Sui miei scaffali
di Mattia Feltri - 05/12/2025

Fonte: La Stampa
Molti anni fa stavo leggendo un articolo sulle indagini per l’assassinio di Marta Russo, uccisa alla Sapienza con un colpo di pistola nel maggio del 1997. Era trascorso più di un mese, e i primi colpevoli erano rimasti tali per qualche ora, il tempo di fornire l’alibi. I nuovi colpevoli l’alibi non l’avevano, erano due assistenti universitari e i giornali, ben informati dagli inquirenti, dettagliavano sulle prove a loro carico. Più che cronache erano fumisterie, un ampio inconsistente nebbione, e ricordo di essere sobbalzato quando lessi il dettaglio demoniaco a carico di uno dei due: nella sua libreria era stata trovata una copia del Mein Kampf, il fondamento ideale del nazismo scritto da Adolf Hitler. Sono sobbalzato perché una copia – edita da Kaos e curata da Carlo Galli – era (ed è) anche sui miei scaffali, e non per questo mi ritenevo più incline al delitto.
Negli anni ho accumulato di tutto, quanto a fonti dirette. Del nazismo, del fascismo e anche del comunismo. Memoriali, agiografie, libri-intervista, raccolte di discorsi (avevo anche una cassetta coi discorsi di Mussolini: “Il fascismo / ha cancellato / dal vocabolario della lingua italiana / la parola: / impossibile”). Se mi sospettano di taccheggio e vengono in casa mia, mi danno l’ergastolo. Anche se poi l’ergastolo non l’hanno preso nemmeno i due assistenti, condannati a pene lievi perché qualcuno bisognava pur condannare. Quanto a me, domani vado a Più Libri Più Liberi e allo stand di Passaggio al Bosco – l’editore di vasta fascisteria contro cui s’è mobilitata la coscienza nazionale – spero di trovare qualcosa di succoso.

