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Un appello: chi ama la libertà si prepari a nervi saldi e cuor di leone

di Simone Torresani - 25/07/2021

Un appello: chi ama la libertà si prepari a nervi saldi e cuor di leone

Fonte: Il giornale del Ribelle

Parliamoci chiaro e tondo, senza arzigogoli o citazioni e veniamo subito al sodo: dal 6 agosto in Italia sarà presente una forma di apartheid. In Rhodesia e Sudafrica qualche decennio fa era un regime di discriminazione su base etnico-razziale, in Italia e in Francia oggi (seguiranno gli altri Paesi UE, anche la Germania della Merkel che dice "no" al momento a scopi elettorali e questo dice tutto...) è su base vaccinale. Divide et impera, nihil novi sub sole potremmo dire, eppure no, non la liquidiamo così con due parole e mezze frasi fatte. Un regime di apartheid significa sostanzialmente la società divisa e separata in due o più livelli, la differenza rispetto a Sudafrica e Rhodesia è che in quei paesi era orizzontale -bianchi da una parte, neri dall' altra, asiatici e meticci idem- mentre da noi sarà più dolorosa, perché trasversale: non saranno gruppi etnici a dividersi, ma le basi della società stessa quali nuclei familiari e compagnie di amici: ecco, il barista con cui scherzavamo che su un fronte o l' altro diventerà ostile, il collega di lavoro che nega la parola, il barbiere di fiducia che guarda con sospetto...e ahimè fratelli e sorelle, zii e nipoti prima uniti e ora divisi da muri invisibili...

Vedo con soddisfazione le prime reazioni: centinaia di avvocati pronti a impugnare class action o ricorsi (il pass è illegale perché il 26 marzo scorso il Consiglio d' Europa ha ammonito gli Stati a non discriminare i cittadini che hanno scelto, liberamente, di non vaccinarsi), vedo a Torino una piazza piena, composta e civile che protesta, vedo volantini di altre civili e composte manifestazioni, vedo volontà di resistere. Tutto ciò è molto positivo ma non basta.

Chi ama la libertà si prepari a nervi saldi e cuor di leone; i pavidi, i pusillanimi, i titubanti alla Carlo Alberto, i vili e i traditori sono gentilmente pregati di togliersi dai coglioni e di telefonare al medico o all' hub vaccinale o anche al generale Figliuolo per farsi inoculare Pfizer o AstraZeneca perché della zavorra non sappiamo che farne. A questi signori io dico: non intasate Facebook coi vostri post indignati, correte nei centri di vaccinazione perché quello è il vostro posto. Il "tengo famiglia" è una scusa italiota abusata e non vi giustifica affatto. Consapevoli che nella vasta scala di problemi si debbano trovare delle priorità fattibili da mettere innanzi alle altre e che  la cancellazione del pass verde e il ripristino dello stato di diritto hanno la precedenza assoluta su tutto il resto, consapevoli che non sarà una passeggiata o come disse uno scrittore nordamericano "la salita su una scala di cristallo" e che stavolta si debbono fare letteralmente dei sacrifici (dal latino: "fare qualcosa di sacro") lo siamo pure nell' ottica di non essere fatti di ferro o materia inerte, ma di corpo e anima: molti si sentiranno soli, isolati, sconfortati, ricattati, spaesati. Queste sono sì reazioni umanamente comprensibili, le quali potrebbero spingere a gesti di debolezza o vacillamento ed è su questi punti che si deve prevenire per limitare le defezioni.

Ricordiamoci e stampiamolo: in una società su due livelli, la parte discriminata regge e vince la guerra di nervi solamente se essa stessa ha la forza morale immensa di creare una vera e propria società anzi che dico società, una vera e propria comunità parallela e contrapposta a quella ufficiale. È finito il tempo dell’individualismo crasso: ora la parola d' ordine è "noi”, il pronome "io" va messo in soffitta. Ai nostri amici che nei bar, ristoranti, cinema ecc. non chiederanno il pass noi saremo i clienti più fedeli, gli altri possiamo lasciarli nel loro brodo. Solidarietà e reciproco aiuto, termini cancellati negli ultimi anni, tornino ad avere il valore eterno e atemporale del loro significato. Negano i cinema? Li vedremo insieme in streaming, nelle nostre case, a turno; negano gli eventi all' aperto? Ci incontreremo nelle spiagge libere, nelle pinete, nei campi, sui greti dei fiumi. Ci racconteremo le storie delle nostre vite, contempleremo le bellezze del creato, osserveremo i tramonti e le albe.

Incontriamoci. Conosciamoci. Stringiamo sinceri rapporti, sani e cordiali. Aiutiamoci per quanto possibile. Una bella iniziativa è su questo sito: difendersiora.it e credo che i gestori non si arrabbieranno se lo pubblicizzo, anzi tutt’altro. Scriviamoci, contattiamoci, telefoniamoci, incontriamoci, discutiamo, ogni città e provincia abbia la sua rete di comunità solidale e parallela. E appoggiamo ogni iniziativa legale per rovesciare il pass.

Ora un segreto: noi abbiamo un’arma formidabile. Perché il gregge bela ma se ne sta passivo davanti alla Rai o Mediaset, noi invece facciamo squadra. Questa è la nostra forza. La pecora obbedisce e sta quieta, noi no. Da anni l’Istat certifica che l’Italia è "poltiglia di massa”, dimostriamo come da questa poltiglia gli anticorpi, quelli naturali, sappiano creare qualcosa di pulito. Se avremo la consapevolezza di un "noi" riusciremo a tenere i nervi saldi e a non cedere. Viceversa, le alternative sono due e molto facili: -Chiamare il medico di famiglia o l’hub e fissare un appuntamento -Salvare l’onore delle armi finché si può e infine recarsi in qualche ambasciata a Roma di Paesi che non praticano tali norme e chiedere asilo politico. Dipende tutto da noi.

Altro non posso aggiungere: o il vaccino o l’unione e l'azione comune. Tertium non datur