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Ma Elodie, Fedez, Levante e Mohammod lo sanno cosa prevede la Legge Zan?

di Antonio Terrenzio - 03/04/2021

Ma Elodie, Fedez, Levante e Mohammod lo sanno cosa prevede la Legge Zan?

Fonte: Antonio Terrenzio

Ma Elodie, Fedez, Levante e Mohammod lo sanno cosa prevede la Legge Zan? Hanno letto il testo o sanno solo alzare polveroni mediatici ad uso e consumo dei loro followers indementiti? Non é nemmeno un caso che si affidi la "reclame" a questi "nuovi italiani"; è tutto parte del copione politicamente corretto e della tirannia delle minoranze. Eppure se questi buffoni di regime semianalfabeti, che diffondono solo degrado culturale per le nuove generazioni, facessero funzionare due neuroni, dovrebbero spiegarci cosa vuol dire avere la libertà di opinione, tutelata dall'art. 21 della Costituzione e quei "fatte salve". È lo stesso Onorevole Zan ad ingarbugliare il discorso, quando in un’intervista successiva all’approvazione dell’emendamento 'salva-idee', alla domanda sul fatto che «si ha comunque il diritto di ritenere che un uomo che si dichiari donna non sia donna» e se «con una simile legge dirlo in tv sarebbe considerato istigazione all’odio», il relatore del testo unico anti-omofobia Alessandro Zan ha risposto: «No, ma resta un atteggiamento di non rispetto». Ma un’associazione lgbt potrebbe fare causa dopo la legge Zan? La replica del suo autore è stata che «lo decide un giudice» confermando che a suo avviso – ma non è un’opinione di scarso peso, visto che è il relatore – porta dritto al processo la semplice perplessità che taluno manifesti sul fatto che autodichiarare il cambio del proprio sesso sia sufficiente per farlo ritenere mutato. Poi l’eventuale condanna sarà demandata alla discrezionalità del giudicante, ma intanto vi è la certezza della chiamata in giudizio, con gli annessi e connessi delle spese materiali, delle ansie e di avere a carico chissà per quanti anni una pendenza giudiziaria. Data la fama della magistratura italiana, c'è poco da stare tranquilli.
Ora già qui si capisce la deriva liberticida che spalancherebbe una legge del genere. Praticamente si configura il reato di opinione e sarà il giudice a deciderlo, nel caso (ma la certezza della legge?!?). Non solo l'On. Pillon ha fatto benissimo ad opporsi, ma le filosofe alla Michela Marzano (della quale mi è capitato di leggere autentici deliri logici) che parlano di "destra medievale", sono le prime a volerci trascinare in una nuova inquisizione, ecco perché vanno fermati a tutti i costi. Vogliono distruggere ogni costrutto logico-razionale e sostituirlo con l'emotività soggettiva. Il dato oggettivo e reale si eclissa e ciò che provo o sento diventa l'unico parametro di giudizio. Una sorta di frutto avvelenato che potremmo far risalire a Cartesio e alla differenza che passa tra "Res Cogitans" e "Res Extensa": non esiste più la verità, ma una idea di essa, una verità soggettiva. Per cui tornando alla Marzano e Zan, posso mai sentirmi sicuro nell'avere un'idea diversa da quella che loro vorrebbero impormi? E per questo rischiare la galera? Siamo in mano ad una manica di pazzi scatenati e la ribellione deve passare dalle piccole cose, anche dalle battaglie sul lessico: rivendicare a buon diritto l'utilizzo dei termini che questa sinistra liberticida ed immorale vorrebbe imporci. Il progressismo è incompatibile con la democrazia.