Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Lo Stato ricattatorio

Lo Stato ricattatorio

di Federico Leo Renzi - 25/07/2021

Lo Stato ricattatorio

Fonte: Federico Leo Renzi

Oggi il quotidiano "La Repubblica" scrive un articolo assai interessante: i no vax si riducono dal 14% al 5%, grazie alla crescita della fiducia nella scienza e nei vaccini. La Repubblica finge di non sapere che non è cresciuta minimamente la fede in nulla, ma i più si sono convinti a vaccinarsi per evitare la morte sociale (ed economica) inevitabile se non si ottiene il Green Pass.
La Repubblica ha il pregio di svelarci indirettamente qual è il pensiero dell'esecutivo a guida Draghi: per l'esecutivo non esiste una collettività che discute, prende decisione concertate, media sulle norme del vivere comune, ma un aggregato di interessi economici e ideologici che impone la sua visione a tutti, senza alcuna discussione possibile.
L'esecutivo Draghi nell'imporsi però segue un metodo diverso da quello utilizzato dagli stati etici o dai regimi totalitari: non obbliga nessuno a vaccinarsi né ad avere il green pass, non assumendosi quindi il peso sociale ed economico delle proprie scelte autoritarie, utilizzando l'escamotage del lasciare all'individuo la libera scelta di vaccinarsi o meno.
Quindi è vero che la scelta di vaccinarsi dopo il Green Pass rimane facoltativa? Teoricamente sì, praticamente no. Teoricamente sì perché nessun membro delle forze dell'ordine ti sfonda la porta di casa per trascinarti in un hub vaccinale, praticamente no perché senza Green Pass non si accede ad alcun luogo pubblico (dal bar al cinema), a breve non si potranno più utilizzare i mezzi pubblici, ed è già in uso presso le aziende l'avere il Green Pass per essere assunti o non essere licenziati (guarda caso la norma è stata approvata subito dopo lo sblocco licenziamenti).
Difatto il Green Pass è stato ideato, pensato ed applicato come una forma di coercizione verso i non vaccinati. Il noto virologo Burioni ha colto perfettamente lo spirito della norma in un tweet: chi non si vaccinerà sarà costretto a rimane in casa come un topo o un deliquente condannato agli arresti domiciliari.
La cosa che ci interessa di più nella faccenda è la coerenza ideologica fra imposizione de facto all'obbligo vaccinale e la totale deresponsabilizzazione dello stato nei confronti dei suoi cittadini: essendo teoricamente la vaccinazione facoltativa, non c'è alcuna norma specifica per gli allergici gravi al vaccino, che saranno costretti a farselo senza alcun tipo di tutela nel caso di reazione avversa (per loro esiste solo un protocollo per cui gli verrà inoculato in ospedale sotto osservazione medica). Questo è il trionfo del neoliberismo autoritario: lo stato impone delle norme ma non se ne assume minimamente gli oneri sociali, scaricandoli sugli individui fragili.
L'altra enorme questione sul tavolo, che sia il governo che la stampa mainstream si guardano bene dal discutere, è dovuta alla trasformazione del green pass in uno strumento di tracciamento puntuale degli spostamenti dei cittadini: a breve lo stato italiano saprà quando un cittadino prende l'autobus, entra in un bar, va in un club, parte per un viaggio prendendo l'aereo, ecc un'enorme massa di dati sensibili che non è chiaro dove verrano stoccati, da chi potranno essere visualizzati, se potranno essere usati anche per motivi altri rispetto alla tutela della salute pubblica.
Anche in questo secondo caso lo stato non discute, non garantisce, non tutela né fornisce spiegazioni: si comporta alla stessa stregua di un'azienda privata che incamera dati per farne l'utilizzo che ritiene più vantaggioso.
Chi scrive è un vaccinato che fra poco avrà il Green Pass, ed è tale perché ne ha bisogno per motivi lavorativi. Detto questo, il modo con cui è stato implementato, l'assenza di una discussione pubblica e parlamentare sulla norma, la scelta ideologica dello stato di non prendersi alcuna responsabilità sugli obblighi de facto imposti ai cittadini, l'evidente fine ricattatorio del pass e la completa opacità sul sistema di stoccaggio ed utilizzo dei dati raccolti attraverso quest'ultimo mi generano più di qualche inquietudine.
Inquietudine che l'esecutivo Draghi e i media suoi amici evitano accuratamente di fugare, perché il Green Pass non è un patto fra comunità nazionale e individuo, ma un ricatto: in ogni momento lo stato si riserva il diritto di imporre ulteriori pressioni, obblighi "facoltativi", utilizzi altri rispetto a quelli dichiarati del pass.