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Nemici ad hoc, a sinistra hanno imparato la lezione di Umberto Eco

di Francesco Borgonovo - 02/01/2022

Nemici ad hoc, a sinistra hanno imparato la lezione di Umberto Eco

Fonte: Antonio Catalano

Sono già iniziate da qualche giorno, su molti quotidiani, le celebrazioni per l’anniversario della nascita di Umberto Eco: 90 anni il 5 gennaio. Mario Baudino, sulla “Stampa”, ha scritto che «le sue teorie si adattano benissimo a quanto sta accadendo nel nostro agitato presente (no vax compresi)». […]
L’attualità del pensiero di Eco la si può misurare grazie a un libretto pubblicato da La Nave di Teseo e intitolato “Costruire il nemico”. In quel librino, il semiologo sintetizzava concetti nemmeno troppo originali, che i più ormai danno per acquisiti, riguardanti appunto i procedimenti attraverso cui le comunità fabbricano i propri nemici. A voler essere maliziosi, potremmo insinuare che Eco si sia misurato con l’argomento perché lo conosceva molto bene, e da vicino. Si deve proprio a lui, infatti, la costruzione del nemico per eccellenza della comunità politica progressista, cioè il “fascismo eterno”, bestia sempre in agguato di cui egli delineò i tratti mostruosi in un’altra famosa conferenza.
Eco sosteneva, ad esempio, che «avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell’affrontarlo, il valore». A suo dire, «la figura del nemico non può essere abolita dai processi di civilizzazione. Il bisogno è connaturato anche all’uomo mite e amico della pace».
Questa teoria si adatta perfettamente al presente, «no vax compresi». Ma non perché – come ama credere qualcuno – gli studi di Eco sul complottismo siano in grado di scoperchiare la disturbata «mente no vax». Al contrario: le parole del semiologo sulla costruzione del nemico raccontano per filo e per segno il procedimento attraverso cui, da circa un anno a questa parte, è stato prodotto nelle centrali della propaganda il mostro che rifiuta il vaccino.
Eco ha elencato le caratteristiche che da sempre contraddistinguono il demoniaco nemico: è brutto, maleodorante, dedito a pratiche innominabili. Ebbene, provate a leggere ciò che è stato scritto e detto sui no vax da fior di pensatori, politologi, editorialisti. Rinfreschiamo la memoria: il no vax è ignorante; bigotto; fascista; sabotatore; assassino; spargitore di morte; untore; saprofita come gli evasori fiscali; pericoloso per la comunità; inetto e credulone; violento; terrorista. Da Umberto Galimberti a Massimo Recalcati a Michele Serra, la crema dell’intellettualità sinistrorsa ha inveito, ringhiato, vomitato, maledetto. Ha, in poche parole, contribuito alla produzione di un nemico, e ha aizzato contro di esso la folla spaventata e rabbiosa.
Tutto ciò, ovviamente, fa parte della «mobilitazione totale» imposta dal regime sanitario. Ci è stato detto che «siamo in guerra» e – come notava Eco – «poiché per fare la guerra ci vuole un nemico con cui guerreggiare, la ineluttabilità della guerra corrisponde alla ineluttabilità dell’individuazione e della costruzione del nemico». Vero: il «nemico» in questo conflitto dovrebbe essere il virus, ma gli ultimi governi, per puntellarsi, necessitavano di una minaccia molto più concreta, con un volto, un corpo. La scelta del no vax quale capro espiatorio è stata facile, quasi obbligata». […]
Quasi ogni giorno, d’altronde, i portavoce della Cattedrale sanitaria ci informano che, se non siamo ancora usciti dalla pandemia, è per colpa dei no vax. Ormai ogni evidenza scientifica mostra che anche i vaccinati si contagiano, contagiano eccetera. Eppure che cosa fa il governo? Impone ulteriori e feroci restrizioni al fine di isolare dalla comunità i non vaccinati, ricettacolo di ogni nefandezza. […]
[ampio estratto dell’articolo di Francesco Borgonovo “Nemici ad hoc, a sinistra hanno imparato la lezione di Eco”, pubblicato oggi, 2 gennaio 2022, sulla “Verità” a cura di Antonio Catalano]