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Paracelso e Ippocrate sono stati uccisi e i suoi killer sono i medici? (II parte)

di Paolo Lissoni - Lorenzo Merlo - 23/01/2021

Paracelso e Ippocrate sono stati uccisi e i suoi killer sono i medici? (II parte)

Fonte: Lorenzo Merlo

Miopia in corso?

 Tra le varie figure che abbiamo sentito e visto esprimere la loro opinione più o meno argomentata, più o meno dogmatica o faziosa, quale ha trovato più interessanti e utili?

 Sinceramente, nessuno. La persona più saggia che ho sentito in tv in questi dieci mesi è stato il filosofo Cacciari, quando giustamente, vista la ressa di voci, si chiedeva e chiedeva: “chi deve tirar le fila nel coronavirus, il pneumologo, il cardiologo, l’infettivologo, il virologo?”; questa è l’unica domanda saggia.

 Il costo psicologico di quanto stiamo vivendo, in particolare per le persone sole e i giovanissimi, sarà facilmente assorbito e dimenticato o comporterà strascichi incidendo sulla stabilità e relazionalità individuale, sulla concezione del prossimo, sulle relazioni, sulla formazione di uomini compiuti?

 Per me rimarrà per sempre. Anche fra mille/duemila anni si parlerà di questo evento come il più triste della storia umana. C’è chi parla di opportunità, ma quale opportunità? L’insegnamento del coronavirus è un’umiliazione planetaria del genere umano. Hanno voluto elaborare una scienza medica artificiale? Ecco le conseguenze.

 Per qualcuno, la grande precarietà lavorativa – eccezionalmente amplificata dai numerosi fallimenti di piccole imprese – la grande disoccupazione, lo smart-working prima imposto e poi celebrato, l’imposizione – quantomeno mediatico-culturale – della vaccinazione per il Covid-19, quella nei confronti dell’influenza e la relativa interferenza virale, l’implicato squilibrio nella relazioni soprattutto infantili, sono realtà che supportano l’idea di un progetto di controllo crescente degli individui a scopi egemonici di forti potentati finanziario-economico-liberisti? Se non proprio un complotto pianificato/organizzato, un contesto che, chi ne ha le doti, saprà sfruttare a proprio vantaggio e, il cui prezzo è comunque interamente pagato dalle caste che supportano il vertice della piramide.

 Qui la lettura è ovviamente trascendentale. Io personalmente appartengo alla tradizione essenica, e, umilmente, siamo stati i primi nella storia umana a teorizzare il divenire umano come uno scontro fra la luce e la tenebra. Purtroppo, ciò è stato interpretato in senso morale, quindi in termini di bene e male, quando invece si tratta fondamentalmente di due umanità: una fondata sull’amore, sul piacere e sulla conoscenza e l’altra fondata sul potere, sul sadismo e soprattutto sul fare della scienza una sfida a Dio, o comunque una specie di rivolta prometeica. Quindi non c’è nessun complotto, ci sono due umanità che si affrontano, si sfidano per stabilire chi governerà la futura umanità. Se si leggono tutte le letterature, ogni nuova epoca inizia con uno scontro. Così è l’Iliade, così la Bhagavad-Gita. È un momento fisiologico, o meglio ontologico, della storia umana. Durante gli ultimi duemila anni siamo stati tutti come l’elettroforesi delle proteine. La metafora è meravigliosa per capire l’umanità. Eccola. Normalmente le proteine sembrano tutte uguali: sottopongo una carica elettrica e alcune proteine, come per esempio le albumine, migrano, mentre altre in direzione opposto. Ecco, così è l’umanità. Sottoposta ad un’irradiazione d’amore, reagisce in due modi opposti. Quindi non sono complotti.

Certamente, dal punto di vista non interpretativo-morale nel senso di causa o colpa, ma dal punto di vista fenomenologico, siamo stati tutti testimoni di una sperimentazione, voluta o non voluta lo sa solo Dio, ma certamente una sperimentazione di massa. Cioè, anziché studiare lo stress e l’effetto dello stress sul topo, abbiamo di fronte una sperimentazione di massa creata dal destino, in cui abbiamo constatato che l’umanità sottoposta a uno stress si ammala, cioè non è più umanità. Quindi è certo una sperimentazione voluta o generatasi – non sta a me dirlo – e l’effetto è stato quello di vedere come reagisce il corpo umano e l’individuo se lo sottoposto a incredibili e rapidissimi cambiamenti nel suo modo di relazionarsi.

 Da parte di coloro che non vorranno vaccinarsi, è ragionevole il timore di vedersi ridurre la libertà che sarà invece lasciata ai vaccinati?

 Speriamo siano pochi quelli che non saranno vaccinati, che non lo saranno per loro scelta, nel senso che c’è una aliquota – i virologi la sanno stabilire – di vaccinati che permette di ottenere la cosiddetta immunità di gregge. Il mio timore non è il vaccino, è l’organizzazione. E vorrei che fosse un’organizzazione facile, vorrei che fosse un gesto bellissimo dello Stato, con un’organizzazione meravigliosa, che intervenga in aiuto anche il personale dell’esercito. Oso immaginare che ci sia una bella gestione almeno nel vaccino. [L’intervista è stata raccolta prima dell’avvento del vaccino, nda].

 Le case farmaceutiche, multinazionali in primis, hanno il profitto come scopo. L’equazione è semplice, più malati, più denaro. Il guadagno delle case farmaceutiche è da sempre vergognoso. La differenza, a loro favore, tra costo di produzione di un farmaco e suo prezzo sul mercato è spaventosa. C’è una difesa a tutto ciò per la persona comune? A suo parere, la ricerca dovrebbe essere in mano allo Stato? E come si potrebbe fare, visto che non può permetterselo? Meno spese militari?

 Ora è tardi. Questa diagnosi andava fatta nel 1995. E la feci. Forse per la prima volta in assoluto. Cioè la ricerca deve essere in mano dello Stato, ma non nel senso burocratico, nel senso che devono essere le menti migliori della mia generazione a decidere cosa è scienza, come direbbe Allen Ginsberg nella sua poesia Howl. Oggi si può sapere chi sono le menti migliori della my generation? Certo, basta digitare online e si può vedere il curriculum, bastano cinque minuti. Era sempre stato così, in analogico, ma così. In ambito medicina i concorsi pubblici non erano – salvo rarità – falsificabili. Poteva accadere in quanto il valore dato alle pubblicazioni era altissimo. Anche con raccomandazioni e conoscenze era difficile frodare i colleghi più meritevoli.

Dal ’95, per effetto di una legge che sappiamo tutti da chi fu fatta al tempo del governo Dini-Bindi e quando Formigoni era governatore della Lombardia si è spianata la strada alla scienza: non più ai più illuminati e più santi, ma i più astuti e più politicizzati.

Questo è un errore di cui io ho parlato nel momento in cui si verificava, ma nessuno ancora oggi se ne è accorto. Non dico del mio intervento, ma del cambio di registro e delle sue conseguenze scientifiche, sociali, politiche, istituzionali, sanitarie. Oggi l’umanità si sta lamentando di una mancata diagnosi che purtroppo andava fatta molto prima.

Per quanto riguarda le case farmaceutiche sataniche, ecco una volta tanto voglio spendere una parola a loro favore. A me non sembrano così astute, e faccio un esempio. Come detto e ridetto prima, la proteina più coinvolta nel coronavirus è l’interleuchina-17. E chi conosce veramente la patogenesi del Covid-19, ha certamente subito osservato la similitudine tra SARS-CoV-2 e SARS-1, quindi l’importanza della stessa interleuchina 1-7. C’è un prodotto di una casa farmaceutica, il monoclonale anti-IL-17, che si chiama secukinumab che non è emerso quale farmaco utile. È stupefacente che la casa produttrice non si sia data da fare per proporlo. Si è lasciato che si diffondesse la voce solo del monoclonale anti-interleuchina-6, il famoso tocilizumab. Per questo dico che le case farmaceutiche non risultano poi così furbe e astute.

 Lo spirito di soccorso e dedizione nei confronti del bisognoso dei medici di oggi è venuto meno? È stato scalzato da interessi vanesi e venali?

 La prima dedizione di un medico è la scienza. Tra un medico dagli occhi glaciali ma che prescrive, supponiamo, la melatonina ad un malato di cancro avanzatissimo, e che propone solo terapie palliative, e un medico che come San Francesco va a trovare ogni mezzanotte gli ammalati (tranne ora che c’è il lockdown) ma non prescrive la melatonina. Agli occhi miei, e di Gesù Cristo, è più grande il primo dei due.

La prima santità del medico è la conoscenza, la scienza. La sua attitudine moralistica non conta nulla. E ritorno sul punto: in questo periodo son tutti bravi, ma come mai nessuno ha voluto visionare gli emocromi dei tamponi positivi? Fanno gesti meravigliosi, di abnegazione, dedizione al lavoro e di empatia col prossimo, ma qualcuno ama ancora la scienza nella sua purezza virginale?

 Spessore metafisico

 Gli organi del nostro corpo infatti portano su di loro i segni delle nostre precedenti sofferenze fisiche e psichiche, infezioni, atrofie, infiammazioni, sclerosi e degenerazioni, fino alla trasformazione maligna. Lo stato funzionale ed anatomico degli organi del nostro corpo rappresenta così la sintesi vivente della nostra storia esistenziale con i suoi errori, le sue ignoranze, le sue ingenuità, le sue trascuratezze e le sue fobie. (8)

 Oltre alla dimensione fisica, è opportuno occuparsi anche di quella metafisica, sottile, spirituale? Cattivi sentimenti, risentimenti d’ordine vario, così come forti emozioni negative, hanno relazione con il sistema immunitario?

 Immensamente. Ma è necessario, anzi sostanziale riconoscere il ponte sul quale l’effetto di uno stato psicologico impegnativo transita verso il sistema immunitario. Che un evento stressante induca a un’aumentata incidenza di tumori, è verissimo, ma è il tramite che fa testo.

Oggi psicologi e medicina sono tra loro incollati: a un dato medico rozzo si associa un dato elegante psicologico. Ma il punto è – ed è anche il solo della psiconeuroendocrinoimmunologia – quali molecole mediano tra emozioni e patologia? Come un’emozione può demolire il sistema immunitario? Perché gli stati di piacere e gli stati di estasi mistica sono pariteticamente immunostimolanti e protettivi dall’incidenza di tumori? Perché le molecole che entrano in gioco sono esattamente quelle che ci segnala la PNEI: gli ormoni della pineale, i cannabinoidi e, oltre all’ossitocina, fondamentale per la vita relazionale affettiva (e ricordiamo che la sindrome autistica ha un difetto anche di ossitocina). All’opposto, abbiamo osservato che tutte le molecole generata da una vita di stress, d’ansia e di depressione, vale a dire i peptidi, e i peptidi oppioidi e le catecolamine, sono immunodepressivi. Per cui, anni fa avremmo dato una dimensione esclusivamente morale al passaggio da metafisico a fisico. Perché se uno fa il bravo, si ammalerà di meno. Ora non più. Ora siamo al cospetto di molecole prodotte da noi stessi sotto l’impulso di vissuti personali. Ora più di ieri anche la scienza ha trovato la sua strada per la verità, già pronunciata migliaia di anni fa dalle tradizioni sapienziali. Ecco, la relazione è vera è in termini autobiologici. Avere consapevolezza che la biologia umana, noi stessi siamo, esistiamo per l’amore e l’apertura al mondo, riduce considerevolmente il rischio di autoammalarsi. Viceversa, ridurre la vita entro le consuetudini e i ruoli implica una pressione abnorme, implica trovarsi a difendere e sostenere dogmi, a esprimere i comportamenti dettati dai vizi capitali. Un gran bel pregresso per crearsi un destino a rischio patologia. La questione non è dunque relativa a una dimensione religiosa né etica, è intrabiologico. In questo consiste il pensiero che io presento come la vera opinione cristiana sulla scienza. Cioè la biologia non è indifferente allo spirito.

Ma l’attuale scienza non è più scienza, perché una scienza che ha creato un corpo umano artificiale e non studia il corpo umano, le sue strutture fondamentali per la regolazione della sua vita, cioè quelle già dette relative alla ghiandola pineale, al sistema cerebrale cannabinoide e ora aggiungiamo anche l’angiotensina 1-7. Se non ti occupi di questi elementi non operi nella scienza. Allora, se escludiamo il corpo umano, qualunque cosa si dica è nella falsità.

 […] la potenza del male consiste nella sua capacità di dare ordini alla mente umana manipolandone l’inconscio, senza lasciare alcuna traccia dell’ordine impartito. Una delle massime evidenze di questa strategia satanica è quella che riguarda il modo di insegnare la Scienza medica, da cui emerge che in tutte le Università d’Occidente venga costantemente in modo simil-seriale escluso lo studio solo di quelle strutture biologiche connesse con la vita spirituale e dalle quali dipende l’esprimersi dello spirito nel corpo biologico, innanzitutto a partire dalla ghiandola pineale, ritenuta ancora una semplice vestigia del passato. (9)

 Conosce il lavoro di Candace Pert e di Bruce Lipton? Che ne pensa?

 Certo, entrambi. Solo che si sono limitati ai primi studi sviluppati dalla PNEI.

 Cosa ne pensa di Ryke Geerd Hamer, interdetto dall’albo dei medici in Germania, padre del figlio, colposamente assassinato a fucilate nel 1978 dal principe Vittorio Emanuele di Savoia. Il quale, osservando il tumore insorto in lui stesso a causa del vissuto per la perdita subita, ha sviluppato una ricerca che, sostanzialmente, correla in modo diretto un forte shock con l’avvio del processo canceroso?

 Certo, lo conosco, di fama. Solo che lui proietta in sé e sul prossimo. I limiti scientifici della sua modalità sono tre: avere proiettato all’esterno un vissuto psichico; l’assenza del sistema immunitario, vero tramite tra psiche e biologia; citare immagini tratte dalla tac cerebrale che ha visto solo lui.

 La PNEI è la scienza medica che studia la mediazione chimica dei dati di coscienza ed emozioni e il loro influsso sullo stato di salute del sistema immunitario?

 Perfettissimo. Però dal punto di vista pratico, abbiamo come minimo, sono tre specialità in una: uno deve essere endocrinologo, immunologo e neurologo/psichiatra, o comunque deve conoscere anche la struttura nervosa. La probabilità statistica che un medico abbia queste competenze è bassissima.

Ci tengo poi a dire come la PNEI, che doveva solo unire la psiconeuroendocrinologia e l’immunologia, si è trovata a tamponare i buchi dell’endocrinologia studiando la pineale, e i buchi dei neurologi studiando il sistema cannabinoide, nonché quelli degli immunologi studiando le citochine. Ma non doveva essere compito della PNEI. Il suo compito era di unire queste tre conoscenze.

 Perché le citochine – molecole proteiche – sono centrali nella PNEI?

 Perché l’immunità non è solo una questione fisica tra cellule, come pensano ancora purtroppo tanti immunologi. Le cellule immunitarie comunicano per contatto, ma anche rilasciando ormoni, piccole ghiandole endocrine che entrano in circolazione. Sono proteine prodotte dalle cellule immunitarie attivate che tutto regolano. Per tutto, intendo la proliferazione cellulare, la risposta infiammatoria, la risposta fibrotica. Teniamo presente che la vecchiaia è una aumentata fibrosi degli organi. Ecco, per cui c’è questo binomio risposta infiammatoria-evoluzione in fibrosi che probabilmente è il dramma della sindrome post Covid-19, in cui il danno infiammatorio può portare ad un’evoluzione fibrotica. Come si può intervenire? Tutti dicono fisioterapia, ma non io. Perché la conoscenza delle citochine ci rende edotti sulla sua azione patogenetica. Allora, chi induce la fibrosi post Covid-19? Il TGF-β è la risposta. C’è qualcosa che abbassa il TGF-β? Certo che c’è, è l’angiotensina 1-7 più di tutti e, umilmente aggiungo, anche la melatonina. Se qualcuno chiedesse perché lasciar fuori il CBD e i cannabinoidi, la risposta è semplice, perché non è stato ancora dimostrato, mentre è dimostrato che i cannabinoidi agiscono inibendo la produzione di interleuchina 17-A, forse la più coinvolta nella patogenesi da Covid-19.

L’interleuchina 17 è il massimo veleno del corpo umano, così come l’angiotensina 1-7 è la miglior terapia, soprattutto se associata alla melatonina.

Io vedo un pianeta dove la scienza è morta per questioni economiche e d’interesse. Ma a livello epistemologico lo è in esclusiva in Italia.

 Comunque la PNEI ha il necessario per poter affermare quanto è vero che il vissuto e il soma fanno corpo unico e così sono da intendere. Come aggiornare la cultura medica e non solo affinché si riconosca il limite delle specializzazioni?

 Ovviamente quest’analisi è molto sottile però, avendo avuto modo di crescere anche nella mentalità filosofica, lo posso dire. Dietro ad ogni affermazione biologica c’è implicita una concezione antropologica. Una è quella duale, anima e corpo, e tutti erroneamente l’attribuiscono a Cartesio. L’altra è quella della fenomenologia, che io considero uno dei più grandi virus psichici del genere umano. Questa, propone una teoria monista: l’uomo è tutto intero corpo e tutto intero spirito. Anche i teologi sono divisi se schierarsi di qua o di là. Cartesio aveva posto il dualismo, ma aveva già cinquecento anni fa identificato nella ghiandola pineale – non tanto la sede dell’anima, come diceva lui, che è una versione, diciamo immaginifica – il tramite per il collegamento della coscienza al corpo. Oggi, cinquecento anni dopo, lo dice anche la vera scienza. In realtà – lo dico sia come uomo di scienza che di teologia – la definizione perfetta di uomo è quella inconsapevolmente rispettata da tutti fin dalla prima comunione, ovvero il dogma di Calcedonia: chi è Cristo? Due nature unite e distinte. Come è l’uomo? Unito e distinto. Quindi il mondo dibatte fra due falsità. L’uomo non è né dualista ma neanche un tutt'uno. L’uomo è due nature, come Cristo, unite e distinte.

 Quante autoguarigioni? Quanti curati e quanti guariti a mezzo dei principi PNEI?

 Autoguarigioni rarissime. Per i pazienti oncologici, considerati incurabili, la cui sopravvivenza attesa è inferiore a sei mesi, sono vivi a un anno oltre il 50% e a cinque anni attorno al 10%. Circa 200 milioni di persone nel mondo che sopravvivrebbero per almeno cinque anni con pochi euro al mese. Sono infatti due miliardi le persone che moriranno di tumore.

Come dimostrato da uno studio dell’agosto 2003 (10) pazienti considerati terminali dalla medicina ufficiale, sono tutt’ora in vita.

 In occasione dei processi di guarigione ha assistito anche a un’evoluzione delle consapevolezze della persona, relative all’origine della malattia?

 Tutte le guarigioni PNEI si associano ad evoluzioni di coscienza. Perché in questo tipo di cura è richiesta la consapevolezza del paziente nei confronti del senso della cura che sta facendo.

 L’effetto trasformante della coscienza nei processi della vita è una trasmutazione grazie alla quale questi processi si avvicinano sempre di più alla loro vera natura. Come se nello stato di coscienza “infernale” le nostre energie, non sapendo cosa vogliono davvero, sbagliassero obiettivo, allontanandosi dai loro percorsi naturali. Quando ogni parte dell’uomo si ricorda cosa vuole davvero, la malattia diventa salute, e quella che prima era una parodia della vita diventa qualcosa che fino a quel momento era stato solo un’ombra. (11)

 Tutto ciò potrebbe valere anche nei confronti di malattie quali il Covid-19?

 Certo, in modo ancora più evidente, ovviamente secondo altre dinamiche.

 La gestione della salute come cambierebbe con una diffusa cultura PNEI?

 Ovviamente si partirebbe dalla scuola, ma non so cosa ne penserebbe la nostra attuale bravissima ministra Lucia Azzolina. Per primo, la dimensione spirituale dev’essere insegnata dallo stato, come pensava Leibniz. Cioè l’uomo è naturalmente spirito, quindi l’uomo che crede in Dio o no è comunque di natura spirituale. E quindi la società deve essere approntata sulla trinità dell’uomo. E allora chi è il grande politico? Colui che farà il bene del corpo, dell’anima e dello spirito dei suoi cittadini.

Sono inoltre convinto che sia stata una scelta politica quella di levare lo studio della filosofia nelle facoltà di medicina. È stato un vero e proprio protocollo politico.

La prevenzione non deve corrispondere a una ricerca poliziesca di un danno già presente – supponiamo 300 di colesterolo – ma dev’essere la ricerca di quelle alterazioni presenti le quali è verosimile che una persona sviluppi in uno stato di malattia. Quali sono questi esami che entreranno nella diagnostica di screening di massa nel futuro? Esattamente la valutazione di quelle strutture che presiedono all’integralità biologica, la melatonina, valutabile sulle urine del giorno e della notte. Con una produzione notturna di melatonina di due o tre volte superiore a quella diurna, siamo informati sul buono stato di salute della persona. Poi, tutta la complessità del sistema cannabinergico del corpo umano si può valutare osservando l’enzima che distrugge i cannabinoidi, il FAAH, Fatty Acid Amide Hydrolase. Se questo enzima è alto, quella persona ha un ipotono cannabinoide e quindi una iper-tendenza infiammatoria.

Ecco, per cui la prevenzione presuppone una nuova conoscenza e una nuova diagnostica. Modalità che sono state seguite fin verso il qui pluricitato 1995. Poi la scelta sanitaria fu politica e qualcuno volle decapitare l’idea che sosteneva quelle scelte. Tra cui, esattamente quegli esami che se avessimo seguitato a sostenere in questi venticinque anni, probabilmente ora vincere il coronavirus sarebbe stato un problema facilissimo.

 Dovremmo passare da una scienza e da una cultura meccaniciste ad una relativa al campo, al contesto in cui gli eventi insorgono nella persona. Una cultura quindi non più di protocolli universali e dogmatici, ma fondata sul principio che la realtà vissuta dal soggetto è nella relazione che ha avuto con le vicende fisiche e metafisiche che compongono la sua biografia?

 Eh sì, ma non ho mai visto che da un programma scaturisse un mutamento di registro. Il cambiamento della scienza, ma di qualunque realtà, deve avvenire dall’interno. Quindi il primo atto è migliorare ciò che c’è. E questo è platealmente evidente nella chemioterapia anti tumorale, la cui efficacia e tolleranza è migliorata da un approccio congiunto PNEI. Tutto ciò che c’è ha un senso e non possiamo in modo apodittico condannare o sovraesaltare.

La parola “integrato” difatti si sta imponendo, ma nessuno si chiede “ma cosa voglio integrare?” È la drammatica parola drammatica delle medicine complementari. , Iintegriamo”, sì, ma integriamo cosa? Noi, la PNEI, proponiamo come sintesi di ogni integrazione la condizione immunitaria, che è che ripetooggi,, grazie a Dio, oggi è visibile perlomeno a livello clinico, e che consente al medico di avere un senso prognostico dell’ammalatodel paziente. Parlo ancora del , il banalissimoe rapporto linfociti-monociti, che è l’esame principale, che è fortemente alterato nel caso del coronavirus. Ogni volta che sento gente disquisire sulla questione delle autopsie “sconsigliate”, eccetera, mi rammento che a tutti è sfuggito il vero complotto, cioè non vedere neanche l’emocromo, non interpretarlo, e allora dico, complottisti di tutto il mondo unitevi.

Cosa intende quando dice – l’ho letto in un suo lavoro – che “serve una diagnostica di laboratorio che trasferisca le indagini ad una condizione prepatologica”?

 Prima di vedere il danno anatomico, per esempio con una gastroscopia o quello molecolare con il colesterolo a 300 o la glicemia a 250, avvengono eventi che un tempo potevamo postulare filosoficamente, mentre oggi li conosciamo scientificamente. Avvengono alterazioni nei due sistemi preposti alla modulazione neuroimmunologica; li ricordo: l’unità funzionale ghiandola pineale-sistema cannabinoide, ora da integrare con la lezione del coronavirus, ovvero con il sistema ACE2/ angiotensina 1-7. Se questi due sistemi non funzionano, prima o poi si avrà il problema, che potrà essere cardiovascolare, neoplastico, o tipo autoimmune, potrà essere neurodegenerativo quindi Alzheimer o morbo di Parkinson. In tutti i casi, il minimo comun denominatore è il fatto che salta l’equilibrio fra risposta infiammatoria e risposta antinfiammatoria. In questo equilibrio c’è tutta la storia evolutiva della specie umana. I sistemi antinfiammatori umani, la ghiandola pineale, i cannabinoidi e questa nuova angiotensina 1-7. La triade sacra è dunque: melatonina, CBD e angiotensina 1-7. La cosiddetta attuale scienza medica ha già messo in croce melatonina e CBD. Vediamo come reagirà nei confronti dell’angiotensina 1-7.

Il sistema immunitario, dispone di 45 citochine, 40 delle quali sono dette interleuchine. Gran parte delle citochine sono pro-infiammatorie. Sono antiinfiammatorie, il TGF-β (Transforming growth factor beta), l’interleuchina 10, l’interleuchina 35. Queste ultime purtroppo sono glicoproteine che hanno purtroppo effetti immuno-soppressivi, specie sull’immunità antitumorale. E allora come provvede il corpo umano? Con un equilibrio le cui radici non sono più nelle citochine, nel sistema citochinico, ma nella risposta immunitaria. Perciò attraverso il sistema pineale-cannabinoidi-angiotensina 1-7 presiede neuroendocrinologicamente alla risposta antinfiammatoria. Senza la pineale non si muore subito ma la qualità della vita peggiora di mese in mese; senza una funzionalità dell’angiotensina 1-7 l’uomo muore, cioè il corpo sviluppa una risposta infiammatoria che diventa incontrollabile, coronavirus docet, o per trombosi o per distress, il meccanismo – mi dispiace che il Dottor Montanari pensi diversamente – è lo stesso dovuto alla stessa causa.

Ma ecco allora la colpa degli omeopati. Dico, il coronavirus vi da modo di dire: “vedete che avevamo ragione noi, che non è l’agente patogeno ma la risposta patologica immuno-infiammatoria della persona?” Più volte ho detto loro di usare la formula “risposta biologica”. Il loro orgoglio li ha portati a perdere. Gli omeopati non hanno capito l’omeopatia. Non gli interessa evolvere. Perché loro dicono che non si può dimostrare l’omeopatia – e sono il primo a dirlo, i meccanismi dell’omeopatia agiscono sul corpo eterico, finché non si fotografa non lo si può dimostrare – ma gli effetti sì, e questo loro non lo fanno.

 La fisica quantistica non è presente nei suoi argomenti. In che termini è fuori o è in sovrapposizione alla prospettiva PNEI?

 Io, per la mia tradizione essenica condivido il testo base, fondativo di tutti i veri studiosi delle scienze magiche, La guarigione esoterica. È stato scritto da Alice Bailey nel 1921 sotto dettatura medianica di un monaco tibetano, un certo Djwal Khul. Chi conosce la letteratura teosofica ne è al corrente. Vi si trovano due cose che premono alla gerarchia dei maestri: una, quando l’endocrinologia, la psicologia e la medicina saranno uno, leggasi PNEI, e l’altra, quando sarà fotografato il corpo eterico. Sono questi due i compiti chiesti all’umanità, ai discepoli della nuova Era. La psiconeuroendocrinoimmunologia clinica è opera esclusivamente di un gruppo dichiaratamente riferito e coniugato alla tradizione essenica. Per il secondo compito, si sperava che il resto del mondo si occupasse della fotografia del corpo eterico. (12)

Ecco, se chi si occupa di fisica quantistica mi fa fotografare il corpo eterico, mi viene spontaneo di dire che già in quella fotografia a Kirlian si poteva vedere l’aura eterica. Quindi mi rifiuto di credere che in cinquant’anni la tecnologia non sia andata avanti a sufficienza per fotografare il corpo eterico. Quando un fisico quantistico mi fotograferà il corpo eterico, lo prenderò in considerazione. Per il momento possiamo farne a meno.

Si può dire che in campo medico, con la PNEI, stiamo assistendo ad una sorta di sincretismo sapienziale tra la ricerca della Tradizione orientale, olistica, e quella analitica d’Occidente? Uno sviluppo peraltro già avvenuto con la fisica quantistica in merito alla concezione della realtà, della materia, dell’oggettività, nonché della realtà nella relazione.

 No, sincretismo è quello della fisica quantistica. È sintesi quello della PNEI. Che differenza? Sincretismo è un mettere assieme senza una logica originaria, fondativa, unitiva, e quindi si prendono un po’ teorie della medicina cinese, un po’ dalla fisica quantistica; ecco questo è sincretismo. Quella della PNEI è sintesi, cioè tutte le sapienze riferite all’essere umano – medicina, psicologia e filosofia, teologia, sociologia, sessuologia e giurisprudenza – devono riconoscere una verità identica. Ecco la PNEI pone questa verità, ovvero che il corpo umano è strutturato dall’amore, per l’amore e in funzione dell’amore. La PNEI rende scienza ciò che un tempo era o poesia, o teologia o filosofia. Questo era il lieto annuncio all’alba del terzo millennio, ineunte direbbe Giovanni Paolo II: è già ineunte da vent’anni ma ancora ineunte non lo vedo.

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 Incarichi professionali

-        Dal 2016 IMBIO Istituto di Medicina Biologica, via Giacinto Gallina, 10 Milano

-        Dal 2016 International PNEI Institute of Milan, Via Mauro Macchi, 10 Milano

-        2004-2005: Professore Ordinario del primo corso mondiale di specializzazione in           Psiconeuroimmunologia Clinica presso l’Università Ambrosiana di Milano

-        Dal 2001: Membro dell’Editorial Board della rivista internazionale Neuroendocrinological Letters

-        Dal 1999: Docente presso la Scuola di specializzazione in Chemioterapia dell’Università degli Studi di Milano

-        Dal 1999: Docente del corso di Oncologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca

-        Dal 1999/2000: Docente del corso elettivo di Neuroimmunomodulazione nei Tumori solidi presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca

-        Dal gennaio 1999: Dirigente medico 2B presso il servizio di Oncologia Medica del reparto di Radioterapia Oncologica dell’Ospedale San Gerardo di Monza

-        Dal 1995: Membro dell’Editorial board della rivista internazionale Advances in Cancer therapy

-        Dal 1990: Revisore delle pubblicazioni per conto di diverse riviste scientifiche internazionali, in particolare British Journal Cancer, European Journal of Cancer, Oncology

-        Dal 1985 al 1998: Oncologo Medico presso il Reparto di Radioterapia Oncologica dell’Ospedale San Gerardo di Monza

-        Dal 1984 al 1985: Assistente Medico presso il Nucleo Operativo Tossicodipendenze della USLL di Monza

-        Dal 1980 al 1984: Assistente Medico presso il Centro Auxologico di Piancavallo

 Riconoscimenti

-        2003: Premio per le ricerche nel campo della Neuroimmunoterapia dei Tumori conferito dal National Cancer Institute di Washington

-        1996: Premio per la Medicina Olistica conferito dal Ministero della Sanità della Repubblica di San Marino

 Bibliografia

-        Paolo Lissoni, Nicoletta Merli, Oncologia integrata e Pnei. Il ruolo delle terapie bio-naturali, Baiso (Re), Verdechiaro, 2019

-        Paolo Lissoni, Il romanzo delle Pnei, Baiso (Re), Verdechiaro, 2019

-        Paolo Lissoni, PNEI stella cometa della medicina moderna. La scienza dei magi. Elementi avanzati di Pnei Spirituale, Io sono edizioni, 2019

-        Paolo Lissoni, Giusy Messina, Il dottor Cristo: il Cristo come medico, Milano, Natur, 2019

-        Paolo Lissoni, La medicina essenica da Qumran alla psiconeuroendocrinoimmunologia, Milano, Natur, 2011

-        Paolo Lissoni, Dalla medicina dei Profeti alla Pnei, Baiso (Re), Verdechiaro, 2019

-        Paolo Lissoni, Arianna Lissoni, Giusy Messina, Franco Rovelli, L'immunità nell'unità della vita, Milano, Natur, 2017

-        Paolo Lissoni, Giusy Messina, Franco Rovelli, I fondamenti teorici della clinica dello spirito, Milano, Natur, 2015

-        Paolo Lissoni, La via per una Sessualità spirituale, Milano, Natur, 2013

-        Paolo Lissoni, La Scienza dei Profeti, Milano, Natur, 2008

-        Paolo Lissoni, Teologia della Sessualità, Milano, Natur, 2007

-        Paolo Lissoni, Medicina e Vangelo nel solo Corano, Milano, Natur, 2006

-        Paolo Lissoni, Principi di Psiconeuroendocrinoimmunologia clinica, Milano, Natur, 2006

-        Paolo Lissoni, La psicologia nelle malattie tumorali, Milano, Natur, 2004

-        Paolo Lissoni, Teologia della scienza, Milano, Natur, 2003

-        Paolo Lissoni, Vademecum della nuova umanità. Dalla tradizione essena la soluzione ai Conflitti Ancestrali che affliggono il genere umano, Baiso (Re), Verdechiaro, 2020

-        Paolo Lissoni, Una Umana esistenza. 1972-2020 dalla Via delle Indie al dramma del Coronavirus, Baiso (Re), Verdechiaro, 2020

 Le ricerche sperimentali e cliniche condotte per più di vent’anni nel campo della Psiconeuroimmunologia si sono tradotte in 698 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e straniere. Questi studi hanno apportato un contributo determinante a livello internazionale, in particolare sulla fisiologia della ghiandola pineale, la valutazione psiconeuroendocrina dei pazienti oncologici, sul significato prognostico della prolattina nel carcinoma mammario, sull’evoluzione dell’immunoterapia dei tumori con interleuchina-2 (IL-2), sulla fisiopatologia immunoendocrina nei pazienti oncologici.

Tali ricerche hanno permesso di realizzare il primo esempio storico di applicazione clinica - sia a livello diagnostico che terapeutico - della Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), giungendo in questo modo all’elaborazione di una nuova specializzazione medica.

L’apporto fondamentale all’evoluzione della PNEI è confermato in particolare attraverso numerose pubblicazioni, tra le quali segnaliamo:

 -        Lissoni P., Viviani S., Bajetta E. et al., A clinical study of the pineal gland activity in oncologic patients, Cancer, 57: 837, 1986

-        Lissoni P., Esposti D., Esposti G. et al., A clinical study on the relationship between the pineal gland and the opioid system, J Neural Transm, 65: 63, 1986

-        Lissoni P., Barni S., Rovelli F. et al., Lower survival in metastatic cancer patients with reduced interleukin- 2 blood concentrations, Oncology, 48: 125, 1991

-        Brivio F., Lissoni P., Tisi E. et al., Effects of a preoperative therapy with interleukin-2 on surgery-induced lymphocytopenia in cancer patients, Oncology, 49: 215, 1992

-        Lissoni P., Pittalis S., Vigorè L. et al., The heart as an immunomodulator organ, Cardiol Eld, 1: 227, 1993

-        Lissoni P., Fumagalli L., Paolorossi F., Mandalà M., Changes in lymphocyte number during cancer chemotherapy and their relation to clinical response, The International Journal of Biological Markers, 14, 2: 115-117, 1999

-        Lissoni P., Chilelli M., Villa S., Cerizza L., Tancini G., Five years survival in metastatic non-small cell lung cancer patients treated with chemotherapy alone or chemotherapy and melatonin: a randomized trial, Journal of Pineal Research, 35(1):12-5, 2003

-        Lissoni P., Messina G., Rovelli F., Merli N., Cusmai R., Brivio F., Lissoni A.,

Di Fede G., The Biochemical Fundamental Biomarkers of The Status of Health Against Cancer and Cardiovascular Diseases: Presence of Cortisol and Melatonin Circadian Rhythms, Normal Blood Levels of Fatty Acid Amide Hydrolase (FAAH) and Transforming Growth Factor-Beta (TGFBeta), and Normal Values of Lymphocyte-to-Monocyte Ratio (LMR) and Atrial Natriuretic Peptide (ANP)-to-Endothelin-1 (Et-1) Ratio, Journal of Immunological Sciences, 3(3): 1-5, 2019

-        Lissoni P, Rovelli F, Monzon A, Privitera C, Messina G, Porro G, Di Fede G., Lissoni A., Colciago M., Pelizzoni F., et al. Evidence of Abnormally Low Lymphocyte-To-Monocyte Ratio In Covid-19-Induced Severe Acute Respiratory Syndrome. Journal of Immunology and Allergy, 1(2):1-6, 2020

-        Lissoni P, Rovelli F, Monzon A, Messina G, Porta E, Porro G, Pensato S, Martin E, Sassola A, Caddeo A, Galli C, Merli N, Valentini A, Di Fede G. COVID-19 Disease as an Acute Angiotensin 1-7 Deficiency: A Preliminary Phase 2 Study with Angiotensin 1-7 in Association with Melatonin and Cannabidiol in Symptomatic COVID-19 -Infected Subjects. Journal of Infectiology, 3(2): 13-16, 2020

 Note

1 - Paolo Lissoni, Teologia della Scienza – Scienza è Conoscenza, s.l., Natur, 2003 pp. 17-18

2 - https://www.inrca.it/inrca/files/Marzio/Documenti/Evidence%20of%20Abnormally%20Low%20LMR.pdf

3 - Paolo Lissoni, Teologia della Scienza – Scienza è Conoscenza, s.l., Natur, 2003, p. 15

4, 6, 7 - https://www.infectiologyjournal.com/articles/covid-19-disease-as-an-acute-angiotensin-1-7-deficiency-a-preliminary-phase-2-study-with-angiotensin-1-7-in-association-with-melatonin-and-cannabidiol-in-symptomatic-covid19-infected-subjects

5 - Paolo Lissoni, Approccio naturale integrato PNEI alle malattie autoimmuni, Baiso (Re), Verdechiaro, 2020, p. 63

8 - Paolo Lissoni, Dalla Medicina dei Profeti alla PNEI. L’Amore e il Piacere come unici veri fondamenti di ogni santità spirituale e di ogni perfetta salute fisica. Baiso (Re), Verdechiaro, 2019, p. 61

9 - Paolo Lissoni, Dalla Medicina dei Profeti alla PNEI. L’Amore e il Piacere come unici veri fondamenti di ogni santità spirituale e di ogni perfetta salute fisica. Baiso (Re), Verdechiaro, 2019, p. 58

10 - https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12823608/

 11 - Claudio Naranjo, Viaggio di guarigione, il potenziale curativo nella terapia psichedelica, Roma, Spazio Interiore, 2016

12 - Aura o corpo eterico o energetico. Fisicamente si esprime come una luminosità che avvolge il corpo fisico. Energeticamente indica la condizione intima di equilibrio della persona.

13 - https://www.infectiologyjournal.com/articles/covid-19-disease-as-an-acute-angiotensin-1-7-deficiency-a-preliminary-phase-2-study-with-angiotensin-1-7-in-association-with-melatonin-and-cannabidiol-in-symptomatic-covid19-infected-subjects