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RAI servizio pubblico?

di Paolo De Gregorio - 11/06/2018

RAI servizio pubblico?

Fonte: Paolo De Gregorio

 

La questione RAI è un problema politico e di democrazia di prima grandezza.

Dimostra come i cittadini siano presi in giro, e per di più con i loro soldi del canone, ricevendo invece di un pubblico servizio, l’arroganza della casta politica che esercita un potere assoluto, spartitorio, omissivo, diventato disinformazione di massa, estremamente simile alle televisioni private.

Questo sistema è irriformabile e solo una diversa visione del problema può portare ad un cambiamento radicale, che è vitale per la nostra democrazia che non possiede un contrappeso dalla parte dei cittadini, una “public company” televisiva, senza pubblicità, finanziata solo dal canone, dove i cittadini che lo pagano, siano i soli azionisti con il potere di eleggere il presidente (con tutti i poteri e responsabilità ), in regolari elezioni da abbinare alle politiche (canone pagato alla mano), tra personaggi indipendenti da economia, politica, religioni. Dura in carica 5 anni ed è rieleggibile una sola volta.

E’ necessario che sia dichiarato solennemente, chiaramente e giuridicamente, che la RAI è proprietà dei cittadini che autogestiscono, fuori dai partiti, una informazione che sia all’altezza di proteggerli da tutti gli inganni e imbrogli che il potere economico e politico tramano a loro danno, soprattutto per ciò che riguarda la salute, l’ambiente, l’alimentazione, l’economia e le banche.

Una televisione che ci parli della realtà e non sia portavoce delle ignobili balle che raccontano i politici e della pubblicità che ormai è il fattore dominante del pensiero unico edonista e consumista.

E’ vero che internet ha rotto il monopolio dei media e dato la possibilità a molti di far circolare il proprio pensiero, ma vi sono milioni di persone che si affidano solo alla televisione, e questi milioni sono decisivi per vincere le elezioni senza che mai sia offerto loro un punto di vista serio, documentato, indipendente.

Una testimonianza di grande maturità democratica sarebbe quella di abolire l’obbligatorietà del pagamento del canone, lasciando i cittadini liberi di decidere se sostenere o meno una informazione seria e indipendente, senza pubblicità di cui hanno diritto, come azionisti effettivi, di eleggere il presidente.

Sempre in nome di una democrazia più matura, sarebbe corretto che nessun soggetto, nè privato né pubblico, possedesse più di una rete nazionale, smantellando in parte il monopolio di Rai e Mediaset.

Paolo De Gregorio