) o viene costretto a sottoporsi a “vaccinazioni” (tranne nei casi in cui le “vaccinazioni” sono obbligatorie) e le orde di fanatici della Nuova Normalità ubriachi d’odio che chiedevano che “i non vaccinati” fossero segregati, censurati, licenziati dai loro posti di lavoro e comunque demonizzati e perseguitati, sono tutti caduti in silenzio (tranne quelli che non lo hanno fatto).

Tutto è tornato alla normalità, giusto?

Sbagliato. Tutto non è tornato alla normalità. Tutto è assolutamente Nuovo Normale. È finita la fase di “colpisci e terrorizza,” che comunque non doveva durare per sempre. Doveva solo farci arrivare qui.

Dove, vi starete chiedendo, si trova “qui”? “Qui” è un luogo in cui la nuova ideologia ufficiale si è saldamente radicata come la nostra nuova “realtà,” intessuta nella trama della normale vita quotidiana. No, non ovunque, solo in tutti i luoghi che contano. (Pensate davvero che alle classi dirigenti del capitalismo globale interessi cosa pensano della “realtà” le persone di Lakeland, Florida, Elk River, Idaho, o di qualche paesino della Sicilia)? Sì, la maggior parte delle restrizioni governative sono state abolite, soprattutto perché non sono più necessarie, ma nei centri di potere in tutto l’Occidente, nelle sfere politiche, aziendali e culturali, nel mondo accademico, nei media mainstream e così via, la Nuova Normalità è diventata “realtà” o, in altre parole, “così com’è,” che è poi l’obiettivo finale di ogni ideologia.

Per esempio, mi sono appena imbattuto in queste “importanti informazioni sulla COVID-19”, di cui dovete essere a conoscenza (e a cui dovrete attenervi rigorosamente) se vorrete assistere ad uno spettacolo in questo teatro Off-Broadway di New York, dove “tutto è tornato alla normalità.”

Potrei citare numerosi altri esempi, ma non voglio farvi perdere tempo. A questo punto, non sono importanti le mascherine e gli obblighi di “vaccinazione” in sé. Sono semplicemente i simboli e i rituali della nuova ideologia ufficiale, un’ideologia che ha diviso la società in due categorie inconciliabili di persone: (1) coloro che sono disposti a conformare le proprie convinzioni alla narrazione ufficiale del giorno, a prescindere da quanto sia palesemente ridicola, e in ogni caso a battere i tacchi e ad eseguire gli ordini dell’establishment governativo globale-capitalista, a prescindere da quanto possano essere distruttivi e fascisti; e (2) coloro che non sono disposti a farlo.

Chiamiamoli “Normali” e “Devianti.” Penso che voi tutti sappiate a quale delle due categorie appartenete.

Questa divisione della società in due classi di persone opposte e inconciliabili attraversa e supera le vecchie linee politiche. Ci sono normali e devianti sia a destra che a sinistra. All’establishment capitalista globale non importa se siete “progressisti,” “conservatori,” “libertari,” “anarchici” o come vi definite. A loro interessa se siete normali o devianti. A loro interessa se eseguite gli ordini. A loro interessa  se state conformando le vostre percezioni, il vostro comportamento e il vostro pensiero alla loro nuova “realtà”… la “realtà” egemonica globale-capitalista che si è gradualmente evoluta negli ultimi 30 anni e che ora sta entrando nella sua fase totalitaria.

Ho scritto e parlato dell’evoluzione del capitalismo globale nei miei saggi fin dal 2016 – e dai primi anni ’90 nei miei spettacoli teatrali – quindi non intendo ripetere qui l’intera storia. I lettori che si sono appena sintonizzati sulla mia satira politica e sui miei commenti negli ultimi due anni possono tornare indietro e leggere i miei pezzi in Trumpocalypse (2016-2017) e in The War on Populism (2018-2019).

La versione corta è che, nel 2016, il capitalismo globale stava dandosi da fare, destabilizzando, ristrutturando e privatizzando il pianeta, di cui era entrato in possesso incontrastato dopo il crollo dell’Unione Sovietica, e tutto stava andando a gonfie vele; poi erano arrivati la Brexit, Donald Trump e l’intera ribellione “populista” e neonazionalista contro il globalismo dell’Occidente. Il capitalismo globale aveva dovuto quindi occuparsene, ed è quello che ha fatto negli ultimi sei anni… sì, negli ultimi sei, non solo negli ultimi due anni e mezzo.

La guerra al dissenso non era iniziata con la Covid e non finirà con la Covid. Dal 2016 il capitalismo globale (o “la Corporatocrazia” se preferite) sta delegittimando, demonizzando e facendo scomparire il dissenso e imponendo sempre più l’uniformità ideologica alla società occidentale. La Nuova Normalità è solo l’ultima fase di questo processo. Una volta terminata la repressione di questa ribellione “populista” e l’imposizione dell’uniformità ideologica sulla società urbana in tutto l’Occidente, [il capitalismo globale] tornerà a destabilizzare, ristrutturare e privatizzare il resto del mondo, che è poi ciò che aveva fatto con la “guerra al terrorismo” (e altri progetti di promozione della “democrazia”) dal 2001 al 2016.

L’obiettivo di questa campagna globale di Gleichschaltung è quello di ogni sistema totalitario, cioè rendere patologica qualsiasi deviazione dalla sua ideologia ufficiale. La natura della deviazione non ha importanza. L’ideologia ufficiale non conta. (Il capitalismo globale non ha un’ideologia fissa. Può cambiare di colpo la sua “realtà” ufficiale da un giorno all’altro, come abbiamo visto di recente). Ciò che conta è la volontà o meno di conformarsi a qualunque sia la “realtà” ufficiale, indipendentemente da quanto sia ridicola e da quante volte sia stata smentita, e, a volte, persino riconosciuta come finzione, dalle stesse autorità, che tuttavia continuano ad affermare la sua “realtà.”

Vi faccio un altro esempio concreto.

Dopo le “restrizioni Covid” (cioè il sistema di segregazione sociale) ancora applicate da quel teatro Off-Broadway, mi sono imbattuto in questo articolo di Current Affairs sull’oracolo Yuval Noah Harari, il cui autore menziona di sfuggita che, da qualche parte, tra i 6 milioni e i 12 milioni di persone sarebbero “morte di Covid,” come se questo fosse un fatto, un fatto che nessuno sano di mente metterebbe in discussione. E lo è, ufficialmente, nella nostra nuova “realtà,” nonostante il fatto (cioè il fatto reale) che – come hanno ammesso anche le “autorità sanitarie” – in ospedale chiunque fosse morto di qualcosa dopo essere risultato positivo al test PCR era stato registrato come “decesso da Covid-19.”

Questo è il modo in cui la “realtà” (cioè la “realtà” ufficiale, la “realtà” del consenso) viene prodotta e controllata. È prodotta e controllata non solo dai media, dalle aziende, dai governi e dalle entità governative non governative, ma anche (e, in ultima analisi, in modo più efficace) dalla costante ripetizione delle narrazioni ufficiali come fatti assiomatici e indiscutibili.

Nella nostra nuova e coraggiosa “realtà” totalitaria e global-capitalista, chiunque metta in discussione o contesti questi “fatti” diventa immediatamente un “deviante” e viene scomunicato dalla società “normale.” Seriamente, solo per divertimento, cercate di ottenere un lavoro in un’azienda, o in un’università, o una parte in un film o in uno spettacolo teatrale a Broadway, o un contratto per un libro, o una borsa di studio per la ricerca, eccetera, pur rimanendo onesti riguardo alle vostre convinzioni sulla Covid. Oppure, se siete un giornalista “rispettabile,” con agenti letterari e di pubbliche relazioni, contratti per libri, manager personali e così via, andate avanti, riportate i fatti (cioè i fatti reali, di cui conoscete l’esistenza, ma che avete evitato come la peste negli ultimi due anni), e guardate la vostra carriera che viene risucchiata violentemente giù per lo scarico, come uno stronzo nel water di un aereo.

Quest’ultima frase era rivolta ai “professionisti urbani” che hanno ancora una carriera, o che aspirano ad una carriera, o che comunque sono ancora impegnati a rimanere membri in regola della società “normale,”  non a voi della Florida e dell’Idaho, o ai miei colleghi “devianti” letterari e artistici.

A questo punto abbiamo praticamente bruciato i ponti. A meno che non siate disposti a prendervi per il culo da soli, ad autoilludervi, a confessarvi e a convertirvi, non c’è modo di tornare alla società “normale” (alla quale non potremmo comunque tornare, visto che non esiste più).

Mi rendo conto che molte persone probabilmente non vedono l’ora che arrivi… il giorno in cui i normali finalmente si “sveglieranno” e affronteranno i fatti, e la verità prevarrà, e torneremo a qualcosa che assomiglia alla normalità. Non succederà. Non torneremo indietro. I normali non si “sveglieranno” mai. Perché non sono addormentati. Non sono ipnotizzati. Non “rinsaviranno” un giorno e si assumeranno la responsabilità del danno che hanno fatto. Certo, si scuseranno per i loro “errori” e ammetteranno che forse avevano “esagerato,” ma la narrazione ufficiale della pandemia di Covid e la nuova “realtà” che ha fatto nascere rimarranno in vigore, e le difenderanno entrambe a costo della vita.

O, piuttosto, le difenderanno entrambe a costo delle nostre vite.

Se pensate che stia esagerando, considerate gli epiteti con cui il capitalismo globale ha condizionato i Normali ad usare allo scopo di demonizzarci… “teorici della cospirazione,” “negazionisti della scienza,” “insurrezionisti,” “estremisti,” “terroristi interni violenti.” Nessuno di questi termini indica un’ideologia politica o una posizione politica o critica di qualsiasi tipo. Significano deviazione dalla norma. Qualsiasi tipo di deviazione dalla norma. Sono termini tattici, privi di significato, concepiti per cancellare il carattere politico della variegata opposizione al capitalismo globale (o “globalismo,” se non vi piace la parola “capitalismo”), per buttarci tutti in un unico grande secchio di “devianza.”

Di solito non è di buon auspicio quando le nazioni – o i sistemi di potere globale sovranazionali e del tutto irresponsabili – tirano fuori all’improvviso il “secchio della devianza.” Di solito è un segno che le cose stanno per diventare brutte, brutte in modo totalitario, ed è proprio quello che è accaduto negli ultimi sei anni.

Nel luglio del 2021, all’apice della frenesia dell’odio fascista della Nuova Normalità, mentre l’esercito applicava le “restrizioni Covid,”durante l’instaurazione di un sistema di segregazione globale e con la gente che minacciavano di decapitarmi per essermi rifiutato di farmi “vaccinare,” avevo pubblicato un articolo intitolato La strada verso il totalitarismo. Siamo ancora su quella strada. Sia i normali che noi devianti. Siamo su quella strada da un bel po’ di tempo, più di quanto la maggior parte di noi si renda conto. Il clima è leggermente migliorato. Lo scenario fuori dal finestrino è cambiato. La destinazione non è cambiata. Non ho visto nessuna uscita. Fatemi sapere se ne vedete una, vi dispiace?

 

Fonte: consentfactory.org
Link: https://consentfactory.org/2022/11/13/the-road-to-totalitarianism-revisited/

Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

C. J. Hopkins è un drammaturgo pluripremiato, un romanziere e un autore di satira politica. Le sue opere sono state portate in tournée in teatri e festival. Attualmente vive in Germania.