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Ritrovare se stessi grazie al regime pandemico

di Riccardo Paccosi - 07/12/2021

Ritrovare se stessi grazie al regime pandemico

Fonte: Riccardo Paccosi

Questi sono i guai che sto vivendo, a causa del sistema di apartheid:
- Il mio reddito dipende dal numero di recite che svolgo in giro per l'Italia e, con l'istituzione del greenpass e col fatto che i miei spettatori sono perlopiù non vaccinati, la quantità di serate che riesco a svolgere si è oltremodo assottigliata e così le mie entrate.
- Non ho la macchina, non posso più prendere treni se non regionali, mettendoci così tre ore per arrivare da Bologna a Firenze, sei ore da Bologna a Roma e due giorni per arrivare in Puglia.
- So benissimo che, in un futuro ravvicinato, non avrò più assistenza sanitaria gratuita.
- So altresì che, in un futuro prossimo, la non vaccinazione potrebbe implicare il finire di un campo di quarantena come in Australia, oppure il blocco del conto corrente, oppure ancora il prelievo forzoso da quest'ultimo. In altre parole, so che tutto potrebbe concludersi nella miseria più nera o in qualche tipo di carcerazione.
Queste altre, però, sono le sensazioni nuove e positive che sto vivendo al tempo del regime pandemico:
- Credo sia dall'età di 23 anni che non mi sentivo altrettanto libero - o per meglio dire autonomo - e che non sentivo così fortemente come la vita, improvvisamente dall'oggi al domani, possa generare nuovi incontri e nuove opportunità.
- La mia vita sociale si è infatti intensificata, il numero dei miei amici è aumentato.
- L'aver smesso di frequentare persone di sinistra e l'aver chiuso ogni rapporto con le reti della sinistra, genera oggi un senso di liberazione da qualcosa ch'era divenuto fardello esistenziale da ben prima dell'inizio della pandemia.
- Dopo anni di collaborazione con la sfera politico-istituzionale - dai quali ho ricevuto perlopiù marginalizzazione e durante i quali i politici locali mi hanno tolto ogni spazio e progettualità culturali che avevo faticosamente messo in piedi - la cessazione di ogni rapporto professionale con la pubblica amministrazione mi restituisce un senso di integrità e di dignità.
- Dopo anni in cui gli operatori del mercato teatrale si sono rapportati al mio lavoro con disinteresse e mancanza di riconoscimento professionale, adesso metto in scena spettacoli fuori dal circuito teatrale ufficiale e, così facendo, ogni frustrazione è cessata e vivo la splendida sensazione di essere pienamente riconosciuto, nel mio mestiere, da un numero crescente di persone.
In sintesi, ho paura del mio futuro.
Addirittura non sono certo di averlo, un futuro.
Ma ora, come non mai, so chi sono.