Michel Onfray e l'oligarchia che governa senza il popolo, contro il popolo, nonostante il popolo
di Francesco Petrone - 30/04/2025
Fonte: Francesco Petrone
Tutte le persone più prudenti nei confronti di un neo atlantismo dal sapore maccartista e pregno di russofobia, forse ingenuamente, hanno cercato di illustrare le evidenti e palesi ragioni anche di parte russa nel tentativo di riportare il discorso sui binari della ragionevolezza ed uscire dallo scontro muro contro muro, del bene contro il male. Questo perché molti hanno potuto osservare le ragioni già note a suo tempo alla totalità della cultura, dell’informazione e della politica, un tempo palesi e attualmente taciute e negate dalla ufficialità come fosse subentrato un regime. Qualcuno ha cercato di spiegare agli interlocutori che credeva in buona fede, gli eventi in corso come si fa coi bambini, con pazienza e con dovizia di particolari, sperando di fare luce su menti oscurate e obnubilate. Oggi, in teoria, si dovrebbero essere sollevati molti animi perché, quelle stesse argomentazioni razionali, che fino ad ora sono state ignorate e portate avanti unicamente da una piccola élite di intellettuali onesti, e in modo trasversale, vengono ammesse e rivelate dagli stessi Stati Uniti d’America. Erano cose risapute ma su cui era caduto un velo di oblio. Angela Merkel, ad esempio, aveva dichiarato che Putin nel 2008 le aveva detto che avrebbe impedito un ulteriore allargamento della NATO verso est. La cancelliera tedesca aveva concluso che “aver offerto la NATO all’Ucraina fu una dichiarazione di guerra alla Russia”. Per qualche anno tutti fecero finta di dimenticare questi fatti ripetendo solo ciò per cui erano stati imbeccati, che fossero stati ambasciatori, politologi, conduttori, parlamentari. Ma sono ora smentiti dalle dichiarazioni provenienti dagli stessi Stati Uniti. Queste dichiarazioni sono rilasciate non solo ad opera di ambienti vicini all’amministrazione repubblicana di Donald Trump, ma anche ad opera degli stessi ambienti democratici, che hanno sostenuto in passato i presidenti Obama e Biden. Infatti gli organi di informazione prestigiosi di area democratica come anche il New York Times e molti ambienti del Pentagono, i medesimi che hanno scatenato il conflitto, ora spiegano cosa è accaduto veramente dietro il vuoto slogan “C’è un aggredito ed un aggressore”. Sono cose che sapevamo e che apparivano lapalissiane, che erano state rese note a suo tempo dall’informazione ufficiale ma negate successivamente dal mainstream di tutto l’Occidente, anche se il mondo continuava a dire il contrario. Queste “verità” avevano l’aspetto delle verità ufficiali del Politburo. Verità di partito che venivano approvate con applausi cadenzati da un flemmatico Comitato Centrale del Partito Comunista Sovietico e che la stampa ripeteva stancamente all’unanimità. Ora invece avevamo l’impressione di trovarci, come in un incubo, oltrecortina, a parti invertite e che Mosca e il resto del mondo fossero il mondo libero. È palese ormai che tutti i nostri politici e giornalisti che prima davano una versione, ad un certo momento hanno mutato repentinamente atteggiamento perché si sono adeguati seguendo ordini imposti da veline diramate da qualche centrale ubicata nei piani alti, lobby che l’ex direttore della Banca Centrale Europea ed ex Presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi ha definito essere costituite dai “potenti” che lui contrappone ai “normali” i quali, poverini, sarebbero “talmente lontani dalla realtà che la guardano da lontano”, un modo per dire che la gente comune è fuori dai giochi, talmente ininfluente che la partecipazione democratica sarebbe una pura formalità. Ad ascoltare Draghi, pareva di vivere nel romanzo 1984, nel mondo del Grande Fratello descritto da George Orwell in cui esistono stati di guerra permanente e di cui nessuno indaga sulle cause, tanta è l’assuefazione ad uno stato di cose. Esiste uno scientifico controllo del linguaggio che lo scrittore denomina neolingua e inoltre viene, di volta in volta, modificata la storia passata. Orwell spiega anche il perché questa volontà di controllare ossessivamente la storia passata e del perché il passato in realtà non deve mai essere consegnato definitivamente alla storia. Viene detto, infatti, che “Chi controlla il passato controlla il futuro: chi controlla il presente, controlla il passato”. In pratica esisterebbero dei controllori del presente che sanno interpretare e modificare anche il passato affinché tutto torni con un senso logico che altrimenti verrebbe a mancare e per poter mantenere anche il potere nel futuro. Quello che Orwell chiama il Grande Fratello, Draghi chiama più semplicemente “i grandi” distanti. A questo proposito, un filosofo francese contemporaneo, appartenente ad una Sinistra non ortodossa, di matrice post anarchica e anticapitalista, Michel Onfray, ha fatto un attento studio sulle dittature, ma non si è limitato a parlare unicamente dei totalitarismi del Novecento, è voluto andare oltre ed ha parlato dei pericoli che una società articolata e dove la comunicazione è prevalentemente massmediatica come la nostra, può correre il rischio di subire forme di dittatura velate, subdole, implicite anche se non dichiarate. Nel suo saggio, intitolato appunto “Teoria della dittatura”, parla della dittatura mascherata e prende in esame proprio lo scrittore britannico, il socialista George Orwell e due suoi romanzi, 1984 e “La fattoria degli animali”. Onfray ricava uno schema dai romanzi orwelliani e individua con quali mezzi un potere può erodere lentamente la libertà ai cittadini, “ai normali" direbbe Draghi. Le fasi di erosione della libertà sono più d’una. Si inizia col distruggere la lingua. Quelle lingue che dopo un lungo processo storico si sono sempre arricchite, ad un certo punto, con la modernità e la società industriale, iniziano ad impoverirsi fino a perdere la capacità di esprimere concetti più sofisticati, addirittura a ridurre il pensiero in una forma elementare. Abolire la verità sarebbe il passaggio più pericoloso perché con questo metodo si ingenera confusione in ogni mente. Un altra tappa verso la dittatura è quella in cui la storia viene soppressa, modificata, cancellata, censurata, non più interpretata. Negare la natura, che è sempre stata un sestante, un punto di riferimento per ogni civiltà. Propagare l’odio e la paura per togliere la serenità necessaria ad ogni lucida ragione. Onfray aggiunge fra i pericoli per la libertà dell’umanità, anche l’aspirazione al potere globale che lui denomina “impero”. Il progresso caldeggiato sarebbe una marcia verso il nulla. Quando si arriva a proporre come modello, una nuova forma di manicheismo, viene distrutta ogni forma di ragionamento. Il bene contro il male, i buoni ai cattivi ecc. In questa società l’unica cultura diviene la propaganda. Per Onfray un determinato potere pretende di governare senza il popolo, contro il popolo, nonostante il popolo. Per arrivare a questo, al potere basta cavalcare il conformismo di massa. Non occorre molta fantasia per accorgersi che in queste che vengono indicate come manovre apicali di un potere che tende a imporsi come oligarchia, vediamo ideologie di povera gente che è convinta di portare avanti idee di Sinistra e di liberazione. Ad esempio il politicamente corretto che modifica il linguaggio, il Cancel culture che modifica la storia passata, le ideologie Woke, LGBTQ e il transumanesimo che vogliono cambiare la natura, i neo globalisti che di battono per il potere imperiale economico senza saperlo e tutte le ideologie divisive, manicheiste e “progressiste” che nessuno sa dove vogliano arrivare.