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Pur di volersi dare ragione si capovolgono i paradigmi fino a ieri fondanti per l’ideologia dominante

di Maurizio Murelli - 04/09/2025

Pur di volersi dare ragione si capovolgono i paradigmi fino a ieri fondanti per l’ideologia dominante

Fonte: Maurizio Murelli

Indubbiamente i sostenitori della causa palestinese (o per meglio dire tutti coloro che si oppongono al genocidio dei nativi palestinesi attualmente in corso) hanno assunto ormai la forma di un movimento di massa su scala planetaria e possono contare sul supporto di una rete mediatica non ufficiale, puntualmente contrastata dai media ufficiali (opinionisti, analisti, giornalisti) smaccatamente filosionisti. Hanno quindi il favore di larghi strati della popolazione a livello mondiale, fenomeno ben visibile in Occidente. Contro, oltre ad ampi segmenti dell’universo mediatico, hanno in pratica il totale complesso politico-istituzionale: tutti i governi occidentali con i loro rappresentanti sono schierati a supporto dell’entità sionista.
Viceversa, per quel che riguarda la questione Russia-Ucraina, in tutto l’Occidente non esiste un movimento di massa a sostegno degli ucraini né si registrano manifestazioni di piazza: tutto il mainstream è schierato a sostegno dell’Ucraina in funzione anti-russa, eppure, stando alle statistiche (che non trovano visibilità) relative alla sola Italia, il 63% simpatizza per la causa russa. Il posizionamento fazioso del mainstream e gli apparati repressivi dei vari governi occidentali hanno impedito che potesse manifestarsi un movimento filorusso in grado di rendersi visibile nelle piazze.
Governi occidentali e media martellano ogni giorno per mostrificare la Russia, e tutti possiamo constatare a quale infimo, ridicolo livello propagandistico  sono arrivati nell’intento di condizionare l’opinione pubblica – da ultima la grottesca questione del GPS sul velivolo della von der Leyen, per non parlare di tutte le altre fesserie messe in campo: Putin malatissimo che si fa i bagni in vasche ricolme di sangue di cervo, i soldati russi al fronte senza scarpe e armati di pale, i microchip prelevati dalle lavatrici per far funzionare i missili ecc.
In poche parole, sia relativamente alla questione Israele-Palestina che alla questione Russia-Ucraina, vediamo che le élite governative occidentali supportate dal mainstream stanno da una parte, a favore di Israele e Ucraina, mentre la stragrande maggioranza del sentimento popolare sta dall’altra, con Palestina e Russia, in netta opposizione. Perché il sentimento popolare non riesca a farsi rappresentare dalle istituzioni governative è argomento meritevole di un’analisi approfondita che, prima o poi, dovrà essere fatta.
Per quel che attiene il delirio propagandistico argomentativo a sostegno del conformismo ideologico del totalitarismo demoliberale, potrei riportare qui una serie infinita di esternazioni esilaranti. Mi limito ad una sola, alquanto significativa delle torsioni narrative in atto.
Qualche giorno fa, in collegamento per la rassegna stampa in onda tutte le sere su Rai-News24, c’era un tale Riccardo Redaelli presentato come storico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Relativamente alla mattanza in corso perpetrata dall’esercito israeliano costui ha testualmente detto: “In uno Stato democratico, i soldati obbediscono al potere politico. Non è pensabile che non eseguano gli ordini”. Si riferiva al dissenso delle gerarchie militari israeliane rispetto a quanto Netanyahu ordina di fare: massacrare senza indugio la popolazione civile palestinese. Non trovate anche voi più che meravigliosa l’asserzione di Redaelli? Del resto, che volete che sia il fatto che il processo di Norimberga a carico dei nazisti abbia avuto tra i suoi pilastri fondamentali il concetto per cui gli imputati “non potevano non sapere” cosa stava accadendo e DOVEVANO, per obbligo morale, disattendere gli ordini iniqui? Per ottant’anni quello del disattendere ordini criminali è stato il mantra della narrativa anti-nazifascista, che ha portato alla persecuzione di migliaia di militari tedeschi, dall’alto ufficiale al caporale di giornata; in Italia, per esempio, è notoria la vicenda giudiziaria riguardante le Fosse Ardeatine. Ed ecco invece che oggi, dopo 80 anni di martellamento implacabile, pur di sostenere l’insostenibile ci viene spiegato che il soldato, pur dissenziente, non può disattendere l’ordine impartitogli dall’apparato politico, perché così vuole la democrazia.
Non ci resta che domandarci quando si arresterà la discesa dei manutengoli demoliberali sedicenti democratici (che cosa poi intendano con democrazia, è tutto da capire: al momento si capisce solo che i fondamentali sono a geometria variabile secondo la convenienza) nel pozzo senza fondo dell’imbecillità.