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Quando la morte ci chiamerà...

di Antonio Catalano - 19/11/2025

Quando la morte ci chiamerà...

Fonte: Antonio Catalano

Sarebbe stata una buona occasione per commemorare l’esotica icona di un’Italia spensierata e gioiosa che negli anni Sessanta si apprestava a diventare la quarta potenza industriale del pianeta. Quelle due lunghe e nordiche gambe che si muovevano in perfezione sincronica ammaliavano un telespettatore mediterraneo ad altre femminili proporzioni corporee avvezzo. Invece la stampa avanzata e progressista quasi d’accordo ha celebrare la modalità con la quale le sorelle gemelle hanno deciso di abbandonare questa valle di lacrime. Quasi un entusiasmo, un elogio per chi alla fine ha mostrato d’essere «ipermoderne e ultra contemporanee», come oscenamente ha scritto “Il Messaggero”… per carità lasciamo perdere gli altri. Un’ulteriore ghiotta occasione per veicolare nell’immaginario collettivo la positiva modernità della scelta eutanasica.  Una soluzione che il cappatismo egemone propone come equivalenza del progresso. Una soluzione veloce e funzionale che risolve in modo civile e urbano l’antica, e ormai improponibile, orribile via crucis della sofferenza che accompagna il trapasso umano a sorella morte. Ma soprattutto riduce quell’insopportabile voce di spesa destinata alla cura e all’assistenza di persone ormai considerate improduttive… mentre è profondamente morale destinare quei fondi al riarmo di una putrefacente Europa che invece non ne vuol affatto sapere di una sana e garbata soluzione eutanasica.