Le élite europee sono disposte a pagare per avere il privilegio di perdere una guerra
di Pepe Escobar - 26/12/2025

Fonte: Come Don Chisciotte
In caso di dubbio, gli europei dovrebbero sempre rileggere Tacito. Da vero romano, egli riteneva che il sacrificio fosse degno solo se compiuto al servizio della patria. Ai suoi tempi, l’Impero Romano. Ai nostri giorni, lo Stato-civiltà italiano.
Tacito era un attento studioso della Resistenza e rifletteva su Nerone e Domiziano. Aveva seguito tutte le battaglie legali, la condanna di martiri laici come Seneca. Ne aveva parlato con venerazione, anche se aveva bollato il loro sacrificio come sterile.
Tacito rifiutava la tentazione dell’eroismo e si chiedeva se tra l’ardore del disprezzo e la vile ossequiosità si potesse trovare una via esente dalla vanagloria.
Certamente non vedeva questa possibilità nel futuro di Roma. Aveva vissuto sotto il potere assoluto – oggi sarebbe sotto il giogo dell’Unione Europea (UE) e della Commissione Europea (CE) – e aveva capito che esercitarlo o esserne sottomessi era ugualmente degradante.
Le domande a cui non era riuscito a rispondere sono eterne. Se un popolo protagonista della Storia e che gode del dominio sia in grado di esserne degno, se sia possibile per chi governa rimanere saggio e, per chi è suddito, cosa fare per non umiliarsi.
Alla storia e alla politica, Tacito poneva solo domande morali. Per lui, l’unica salvezza possibile sarebbe arrivata attraverso la guarigione morale.
Citando alcuni versi del brillante poeta Lucano, anch’egli vittima di Nerone, aveva scritto che considerando “le calamità più gravi” si aveva “la prova che gli dei non sono solleciti della nostra sicurezza, ma della nostra punizione”.
Tutte queste domande valgono ora per gli europei soggiogati da élite guerrafondaie terribilmente mediocri che stanno solo accelerando un vortice negativo molto più grave della decadenza di Roma. Mentre “gli dei” sono olimpicamente ignari della punizione inflitta ai semplici – contribuenti – mortali.
Gettare denaro in un buco nero
Ecco l’ultima truffa dell’élite europea: la decisione di concedere all’”organizzazione criminale” di Kiev – secondo la terminologia del presidente Putin – un prestito congiunto di ben 90 miliardi di euro per il 2026-2027, a tasso zero. Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca hanno ufficialmente rifiutato di partecipare alla truffa.
Questo prestito congiunto dell’UE – fondi che non hanno in primo luogo – si trasforma automaticamente in debito dell’UE. L’onere ricadrà sui contribuenti di tutta l’Unione. Non solo saranno privati di 90 miliardi di euro del loro reddito duramente guadagnato, a cui si aggiungono tasse elevate, ma pagheranno anche le banche europee per il “privilegio”. Nei corridoi della CE a Bruxelles tutti sanno che, solo per gli interessi, gli Stati membri dell’UE dovranno pagare oltre 3 miliardi di euro all’anno.
Il corollario inevitabile: i fondi per i servizi sanitari, l’istruzione e i diritti sociali andranno in fumo ancora più velocemente di quanto non facciano oggi.
È fondamentale ricordare che questo prestito agevolato per mantenere in vita la banda di Kiev coprirà solo due anni. Dopo ci sarà un’altra truffa. E anche il prestito agevolato non sarà sufficiente per il 2026-2027, visto che coprirà solo due terzi del buco nero di Kiev.
Le condizioni del prestito sono incredibili. Kiev lo ripagherà se – e la parola chiave è un impossibile “se” – riceverà “pieno risarcimento” dalla Russia. La CE a Bruxelles ha valutato l’importo totale a oltre mezzo trilione di euro.
Ma c’è di più. Prima del prestito, la CE aveva dichiarato l’Ucraina insolvente e annunciato che non avrebbe potuto concedere prestiti a Kiev. Tuttavia, si è auto-costretta a concedere quest’ultimo, vantaggioso prestito: un finanziamento diretto, di fatto una sovvenzione.
Secondo il capo negoziatore ucraino Rustem Umerov, “ci sono due scenari: 1 – se il conflitto finisce, i fondi saranno destinati alla ricostruzione del Paese; 2 – se l’aggressione continua, l’Ucraina prevede 40-45 miliardi di euro all’anno per la difesa e la sicurezza“.
Entrambi gli scenari sono assurdi. Primo: Mosca, in quanto vincitrice del conflitto, non accetterà mai di finanziare la ricostruzione dell’Ucraina attraverso il proprio fondo sovrano sottratto dagli europei. Secondo: la banda di Kiev si sta già preparando a ricevere altri soldi gratis, nel caso in cui “l’aggressione dovesse continuare…”.
Tutto questo circo è in pieno svolgimento perché l’UE non è riuscita a rubare definitivamente i fondi sovrani russi, nonostante lo tsunami di speculazioni su chi, alla fine, abbia “tradito” chi (probabilmente il Petit Roi francese ha scaricato il cancelliere tedesco BlackRock nella fase finale dei negoziati).
Alla fine, ciò che conta è che alcuni economisti di Bruxelles con un QI superiore alla temperatura ambiente hanno avvertito i loro “leader” che, se la “rapina” (terminologia di Putin) della Russia fosse continuata, le nazioni che detengono fondi sovrani [nell’Unione Europea], dall’Asia al Golfo Persico, d’ora in poi li avrebbero considerati non come risparmi ma come investimenti ad alto rischio, con conseguenze catastrofiche.
A Mosca non ci si fanno illusioni. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza Dmitri Medvedev ha osservato che i “ladri di Bruxelles” non hanno abbandonato i loro piani. Inoltre, la tossica Medusa a capo della CE aveva già dichiarato che i beni russi possono essere sbloccati solo con una maggioranza qualificata, ad esempio i due terzi o i tre quarti degli Stati membri votanti.
Tacito avrebbe approvato la lapidaria valutazione dell’UE da parte di Putin: “Loro [la precedente amministrazione statunitense] credevano che la Russia potesse essere facilmente smembrata e smantellata. I ‘lacchè suini’ europei si erano immediatamente uniti agli sforzi della precedente amministrazione americana, sperando di trarre profitto dal crollo del nostro Paese per reclamare ciò che era stato perso in periodi storici precedenti e per una qualche forma di vendetta. Come è ormai evidente a tutti, tutti quei tentativi, tutti i piano distruttivi contro la Russia, sono finiti in un fallimento completo e totale”.
Attenzione ai titoli europei
Il prestito agevolato da 90 miliardi di euro è solo la punta di un iceberg molto, molto più grande. A questo si bisogna aggiungere i fondi – ancora inesistenti – per continuare ad armare Kiev e per acquistare gas, carburante ed energia elettrica, dato che l’Ucraina dipende totalmente dall’UE. Nel frattempo, l’UE ha perso il mercato russo: nel 2021, prima dell’inizio della SMO, l’UE esportava in Russia per 90 miliardi di euro all’anno.
La questione scottante di quanto ci vorrà per ricostruire l’Ucraina ha ormai raggiunto livelli da incendio boschivo. Uno studio della Banca Mondiale del 2024 parlava di 600 miliardi di euro, interamente a carico di un’UE bloccata in una mentalità di guerra perpetua.
Considerando come la Russia sta ora bombardando le principali infrastrutture militari ucraine, il costo finale dell’avventura europea – dopo Napoleone e Hitler, ora è il turno della infernale coalizione UE/NATO – potrebbe facilmente raggiungere e superare i 1.000 miliardi di euro, con conseguente deindustrializzazione a livello europeo, perdita di competitività globale, scomparsa del mercato russo, dazi statunitensi a ripetizione e la totale vassallizzazione imposta dall’Impero del Caos.
Come se questo enorme buco nero non bastasse, gli esperti finanziari tedeschi avvertono che il rendimento delle obbligazioni europee sta aumentando rapidamente. Dopo tutto, nessuno sano di mente presterebbe a queste “élite” delle guerre infinite denaro a basso di interesse.
Quindi, ora la posta in gioco è alta – a livello sistemico. Ciò include: rifinanziamento del debito da parte dei governi a tassi più elevati; rifinanziamento delle società a condizioni ancora peggiori; inasprimento dei criteri di concessione dei prestiti da parte delle banche.
In poche parole: il capitale sta fuggendo dai bilanci deboli. E le obbligazioni si muovono sempre per prime, perché valutano i flussi di cassa, non le narrazioni belliciste europee.
Ogni crisi grave inizia con l’aumento dei tassi di interesse. Lo 0% per l’Ucraina non è nemmeno una favola. Ciò che conta, per cominciare, sono gli interessi che gli squali delle banche caricheranno su quella dolce sovvenzione di 90 miliardi.
Non contate su un asse europeo di sanità mentale che improvvisamente intervenga per salvare l’ex apice della civiltà. Ciò potrebbe richiedere generazioni. Nel frattempo, vale Tacito. Gli dei sembrano godere appieno della punizione inflitta ai semplici – contribuenti – mortali.
Fonte: sputnikglobe.com
Link: https://sputnikglobe.com/20251222/pepe-escobar-europes-elites-pay-for-the-privilege-of-losing-conflict–1123346002.html
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org
