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Paura del vuoto

di Giorgio Bianchi - 06/03/2022

Paura del vuoto

Fonte: Giorgio Bianchi

Ho affrontato la pandemia senza titubanze, senza mai un ripensamento.
Il clima era pesante, soprattutto all'inizio, le critiche continue, gli insulti gratuiti, ingiusti e pesanti, anche da parte di amici e persone che ritenevi dallo stesso lato della barricata.
Cercare di mantenere gli eventi all'interno di un quadro unitario e coerente è un'impresa titanica, il rischio di defezioni e coltellate alla schiena è continuo, ma soprattutto, si è continuamente esposti al fuoco nemico, senza un attimo di tregua.
Molti pensano che la posizione dell'uomo solo contro il Sistema, del personaggio sempre in direzione ostinata e contraria sia profittevole, assicuri sempre una buona fetta di "mercato del dissenso".
Sicuramente è un'immagine romantica, almeno lo era, convoglia un discreto consenso, ma una cosa è certa, di sicuro non paga, ma soprattutto, non è una posizione comoda.
Il fuoco di fila delle critiche in certi momenti è asfissiante: arrivano via mail, via Messanger, via commento su Facebook, Instagram, YouTube, Telegram.
E' un continuo.
Le persone amiche si allontanano, cominciano ad evitare di incontrarti per non dover toccare certi argomenti.
La famiglia dubita della tua sanità mentale e pone continui dubbi sull'opportunità di proseguire su un percorso suicida dal punto di vista professionale e reputazionale.
Per coerenza, ma soprattutto per convinzione, scegli di andare avanti, ma ad ogni passo senti il terreno sotto i tuoi piedi meno solido, hai sempre l'impressione di camminare su un filo, la paura del vuoto si fa sempre di più concreta.
Il tutto perché non esiste una rete, non hai un paracadute, manca una struttura attorno che ti dia certezze, un minimo di protezione e conforto.
Credetemi, il mio non è pietismo, è la realtà.
La macchina infernale che stiamo combattendo, ovvero la Nato, è quella della strategia della tensione, delle bombe, delle stragi di Stato, della Loggia P2, che ha protetto per decenni le mafie, che ha guidato la stagione di Mani Pulite e degli omicidi dei magistrati, delle menti raffinatissime, dei colpi di stato, degli omicidi eccellenti, delle guerre umanitarie, delle bombe intelligenti.
Oggi noi abbiamo a che fare con questa roba qui.
Una struttura che controlla istituzioni, media, industria culturale, che dispone di fondi illimitati e che può comperare tutto e tutti.
Se ogni tanto qualcuno cede alla tentazione di allentare la tensione su di sé, va compreso.
E' facile fare il tifo, più difficile giocare la partita.
Talvolta mi capita di vedere le dirette di colleghi che si muovono dall'altro lato della barricata: la cosa che più mi sconvolge, al di là del fatto che si trovano a documentare situazioni pazzesche, è il fatto che loro siedono dalla parte giusta della narrazione.
Le loro storie vengono veicolate, il loto punto di vista è rafforzato dalla convergenza totale delle opinioni, la loro verità è più vera di quanto potrà mai esserlo la mia.
Come si può andare avanti in queste condizioni, senza una struttura alle spalle di sostegno?
Quanto potrà durare?
Nel frattempo i marchi dell'infamia si accumulano: novax, filoputin, antimoderno, negazionista del clima...