Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Morire di NATO

Morire di NATO

di Marco Della Luna - 27/03/2024

Morire di NATO

Fonte: Italicum

L’unico motivo per cui la Russia potrebbe colpirci con missili nucleari è la presenza in Italia di missili nucleari statunitensi puntati contro la Russia. Se scoppierà una guerra tra Washington e Mosca, noi saremo vaporizzati per questa unica ragione. Dunque, lungi dal costituire una protezione, la NATO è l’unica possibile causa della nostra distruzione.
 
Assediata ormai da decenni dall’espansione verso Est della NATO e da una sessantina di basi militari USA intorno ai suoi confini, la Russia non ha interesse né mezzi né uomini per invaderci o per sostenere una guerra convenzionale con la NATO, i cui membri hanno un PIL e un bilancio della difesa ventupli di quelli russi. Inoltre, annettere un paese, poniamo la Polonia, contro la volontà del suo popolo, comporterebbe per essa dapprima il conquistarlo militarmente (con enormi perdite e costi, oltre al fatto che scatterebbe l’interevento NATO); e successivamente il sostenere enormi, permanenti  spese per l’occupazione, subendo al contempo continui e sanguinosi attacchi partigiani, sia in Polonia che in Russia, e reprimendoli con misure poliziesche altrettanto sanguinarie, mentre gran parte dell’opinione pubblica di gran parte del mondo, oltre che interna, si farebbe sentire pesantemente.
Dato quanto sopra, è del tutto inverosimile che la Russia intenda annettere anche solo la parte non russofona dell’Ucraina, ancor più inverosimile è che intenda occupare paesi NATO, mentre per converso è evidente che chi afferma che abbia tali progetti sta mentendo al fine portare soldi del già tartassato contribuente all’industria degli armamenti, e lo fa esponendoci al rischio di una guerra termonucleare. E’ pure da menzionare che soprattutto gli USA, oltre a star declinando sempre più come potenza globale unipolare, sono attanagliati da una grave crisi innanzitutto sociale, e minacciati, assieme al resto dell’Occidente, da un gigantesco tracollo finanziario, bancario e monetario, specialmente a causa dell’enorme massa di moneta e bonds creata in occasione della pandemia e poi della campagna ucraina. Gli allarmi di guerra probabilmente servono anche a distrarre l’opinione pubblica da tali problemi e a preparare uno stato di emergenza bellico-sanitaria permanente, che consenta di gestire più liberamente e coercitivamente il corpo sociale.
Sempre da quanto detto  sopra, è ovvio che, se scoppiasse una guerra tra la NATO e la Russia, essa sarebbe automaticamente una guerra con i missili nucleari strategici, e noi, con tutte le basi statunitensi che ospitiamo sul nostro territorio, verremmo letteralmente fritti in poche ore, e non ci sarebbe di alcuna utilità che gli USA venissero successivamente in nostro soccorso – e probamente non verrebbero affatto, non potrebbero venire, essendo anch’essi stati colpiti come noi e non avendo alcun interesse a venire, tanto più che dovrebbero attraversare un Oceano Atlantico pattugliato da sommergibili russi. Quindi, di nuovo, a che ci serve la NATO?
(Se mi concedete una battuta, io spero che, in caso di guerra termonucleare, i dirigenti russi decidano di concentrare i loro missili su bersagli politicamente più importanti e di risparmiare l’Italia e i paesi NATO mediterranei, in modo di lasciare queste zone libere da contaminazioni radioattive, così da potersi trasferire qui dopo la catastrofe, che guasterà anche la parte più vivibile della Russia stessa).
Intanto, governanti di Washington, Londra, Parigi Berlino, Stoccolma e Varsavia stanno evocando esplicitamente la guerra con la Russia. Il patetico Macron, prodotto di sintesi dei laboratori Rothschild, parla addirittura di inviare soldati francesi al fronte del Donbass. Ciò oggettivamente aumenta il rischio di una tale guerra, sebbene lo scopo di tali evocazioni, con tutta probabilità, sia solo quello di far guadagnare gli industriali degli armamenti e costruire un regime di controllo sociale in stato di economia di guerra oltre che di pandemia e di crisi climatica permanenti – con immancabile controllo dell’informazione.
Grazie alle sanzioni ufficialmente dirette contro la Russia, già si è ottenuto di far pagare all’Europa “libera” almeno il quadruplo per il gas, a vantaggio delle compagnie statunitensi che ce lo vendono e che hanno raddoppiato i loro utili a spese delle nostre bollette e della competitività delle nostre industrie, le quali infatti stanno chiudendo per trasferirsi all’estero, dato che oramai l’Europa libera è l’area del mondo dove l’energia costa di più, quindi dove produrre conviene di meno. Ciò anche a causa dei costi della green transition, adottata solo da noi nel mondo, quindi già per questo assurda ed autolesionista. Persino la Porsche trasferisce la sua produzione negli USA, i quali, grazie a questa migrazione di fabbriche e di capitali, stanno reindustrializzandosi a nostro spese oltre che recuperando, a scapito dell’Euro, parte del terreno perduto dal dollaro come moneta degli scambi internazionali.
Questo è il quadro delle alleanze tra noi vassalli e il capitale dominante al di là dell’Atlantico. Ma è anche il quadro di un apparato istituzionale statuale e sovra statuale oramai palesemente in mano a un’oligarchia portatrice di interessi antisociali – un’ Oligarchia per popoli superflui (come intitolai il mio saggio del 2010): la fine del “pubblico”, della res publica.  Ultima nota: ad esortare all’invio di nostri soldati in Ucraina per contrastare l’imperialismo russo è proprio Emmanuel Macron, presidente di un paese che esercita, esso sì, un feroce imperialismo economico e militare sulle sue 14 ex colonie africane, costrette a versare l’85% degli introiti delle loro esportazioni alla Banque de France. Finché non si ribellano.