Mamma, domenica mi porti al museo del patriarcato?
di Antonio Catalano - 17/11/2025

Fonte: Antonio Catalano
È l’attrice Violante Placido, madrina del Museo del patriarcato. Abbiamo solo sei giorni (a Roma dal 20 al 26 novembre, ma il 22 «chiudiamo le porte per aprire lo spazio della piazza, sosteniamo la manifestazione nazionale di Non una di meno») per visitare l’esposizione di ActionAid, un’esperienza che invita «a immaginare un futuro in cui nel 2148 il patriarcato sarà abolito». Un’esperienza «immersiva, che proietterà in questo futuro in cui gli oggetti e la narrazione del presente appariranno come oggetti obsoleti di un’epoca segnata da diseguaglianze e violenze di genere». Chi ha deciso che nel 2148 non ci sarà più il patriarcato? L’ultimo rapporto del Global Gender Gap, un organismo del Forum economico mondiale! Il museo presenterà «opere, cimeli, reperti e testimonianze del XX e XXI secolo, tutto quanto serva a mostrare comportamenti, abitudini, gesti e narrazioni che hanno alimentato la violenza maschile sulle donne». Il programma della sei giorni, illustrato nella solita insopportabile contorta esoterica neolingua trans-woke, è ricco di preziose iniziative. La macchina tritatutto del woke global system avanza come una falange, forte del sostegno (innanzitutto finanziario) di quel mondo che ha deciso di educare i popoli secondo la pedagogia transumanista che come modello propone-impone l’individuo non “binario”, quello cioè che ha superato l’antica "ossessione" dell’eterosessualità, convinto che non si nasce ciascuno del proprio sesso ma di un genere “assegnato”. Transumanisti gender che rovesciano palate di merda (vero, Cortellesi?) sulle generazioni passate, in ossequio al canone della “cancel culture”, una delle più bieche manifestazioni di razzismo che si siano mai avute. ActionAid è un’ong (Dio ce ne scampi e liberi!), la cui “mission” è costruire, e te pareva, un movimento internazionale per la giustizia sociale. Scommettiamo che è pure ucrozelenskyana?

