Le tecniche di persuasione occulta come strumento per la guerra asimmetrica
di Michele Putrino - 30/12/2023
Fonte: Medium
Prima di diventare Presidente della RAI e di vendersi armi e bagagli al Sistema, Marcello Foa scrisse un libro fondamentale dal titolo "Gli stregoni della notizia".
Nel suo libro Foa spiegava magistralmente il concetto di "Frame" della notizia, perfettamente esemplificato dall'immagine di copertina di questo post.
Gli stregoni della notizia, ovvero gli Spin Doctor
Partiamo dal titolo. Chi è, per Foa, uno stregone della notizia? È quell'individuo che in inglese viene definito “spin doctor”. Così lo descrive Foa:
«Autentico “stregone” della notizia, interpreta la comunicazione “come un insieme di tecniche unilaterali per l’indottrinamento del pubblico”, spesso “senza preoccuparsi del bene e dell’interesse generale”. Ritiene che il suo compito […] sia di “massaggiare il messaggio”, ovvero di estrarre il meglio da qualsiasi situazione, fornendo “una versione aggiustata” di un evento» (p.14)
Insomma, gli spin doctor sono quel genere di professionisti che stanno dietro ai politici (ma non solo) con un fine ben preciso: “manipolare” le informazioni che arrivano al grande pubblico in modo da far risultare “vincente” il proprio cliente. Alcune volte questi professionisti si limitano solo a migliorare l’immagine dei loro clienti, altre volte, invece, mettono in atto manipolazioni vere e proprie, fino a stravolgere completamente la realtà dei fatti. Ovviamente, neanche a dirlo, quest’ultimo caso è quello più comune. Ma in quale nazione hanno più influenza questi spin doctor? Anche in questo caso la risposta è ovvia: nell'unica super potenza rimasta, e cioè negli Stati Uniti d’America.
Gli Stati Uniti e i cancelli dell’informazione
Come ho spiegato altrove (vedi La Strategia dei Poteri Forti) il centro del Potere mondiale si trova negli USA. Oggi, in pratica, tutto ciò che conta parla “americano”. Ovviamente anche, e soprattutto, l’informazione, come spiega bene Foa. In pratica funziona così: la Casa Bianca fa partire delle notizie indirizzate ai grandi media internazionali; da qui le informazioni arrivano ai grandi giornali e TG americani. Quando, poi, una notizia arriva su un grande giornale americano come può essere, ad esempio, il New York Times, quasi inevitabilmente gli altri giornali importanti delle altre nazioni del mondo riprendono la notizia diffondendola al grande pubblico. In sostanza funziona come dei “cancelli” posti in modo piramidale: una volta aperti quelli in alto, tutti quelli posti in basso, per “forza d’urto”, inevitabilmente si spalancano. Ovviamente quanti più giornali e TV che si trovano al vertice lanceranno la notizia, tanto più forte e d’impatto sarà la notizia per il grande pubblico. E se una notizia estremamente importante parte, diciamo, dalla metà della piramide, cosa succede? Quasi sempre non arriverà mai al grande pubblico perché riuscirà ad aprire soltanto pochi cancelli, e tutti inferiori a quello di partenza. Certo, come spiega Foa nell'ultimo capitolo (e come ho descritto nel mio articolo Come Manipolano le Informazioni sul Web) oggi, soprattutto grazie a Internet, è possibile far arrivare notizie (manipolate o meno) al grande pubblico partendo “dal basso”; allo stato attuale, però, è più un’eccezione che una regola. Al momento chi detta la “visione del mondo” sono coloro che comandano negli States, “visione” dettata soprattutto grazie alla fondamentale mano degli spin doctor. Infatti sono loro che sanno gestire il frame.
L’arma segreta del potere: il Frame
“Frame” è una parola inglese che significa “cornice”. Cornice di cosa? Avete presente un quadro che rappresenta un paesaggio? Di solito è racchiuso in una cornice che delimita ciò che è possibile vedere. Se dunque, ad esempio, noi prendiamo un quadro che rappresenta una città in fiamme, con accanto una foresta sorvolata da uccelli che scappano dalle fiamme e ritagliamo solo la parte della foresta e la incorniciamo, avremo un nuovo quadro che rappresenta qualcosa di diverso. Cosa di preciso? Ma una incantevole foresta sorvolata da magnifici e felici uccelli! Ecco, la nostra mente funziona esattamente così: al di là della realtà oggettiva, percepiamo il mondo solo per quello che rientra all'interno della nostra cornice. È ciò che i filosofi chiamano “visione del mondo” e che Wittgenstein ha definito “occhiali cognitivi” che ci mettiamo sul “naso”. Ecco, la grande “magia” degli stregoni della notizia consiste proprio nella capacita di cambiare la nostra cornice di riferimento, fino a convincerci che ciò che ci renderà schiavi sarà, invece, la nostra salvezza.
https://medium.com/@ItPutrino/la-battaglia-di-marcello-foa-88ff44e7d0b5
Cos'è la Propaganda
Il nostro sistema democratico è caratterizzato dalla massiccia presenza della propaganda e della manipolazione di massa in ogni settore. Perché? Questo ha qualche legame con il sistema politico vigente? E soprattutto, le nostre scelte avvengono in maniera spontanea oppure sono dettate da qualcuno che ci manipola dall'esterno?
“La manipolazione consapevole e intelligente, delle opinioni e delle abitudini delle masse svolge un ruolo importante in una società democratica, coloro i quali padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono un potere invisibile che dirige veramente il paese.”
Se state pensando che queste parole siano tratte da un romanzo distopico o da un qualche sito di “complottisti” vi sbagliate, e di molto. Queste sono le parole con cui inizia il libro Propaganda di Edward Louis Bernays, uno dei primi spin doctor della storia nonché uno dei tre padri delle Pubbliche Relazioni e tra i massimi sostenitori della propaganda moderna. Propaganda, attenzione, è un testo del 1928 (sic!) ed è stato tradotto per la prima volta in italiano soltanto ottant'anni dopo (da fausto lupetti editore, edizione a cui farò riferimento qui).
Giusto per avere un’idea più chiara di chi stiamo parlando dovete sapere che Bernays era nella commissione organizzata dal governo americano che aveva, come scopo, quella di convincere gli americani ad entrare in guerra nella Prima Guerra Mondiale. Era, per intenderci, la commissione che aveva prodotto il famoso poster che raffigurava lo Zio Sam con il dito puntato e con la scritta “I want you for U. S. Army”. Inoltre è stato colui che, attraverso una strategia pubblicitaria di massa e perfettamente organizzata, ha portato le donne ad amare le sigarette; questo, ovviamente, dietro la richiesta e il compenso della Compagnia Americana del Tabacco. È stato, inoltre, il responsabile di molte campagne pubblicitarie di aziende come General Electric, General Motors, Procter & Gamble e naturalmente di molte altre.
Ovviamente era molto presente anche in ambito politico. Quando, nel 1954, il presidente del Guatemala cercò di nazionalizzare le terre della United Fruit Company (l’attuale Chiquita Brands International), Bernays organizzò, per conto di questa compagnia, una campagna contro il presidente guatemalese, dando inizio così a quella che sarà la sua destituzione. Per chiudere il quadretto di questo importante personaggio, riporto quanto descritto nella sezione “‘Propaganda’, l’autore e l’opera” dell’edizione italiana di Propaganda:
“Un aneddoto che contribuisce a definire il personaggio Bernays riguarda il trattamento riservato al proprio autista, a completa disposizione per 24 ore, ma pagato solo 25 ollari la settimana e con mezza giornata di ferie ogni due settimane, e a chi gli faceva notare che era un’ingiustizia, rispondeva ironicamente: ‘Ma questo accadeva prima che le persone acquistassero una coscienza sociale’”.
Ci sarebbe poi da aggiungere il fatto che era nipote di Sigmund Freud (la madre ne era la sorella), che i suoi libri pare fossero letti da Joseph Goebbels, il Ministro della Propaganda del Terzo Reich e molte altre cose ancora. Ma quanto descritto finora penso possa bastare per far capire l’importanza di questo personaggio e, soprattutto, delle sue affermazioni. Detto questo, passiamo a comprendere cos'è la propaganda e perché funziona attraverso le parole di Bernays (e chi meglio di lui potrebbe chiarirci le idee?).
La manipolazione occulta è necessaria alla democrazia
“Noi siamo in gran parte governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare. Questa è la logica conseguenza di come è organizzata la nostra società democratica basata sulla cooperazione del maggior numero di persone, necessaria affinché possiamo convivere in un mondo il cui funzionamento è ben oliato.”
Così continua Bernays nel capitolo 1 del suo libro. Per lui non ci sono dubbi: se vogliamo continuare a vivere in un mondo democratico dobbiamo accettare che le nostre vite siano gestite da uomini di cui non sappiamo niente e che, attraverso quello che lui chiama “governo invisibile”, plasmano costantemente le nostre menti. Giustifica questa sua convinzione in questo modo:
“In teoria ciascuno ha le sue idee per quanto concerne la vita pubblica e quella privata, in pratica se tutti i cittadini dovessero studiare per proprio conto tutto ciò che riguarda le informazioni astratte di ordine economico, politico e morale che entrano in gioco quando si affronta anche il minimo argomento, si renderebbero ben presto conto di non poter giungere a nessuna conclusione. Perciò abbiamo lasciato, volontariamente, a un governo invisibile il compito di passare al vaglio le informazioni per individuare il problema principale, e ricondurre la scelta a proporzioni realistiche. Accettiamo che i nostri dirigenti e gli organi di stampa da loro utilizzati, ci indichino le questioni considerate di interesse generale. Accettiamo che una guida morale, un pastore, uno studioso, o semplicemente un’opinione diffusa ci prescrivano un codice di comportamento sociale standardizzato al quale ci conformiamo per la maggior parte del tempo.”
Insomma, la democrazia, se funzionasse veramente così come tutti noi crediamo, ci porterebbe al caos e alla paralisi sociale. E così tutti noi accettiamo la presenza di un “governo invisibile” che ci dice cosa acquistare, come vivere, come pensare, cosa è vero e cosa è falso nonché cos'è giusto e cosa sbagliato. E tutto questo, secondo Bernays, lo vogliamo noi. L’importante, ci sta dicendo Bernays, è che ci venga lasciata l’illusione che stiamo agendo secondo la nostra volontà. E che nessuno si sogni di eliminare manipolazione, individualismo e altre nefandezze dalla nostra società. Infatti afferma:
“Si possono criticare certi fenomeni che ne derivano, in particolare la manipolazione delle informazioni, l’esaltazione dell’individualismo e tutto il battage pubblicitario intorno ai personaggi politici, ai prodotti commerciali o alle idee sociali. […] queste attività sono però necessarie per una vita ben ordinata. Le tecniche usate per inquadrare l'opinione pubblica sono state inventate e poi sviluppate via via che la società diventava più complessa e l’esigenza di un governo invisibile si rivelava sempre più necessaria.”
Quindi, senza manipolazione occulta di massa non è possibile la democrazia.
I pochi comandano i più in modo occulto
“La macchina a vapore, la stampa e l’alfabetizzazione di massa […] hanno strappato il potere ai sovrani per consegnarlo al popolo che lo ha ricevuto in retaggio. […] Il suffragio universale e la generalizzazione dell’istruzione hanno in seguito rafforzato questo processo, al punto che a sua volta la borghesia incomincia a temere il popolo minuto, le masse che si ripromettono di giungere al potere. Oggi tuttavia si profila una reazione, la minoranza ha scoperto di poter influenzare la maggioranza in funzione dei suoi interessi, ormai è possibile plasmare l’opinione delle masse per convincerle a orientare nella direzione voluta la forza che hanno da poco acquisito. Un processo inevitabile, data la struttura attuale della società.”
E sì, sono tutte cose che, nel capitolo 2, Bernays ha scritto veramente. In pratica sta rassicurando le vecchie élite dicendo che il popolo può soltanto illudersi di poter arrivare al potere. In realtà, grazie alle nuove tecniche di propaganda e di manipolazione non solo è possibile tenerlo a bada ma, addirittura, si possono sfruttare i suoi impulsi libertari per incrementare ulteriormente i vantaggi dell’élite stessa. Come? Inculcando nella massa nuove credenze e nuove dottrine ovviamente. E qui giungiamo finalmente a comprendere, in modo definitivo, cos'è la propaganda attraverso le testuali parole di Bernays:
“La propaganda è l’organo esecutivo del governo invisibile.”
In conclusione
Ho volutamente riportato così tante citazioni del libro di Bernays per far vedere al lettore come la manipolazione delle menti non è né una fantasia da “complottisti” né, tantomeno, qualcosa che si sta cercando di mettere in pratica negli ultimi tempi. Le élite esercitano il proprio comando attraverso la manipolazione da parecchio tempo, e con estrema competenza e lucidità mentale.
...
Joseph S. Nye Jr. — attuale presidente della Commissione Trilaterale per il Nord America, vicepresidente del Sottosegretariato di Stato e sottosegretario alla Difesa durante l'amministrazione Clinton nonché ex capo del National Intelligence Council; insomma, una persona che conosce bene le stanze del potere — scrive, parafrasando Lao Tzu, nel capitolo IV del suo libro The Future of Power (pubblicato in Italia con il titolo Smart Power da Laterza):
“[...] Il governante migliore non è colui che riesce a farsi ubbidire, ma quello della cui esistenza i sudditi si accorgono appena.”
Nye fa questa affermazione mentre introduce il lettore al concetto di Soft Power — definito il “terzo volto” del potere, dove gli altri due sono il potere militare e il potere economico —, un argomento a lui molto caro e centrale per tutti coloro che vogliono gestire al meglio il loro potere nel mondo contemporaneo.
“[…] il potere è la capacità di agire nelle situazioni sociali per influenzare il comportamento degli altri e ottenere i risultati che si desiderano. […] Il potere sociale agisce sotto il livello comportamentale, plasmando le strutture sociali, i sistemi di conoscenza e l’ambiente generale sottostanti. […] Le civiltà e le società non sono realtà immutabili e un leader efficace può tentare di plasmare le più ampie forze sociali con diversi gradi di successo. […] Per convertire le risorse in potere effettivo, cioè per ottenere i risultati desiderati, occorrono strategie ben formulate e un’abile leadership…”
Tutto questo è possibile grazie alla consapevolezza che:
“Gli esseri umani sono inseriti in complesse strutture culturali, relazionali e di potere da cui sono condizionati e vincolati.” [ibidem]
Certo, Nye, da vero esperto di potere, non si sogna minimamente di dire che il potere è possibile ottenerlo e gestirlo solo ed esclusivamente attraverso la persuasione e/o la manipolazione (ciò che lui definisce, appunto, “Soft Power”). Infatti, sottolinea più volte che il vero potere si può ottenere soltanto dosando attentamente e in modo opportuno tutte e tre le forme di potere, cioè quello persuasivo/manipolativo, quello economico e quello militare. Per evidenziare l’importanza della sapiente combinazione delle tre forme di potere, ha coniato un nuovo termine: Smart Power (che, come accennato, dà il nome all'edizione italiana del libro a cui stiamo facendo riferimento). Ma mentre le ultime due sono, per motivi storici, date per scontante tra i potenti, invita a prestare molta più attenzione alla prima, soprattutto in quest’epoca in cui l’informazione è così importante. Scrive infatti:
“Un realista pragmatico o dotato di buon senso tiene conto dell’intero spettro delle risorse di potere, incluse le idee, la persuasione e l’attrazione.” [ibidem]
Alcune righe più avanti, riporta un esempio pratico per far capire l’estrema importanza del potere della persuasione all'interno di operazioni di più ampio spettro:
“[…] la Cnn e la Bbc stabilirono il taglio da dare ai temi della prima guerra del Golfo nel 1991, ma nel 2003 Al Jazeera svolgeva ormai un ruolo di primo piano nell'imporre la propria visione dei fatti durante la guerra in Iraq. Quest’opera di impostazione è ben più che semplice propaganda. Nel descrivere gli eventi del marzo 2003, potremmo affermare che le truppe statunitensi ‘entrarono in Iraq’ oppure che ‘invasero l’Iraq’. Entrambe le affermazioni sono vere, ma hanno effetti molto diversi nel condizionare le preferenze.” [ibidem]
Come si vede, per Nye “l’impostazione” data da parte dei media è strategicamente fondamentale, dato che può stravolgere completamente la percezione delle masse riguardo a un determinato evento. Ovviamente questa “attenzione”, nell'era di internet, non deve essere data solo ai mezzi di comunicazione tradizionali (come i giornali, le radio e la TV), ma deve riguardare anche il ciberspazio. Certo, qualcuno potrebbe obiettare che internet è un luogo “libero”, privo di vere restrizioni. Ma non la pensa così il nostro autore che, infatti, nel capitolo “La diffusione del potere e il ciberpotere” scrive:
“Agli albori di internet i libertari asserivano che ‘l’informazione vuole essere libera’ e sostenevano che internet avrebbe decretato la fine dei controlli di governo e la ‘morte della distanza’. In realtà i governi e le giurisdizioni geografiche continuano a svolgere un ruolo importante…”
Questo perché, al di là dell’immaginario comune, tutte le persone e le aziende che agiscono su internet devono trovarsi su luoghi fisici da cui agire e risorse reali da cui attingere (come, giusto per fare un esempio, l’elettricità). Anche tutte le informazioni che immettiamo e che riceviamo non restano di certo “nell'etere”, ma vanno a finire in luoghi fisici che potremmo definire volgarmente “centri di raccolta di memoria” molto reali e che, ovviamente, si trovano sul territorio di uno Stato; quindi soggetti alle sue leggi e alla sua volontà. Ora, dato che le più grandi aziende informatiche sono americane — soprattutto quelle “social” considerate, alla luce di quanto esposto finora, certamente come “strategiche” — non è difficile dedurre qualche realtà, seppur non dichiarata ufficialmente. Ma andiamo avanti. Continua Nye:
“Dal punto di vista del soft power, un individuo o un’organizzazione possono tentare di convincere altri a modificare il proprio comportamento. […] quando una multinazionale come la Apple decide di impedire che certe applicazioni vengano scaricate sugli iPhone, molti consumatori non sono neppure consapevoli delle limitazioni imposte alle loro potenziali azioni e in pochi capiscono gli algoritmi che guidano le loro ricerche di informazioni. Il terzo volto del potere consiste nell'influenzare le preferenze iniziali degli altri in modo che alcune strategie non vengano neppure prese in considerazione.” [ibidem]
E non manca di aggiungere subito dopo:
“Un governo può orchestrare una campagna per delegittimare certe idee […] e ostacolare la diffusione di queste idee su internet, in modo che i cittadini non ne vengano facilmente a conoscenza.” [ibidem]
Se tutto quanto detto finora vi sembra incredibile e vi sentite ora di vivere in un qualche film o romanzo dispotico, prestate molta attenzione a quanto scrive qualche pagina più avanti:
“I governi hanno anche la capacità di condurre ciberattacchi a scopo offensivo. Per esempio, la Decima flotta della Marina e la Ventiquattresima Forza aerea dell’Aeronautica statunitense non hanno navi e neppure aerei. Le loro truppe usano i computer e internet anziché pilotare imbarcazioni e velivoli.” [ibidem]
Dunque, quantomeno negli Stati Uniti (ma presumibilmente anche nelle altre nazioni) esistono addirittura “flotte” di esperti informatici che hanno, come principale compito, quello di compiere “ciberatacchi”, con tutto ciò che questo possa significare.
In conclusione
Leggendo integralmente il testo di Joseph Nye è molto chiaro quale fosse l’intento di questa pubblicazione: rassicurare gli americani (quantomeno la classe dirigente) che anche nei prossimi decenni gli Stati Uniti saranno la nazione dominante sul Mondo. Per fare questo ha dovuto mostrare il grande controllo che gli U.S.A. hanno su tutti gli aspetti fondamentali del potere a livello globale (che, ripetiamolo con le sue stesse parole, consiste nella “capacità di agire nelle situazioni sociali per influenzare il comportamento degli altri e ottenere i risultati che si desiderano”), rivelando, come abbiamo visto, metodi e tecniche che i Poteri Forti utilizzano quotidianamente e che le persone poco informate spesso si affrettano a bollare come “cose da complottisti”.
Prestate molta attenzione a quello che succede ogni giorno nel mondo della politica, dell’economia e dei media perché le partite serie non si giocano mai con le carte scoperte.
FAKE NEWS (recensione)
Negli ultimi tempi sentiamo in continuazione parlare di Fake News. La maggior parte delle persone crede che le “fake news” siano semplicemente delle “bufale” ma, in realtà, la questione è molto più inquietante. Nel suo ultimo libro intitolato proprio FAKE NEWS, la giornalista Enrica Perucchietti ci svela, in modo accuratamente documentato, un mondo dietro questo semplice termine che i più non oserebbero nemmeno immaginare.
Il Ministero della Verità
In 1984 gli eventi si svolgono intorno al potente Ministero della Verità che ha un preciso compito: fare in modo che tutti pensino così come vuole lo Stato. Com'è possibile fare questo? Modificando completamente la storia e le informazioni riguardanti il passato, in modo che tutto sembri progredire in favore della volontà dello Stato. Ma questo non basta. È necessario modificare anche le parole e, più in generale, creare una nuova lingua con cui si esprime l’individuo perché, per pensare, servono vocaboli e grammatica, e se quelli esistenti sono costruite in favore dello Stato, i cittadini non potranno che pensare a favore dello Stato. Ora, sembra suggerirci implicitamente l’autrice, immaginate che tutto questo sia quello che alcuni potenti, molto potenti, stiano facendo a voi ogni giorno nella realtà che state vivendo, senza che ve ne accorgiate. E se anche in questo caso vi state chiedendo come ci riescono, la risposta è questa: perché vi stanno “cuocendo” con un fuoco così lento che vi risulta anche piacevole, almeno fino a quando non sarà troppo tardi.
Neolingua e “politicamente corretto”
È a questo punto che è possibile avvicinarci alla soluzione del nostro quesito iniziale, e cioè alla comprensione del perché di tutto questo interesse per le Fake News. Scrive l’autrice:
“Il ricorso a sempre nuovi neologismi creati ad arte permette di far sì che non siamo più noi a pensare con le parole ma siano le parole stesse a pensare per noi.[…] il politicamente corretto e la neolingua rendono sempre più difficile non solo parlare e scrivere, ma addirittura pensare. La neolingua politicamente corretta è una costruzione artefatta, burocratica; è un linguaggio per i fanatici dell’ideologia, che sta contagiando il mondo intero, imponendosi attraverso gli slogan e l’assuefazione mediatica.” [§ La costruzione della parola]
Insomma, se il Potere vuole controllare gli individui in modo totale, deve spostare ciò che viene definito “reale” dal piano tangibile e materiale al piano immaginario costruito attraverso un linguaggio creato ad arte. A quel punto, il “range quantitativo” hegeliano in grado di trasformare un fenomeno in “qualitativo” si muoverà sul piano immaginario costruito e, cioè, sull'ideologia dettata dal potere dominante identificabile attraverso ciò che viene ritenuto “giusto e savio” e, quindi, il politicamente corretto. Da questo punto di vista, diventa “ovvio” che quanto verrà affermato al di fuori dell'ideologia dominate e dal politicamente corretto verrà marchiato come “falso” o Fake News, in modo spesso automatico e inconscio, anche se in realtà, nei fatti, non si tratta altro che di una propria opinione dal valore qualitativo reale non diverso da quello del potere dominante.
Ci sarebbero moltissime altre cose da dire e su cui riflettere attraverso questo illuminante (e coraggioso) libro di Enrica Perucchietti, ma mi devo fermare qui. Vi invito a leggerlo perché vi condurrà su vette in cui è finalmente possibile respirare aria di libertà.