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Sta arrivando la bufera

di Andrea Marcigliano - 01/01/2024

Sta arrivando la bufera

Fonte: electa

“È arrivata la bufera, È arrivato il temporale / chi sta bene e chi sta male/ e chi sta come gli par…”
La vecchia canzonetta di Renato Rascel risale al 1939, se non erro… ma sembra scritta oggi.
Oggi, perché la bufera sta davvero per arrivare. E una bufera di proporzioni inimmaginabili.
E come in tutte le bufere che si rispettino, il vento soffia da est. Il vento, gelido e violento che i Greci antichi chiamavano Borea. E che ancora porta il nome di Buran. La Bora di Trieste.
E questa bufera sta già soffiando sull’Ucraina. Di cui si parla sempre meno sui Media italiani. Ma che, dopo tanti proclami e notizie distorte, è prossima al tracollo.
L’esercito di Kiev è allo sbando. Per consunzione. Ormai arruolano, a forza, uomini per strada. E stanno cominciando con le donne. Per di più i (rari) servizi dal fronte mostrano soldati anziani. Sessantenni. Gli arruolamenti scarseggiano, e gli arruolatori stanno raschiando il fondo della botte. Zelensky chiede che gli vengano consegnati i cittadini ucraini fuggiti all’estero per non andare al fronte. L’Estonia ha già acconsentito. E molti altri paesi europei, forse anche l’Italia, si preparano a farlo.
Ma che motivazione avranno per combattere questi coscritti a forza?
E, poi, i comandi ucraini ritengono necessaria, per resistere, una leva di mezzo milione di uomini… impensabile ora come ora.
E, intanto, la Russia sembra decisa a passare all’offensiva. Bombardamenti massicci, i più pesanti dall’inizio del conflitto, su Kiev e le principali città. Seicentomila uomini al fronte. E si ammassano i carri armati.
Si pensava che Putin avrebbe atteso almeno Marzo. Le elezioni presidenziali in cui cerca l’ennesima conferma.
Tuttavia la situazione sembra accelerare.
Putin ha il sostegno elettorale non solo di Russia Unità, il suo partito, ma di un’ampia coalizione. Resa più coesa proprio dalla guerra. E dalla tensione crescente con la NATO.
L’inverno è sempre stato l’alleato della Russia. E anche questa volta potrebbe diventare lo scenario dell’offensiva finale.
A Kiev lo sanno in molti. E sanno, anche, che la speranza di trattare con Mosca, prima che sia troppo tardi, dipende da un preciso fattore. L’eliminazione di Zelensky.
Lo ha detto anche un esponente decisamente filo-occidentale come Yulia Timoshenko. La guerra è persa. Zelensky deve farsi da parte, per permettere ad altri di intavolare trattative.
Ma l’ex comico sembra intenzionato a tenere duro. Ha instaurato un regime interno di terrore, non solo contro i fili-russi, ma anche contro quegli esponenti del partito pro NATO che vorrebbero giubilarlo. Per minimizzare il danno. O almeno provarci.
Biden continua ad assicurare il suo sostegno al padrone di Kiev. Ma, ormai, anche negli States nessuno crede più ad una vittoria ucraina.
L’unica possibilità sarebbe rappresentata da un intervento militare diretto della NATO. Quello che Putin ha sempre temuto.
Due anni (quasi) di guerra, però, sono tanti. Ed hanno consumato inutilmente troppe risorse fornite dagli occidentali a Kiev.
E molti paesi, dalla Francia alla Germania, non ne possono più.
In caso di intervento NATO chi sarebbe davvero disposto a morire per Kiev? O meglio, a morire per Zelensky?