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Ritorno impossibile al precovid

di Simone Torresani - 05/01/2021

Ritorno impossibile al precovid

Fonte: Il giornale del Ribelle

Non ho mai commentato in queste pagine un articolo del nostro Direttore, ma ciò che ha scritto Luciano Fuschini nel suo ultimo editoriale del 1 gennaio è un qualcosa di grandissimo spessore e acume, un qualcosa meritevole non solo di ampia diffusione ma anche di una risposta, di una analisi, di una riflessione.  Premetto che sottoscrivo in pieno ogni parola e ogni analisi di Luciano Fuschini: partendo dai primi passi della globalizzazione al trauma dell'11 settembre, dalla crisi dei suprime e dal grande shock del 2008-9 culminato nella crisi del debito sovrano passando per Greta Thunberg e il Covid, abbiamo in poche ma considerevoli righe un quadro circostanziato degli ultimi vent'anni e passa su chi siamo, da dove veniamo e dove -purtroppo- rischiamo di andare.

Io ora vorrei focalizzare l'attenzione e l'analisi su alcune frasi-chiave dell'articolo, che considero cruciali: "un grandioso esperimento che per ora ha successo". Vero, chi può negarlo? Senza tante chiacchiere, basta fare due passi in strada per capirlo…

Però -qui arriviamo ad altri concetti-chiave- tale esperimento grandioso, ambizioso, non è detto che riesca del tutto: rimando all' articolo per non tediarvi con ripetizioni.

Il "Reset" dunque, come ci ricorda Fuschini, ha buone chances di fallire ("non è detto che la trasformazione vada in porto"; "la forza delle cose è tale che il Reset potrebbe fallire"). Di mio vorrei aggiungere, a completare una analisi che per lucidità ha pochi rivali, un paio di quelle che nelle scienze meteo si chiamano "forzanti ","varianti" (inserite nella Teoria del Caos) che spesse volte stravolgono una previsione a medio o medio-lungo termine e che potrebbero inceppare i piani dei Padroni del Vapore:

1) Siccome non tutte le ciambelle escono col buco, Lorsignori hanno fatto qualche errore, il primo dei quali è la propaganda eccessiva del vaccino come "deus ex machina" per uscire dall' emergenza sanitaria. Bene, il vaccino, forse anche prima di come qualcuno dei Padroni del Vapore s'aspettasse, è giunto a tempo record. Il bello, il divertente, è che la candida massa delle pecore da gregge si è convinta dell'equazione: vaccino=ritorno a una situazione precovid (a gennaio 2020, per intenderci). Ma non sarà così, perché il futuro non dovrà assolutamente essere come il passato, per far riuscire il piano: ci sarà da ridere una volta vaccinata una larga fetta della popolazione o comunque una quota altissima, immensa (ammettiamo che per tornare alla "normalità" vi sia una corsa delle masse al vaccino) gli sfizi di ieri verranno ancora negati, a fronte di una situazione socio-economica ormai vicina al punto di rottura. Potranno cavarsela bluffando, dicendo che siamo in troppi ad esempio e che l'industria farmaceutica non sta al passo. Certo, potrebbero. Ma converrete con me che questo sarebbe un gioco più che pericoloso, perchè si direbbe allora: "Come? Mesi di sofferenze e privazioni per un vaccino non per tutti, che ci riduce in cittadini di A e in cittadini di B?" La propaganda è come il veleno di Mitridate a volte: se usata massicciamente ma maldestramente, poi diventa un'arma scarica. 2) La seconda e ultima variante parrebbe un paradosso: rischierà di fallire proprio perché sta procedendo troppo a gonfie vele e troppo in fretta. Le tappe per la Quarta Rivoluzione Industriale e il Reset erano sempre indicate, da varie agende, poco dopo il 2030 e con tutta una serie di mappe, di "road map" graduali, sensate, intermedie diremmo, spalmate nell' arco di almeno un decennio e non di certo accelerate a velocità esponenziale come accade adesso. Qui il calendario segna un 2021 bugiardo: è un 2031 (se non 2035) anticipato, con smart working massiccio, didattica a distanza, fine del turismo di massa, amazonizzazione della società. È la "Disruption" ma la "Disruption"(dall' inglese: " cambiamento totale di norme e valori dovuti a innovazioni tecnologiche") dovrebbe arrivare dopo la Quarta Rivoluzione Industriale, non assieme ad essa se non addirittura quasi in anticipo: se tu vuoi bollire la rana per gradi, devi saper bene giocare con la manopola del gas. Se vuoi mettere uno al buio in una stanza, la luce deve essere abbassata per gradazioni ma con perizia: viceversa, il rischio è che prima o poi (o meglio tardi che mai?) la rana si accorge di bollire e il tizio nella stanza che gli stai levando la luce per chiuderlo nelle tenebre. Lo stile precovid era troppo edonista, troppo ridanciano, troppo ricco d' abbondanza, troppo intriso di benessere e di libertà di viaggi e di movimento per essere compresso a suon di lockdown devastanti: era uno stile troppo..."troppo" in tutto, se mi concedete un gioco di parole, per poter essere dimenticato a colpi di provvedimenti sanitari in un due o tre anni. Tutto ciò unito alla pericolosa propaganda di un vaccino salvifico, che la gente interpreta come un passaporto per una vecchia quanto innaturale normalità, potrebbe avere ripercussioni sgradevoli, molto sgradevoli.

La velocità enorme con cui si sta attuando il movimento, il fatto che stia andando bene, anche sin troppo fottutamente bene, sarebbero campanelli d'allarme tali da inquietarmi se io appartenessi (facciamo finta, facciamo l'ipotesi) alla élite che per semplificare chiamo, nei miei scritti, "I Padroni del Vapore". Nel 1812 e ancora nel 1941 Napoleone e Hitler iniziarono il loro declino proprio quando la loro invasione della Russia pareva procedere a vele spiegate. Che questo paragone storico sia un Segno? D'accordo infine sulla chiusura di Fuschini: dalle macerie, i sopravvissuti ricostruiranno. Usciranno dal Bosco, conservando ciò che fu degno di essere salvato e ricostruiranno.