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Una decisione difficile

di Guido Dalla Casa - 11/12/2025

Una decisione difficile

Fonte: Guido Dalla Casa

Nel cuore della Galassia

  Torg entrò nella grande sala dove si raccoglievano le notizie di tutta la Galassia.

  C’era molta preoccupazione e nervosismo, perché le notizie che provenivano dal terzo pianeta di una stella di media grandezza posta in un braccio esterno della Galassia erano sempre peggiori, a causa di una specie di viventi, anzi di una sola cultura di quella specie, che però aveva di fatto già invaso quasi completamente il Pianeta. La distruzione di vita, di ecosistemi, di mente, di spiritualità proseguiva inesorabilmente da un paio di secoli. La cultura in oggetto si era addirittura data il nome di un punto cardinale, quello dove il Sole tramonta (l’Occidente), senza pensare che quel nome poteva trasformarsi in un misterioso presagio.

  Occorreva CAMBIARE in fretta, ma le modifiche necessarie erano molto grandi. Si trattava di cambiamenti veramente profondi e radicali, di visioni del mondo, non soltanto di qualche comportamento.

  Il Consiglio della Galassia aveva espresso parere favorevole ad un intervento anche drastico, contro tutte le tradizioni ormai in atto da lungo tempo, secondo le quali ogni forma di violenza era sparita spontaneamente. Ma non c’era tempo da perdere.

  A Torg spettava l’arduo compito della decisione finale: prima di dare l’ordine, volle documentarsi ancora e a fondo sulla situazione del terzo pianeta della stella Sole. Mentre osservava sul grande schermo quel pianeta, vide che esisteva ancora qualche speranza, anche se il cambiamento ormai indispensabile e urgente stava provocando nella specie impazzita una notevole inquietudine. I processi negativi, quelli che distruggevano il Complesso dei Viventi, in atto praticamente da uno o due secoli, erano arrivati a un punto tale che non si sarebbero potuti arrestare senza eventi traumatici.

  Torg non voleva dare quell’ordine, aveva ancora fiducia nel Grande Inconscio del terzo pianeta della stella Sole, nella sua Anima. Forse c’era ancora qualche speranza.

  Guardò a fondo nel Grande Schermo, che non era solo uno schermo materiale: percepiva direttamente i pensieri e le inquietudini, ma anche le speranze. Sentì il grido d’allarme delle altre specie, la richiesta di aiuto dei pochi ecosistemi rimasti, e l’invocazione di tutto il Complesso dei Viventi. Ma vide e sentì anche che, nella specie impazzita, esistevano ancora segnali positivi. C’erano, a isole, piccole comunità fuori dall’inesorabile corsa al dominio totale della cultura egémone: alcune di quelle comunità erano rimaste così da decine di migliaia di anni. I dominatori, nella loro allucinante superbia, nel loro curioso delirio di grandezza, avevano battezzato queste culture come i nativi, o addirittura i primitivi.

  Ma Torg sentì che anche nella civiltà che aveva invaso il Pianeta non erano completamente spente idee di minoranza, che potevano risorgere, anche se l’Occidente credeva ormai quasi solo nella materia, nel tempo lineare e nella competizione: vi si pensava e agiva sempre per dualismi contrapposti, molto pericolosi.

  L’atmosfera del pianeta si era modificata troppo velocemente, il numero di esemplari della specie pericolosa era cresciuto a dismisura, la materia inerte sostituiva la sostanza vivente ad un ritmo intollerabile, l’alimentazione di quei Primati si era modificata in modo impossibile per la vita del Pianeta stesso, i cicli vitali non erano più tali: consumavano risorse e producevano rifiuti. Come ottenere un cambiamento in grado di riportare il Pianeta entro i suoi funzionamenti vitali? Il grado di inquietudine che avrebbe provocato la necessaria modifica sembrava veramente eccessivo.

 Si sentivano segnali di grande preoccupazione nei soggetti più coscienti della specie interessata. Ma l’inquietudine poteva trasformarsi in speranza: bastava riuscire a rovesciare la tendenza in atto da due-tre secoli, tempo non eccessivamente grande. Poi, c’era ancora qualche residuo di visioni del mondo diverse.

Il grande cambiamento

  Torg si accorse di cosa doveva essere cambiato, e non era davvero poco. Passò in rapida rassegna i dogmi che dovevano sparire:

-        La Natura si comporta come una macchina;

  Il Mondo Naturale, che in tutta la Galassia era ormai considerato come Wakan Tanka, il Gande Mistero, profondamente e indistinguibilmente costituito di Mente-Materia indivisibili, era ancora separato nella visione del mondo della cultura egémone del pianeta Terra e questo rendeva operante quel delirio di grandezza che faceva credere unici e inconfondibili quella specie di Primati che aveva invaso il Pianeta, credeva di essere l’unica dotata di mente-spirito e considerava tutto il resto come una macchina, un’accozzaglia di inerti: ma c’era qualche segno di cambiamento, anche se piccolo.

-L’energia-materia è rimasta costante da sempre e le leggi della Natura restano invariate;  

 Torg percepì un altro aspetto preoccupante: “quelli là” pensavano che ci fosse qualcosa di immutabile, come il complesso energia-materia, da sempre e per sempre. Su questo dogma avevano costruito teorie su teorie, tutte costruzioni con fondamenti sulla sabbia, o sul nulla; l’inizio e la fine, l’origine e il gran finale, ma con quali prove? Anzi, vide il concetto di prova come dogmatico, assoluto.

  Altro invariante per un tempo “infinito”: le leggi di Natura. Perché non lasciavano variare anche loro, come tutto il fluire del mondo? Già, ma che idea avevano dell’Infinito? Forse volevano certezze, e questa era un’illusione molto pericolosa, e difficile da cambiare, ma dovevano provarci.

-        La materia non ha alcun genere di coscienza;

  Questo dogma era pericolosissimo, dava la giustificazione di trattare come cose, come inerti, tutto ciò che non era “la loro civiltà”, vista come l’unica dove circolava ancora qualcosa di non-materiale, mentale, spirituale, ma staccato: si attribuivano il diritto di alterare tutto perché non degno di alcuna considerazione. Molti neanche riconoscevano quello che avevano battezzato Inconscio.

  Come uscirne? Un altro cambiamento difficile.

  Non avevano considerato “cosciente” neanche un intero, grandissimo regno di viventi, chiamato “vegetale”, neppure dopo aver constatato che quegli esseri viventi erano dotati di un’intelligenza “diffusa” e non relegata a un solo organo, neppure dopo aver saputo che a loro era dovuta gran parte dell’esistenza della Vita macroscopica sul pianeta.

-        Tutta l’eredità biologica è trasmessa nella materia e tutto ciò che è nella memoria è registrato come tracce materiali;

  Solo per questa idea preconcetta quei terrestri avevano abbandonato una spiegazione della trasformazione dei Viventi, quella dell’ereditarietà dei caratteri acquisiti (Lamarck) a favore della “lotta per la vita e sopravvivenza del più adatto” (Darwin), ma in realtà questo era accaduto per esaltare la competizione, che era divenuta la grande malattia della specie, anzi la fonte dei guai del pianeta stesso. La modifica richiesta per abolire questa concezione competitiva-economicista-materialista era davvero difficile, ma non impossibile: si intravedeva già qualche segnale nascente.

Questo dogma faceva parte del materialismo ormai imperante, anche se erano rimaste tracce di qualche spiritualità, ma staccata dal modo di vivere più diffuso nella specie in questione, relegata in qualcosa “al di fuori”.

-        La mente è un prodotto soltanto del cervello e i fenomeni psichici sono illusioni;

  Chi non aveva un cervello non era nessuno, non aveva “mente”, con qualche riserva solo se c’era qualche “ganglio nervoso”: tutto il mondo vegetale ne restava escluso!!  Solo materia bruta!

  La mente era quindi vista come individuale e costituiva un ego. Ma Torg sapeva che un essere vivente non ha confini definiti. Non è separato da tutto quanto lo circonda. Solo per motivi culturali - e quindi di linguaggio – veniva fatta la distinzione fra corpo e psiche. Il corpo non ha confini materiali (respiro - aria - cibo - traspirazione, ecc.) ma è in comunicazione continua con il cosiddetto “esterno”.

  Anche lo spirito non ha confini definiti (sentimenti, partecipazione, pensiero allargato, inconscio collettivo). Quindi l’ego è un’unità scarsamente definibile. Per poter “definire” qualcosa, si arriva sempre a dover comprendere una Totalità. Questa Totalità (fisico-spirituale) è quella che le religioni teiste chiamavano Dio, che non può essere distinto dal mondo, perché in tal caso sarebbe limitato, cioè non sarebbe più l’Infinito.

  Per non essere mortali occorre non essere un ego: la Totalità, che è al di sopra di ogni dualismo, è al di sopra anche del dualismo vita-morte, perché le comprende entrambe, come facce della stessa medaglia. I dualismi e le contrapposizioni sono un frutto culturale per specificare e catalogare, non hanno una esistenza oggettiva.

-        La Natura non ha alcuno scopo, né obiettivo;

  Il grande Universale, Wakan Tanka, il Naturale, l’Essere, il Brahman sarebbe senza obiettivi, senza scopi? Come è stato possibile? Tutta materia inerte? Il caso governerebbe tutto? Ma che cos’è? Non si tratta forse di un’etichetta che quelli là hanno messo a tutto quello che non sanno? E’ soltanto uscito un numero sulla ruota di Montecarlo? Niente avrebbe un senso? Come è stata possibile una cosa simile? Anche su queste questioni Torg percepì qualche scintilla di cambiamento e di speranza.

  Passando ai comportamenti pratici:

"Il dogma di dovere ad ogni costo produrre-vendere-consumare sempre di più era considerato indiscutibile, ma si trattava di un pericoloso processo che distrugge il territorio, divora lo spazio vitale della Terra e danneggia la sua creatività": una crisi che non è la fine del mondo ma di una forma di pensiero.

  Dopo questo accurato esame, Torg non riuscì a decidere e convocò di nuovo il Consiglio.

Il Consiglio della Galassia

  Il Consiglio riprese in esame la situazione del Pianeta, che dall’ultima riunione era notevolmente peggiorata.

  La Terra è un sistema complesso, che vive alimentandosi con l’energia solare e mantenendosi in situazione stazionaria, almeno se si considerano tempi di ordine inferiore a qualche milione di anni. Occorreva arrivare a questa consapevolezza:

"Tutti gli esseri sono parte integrante di un Organismo più grande, che possiamo chiamare l’Ecosistema, o l’Ecosfera, o più semplicemente, la Terra".

  L’Ecosistema complessivo è costituito di venti-trenta milioni di specie di esseri viventi-senzienti, oltre agli esseri collettivi, ai Complessi di viventi e a tutte le relazioni che li legano fra loro e che li connettono al mondo inorganico.

  Due o tre secoli prima, in una delle cinquemila culture umane presenti sul Pianeta (l’Occidente), si era sviluppato un modo di vivere distruttivo: si inseguiva l’incremento indefinito dei beni materiali e l’abolizione del lavoro fisico, considerati come 'desiderabili da tutta l’umanità' e imposti anche agli altri modelli.

  Per tentare di rimediare era necessario prendere coscienza che tutti i processi dovevano essere ciclici e quindi non comportare il consumo di 'risorse' e l’accumulo di 'rifiuti' e che l’incremento indefinito dei beni materiali non è un desiderio naturale, ma ha portato anche malessere, depressioni e gravi infelicità. Non era cosa da poco…

  I guasti gravissimi erano la spaventosa sovrappopolazione umana e la sua crescita continua, la perdita della biodiversità, l’enorme consumo di territorio (passaggio da terreno naturale a terreno urbano, strade, costruzioni, impianti), la distruzione delle foreste e di altri ecosistemi (come paludi, savane, ecosistemi acquatici), l’alterazione dell’atmosfera, e così via. Su quel Pianeta c’erano già otto miliardi di quel Primate di 70 Kg che pretendeva anche di fare il predatore. Tale numero era assolutamente intollerabile per l’Ecosistema complessivo. Inoltre scomparivano 40-50 specie di viventi ogni giorno, ad un ritmo 10-100.000 volte più grande di quello naturale. Ogni anno venivano distrutti 100.000 kmq di foreste, ecosistemi ricchissimi di biodiversità. L’anidride carbonica nell’atmosfera del Pianeta aumentava di 3 ppm all’anno.

  La crescita demografica-economica procedeva secondo una legge matematica esponenziale; quindi le sue manifestazioni si evidenziavano solo verso la fine del processo. I problemi dell’energia, dell’esaurimento delle risorse, dell’accumulo dei rifiuti, delle variazioni climatiche e così via erano conseguenze di questa crisi generale, dovuta a un problema filosofico molto grande, conseguenza dell’errore antropocentrico.

  Il problema veramente più difficile da trattare e risolvere era l’eccesso di popolazione di quel Primate di 70 Kg: otto miliardi sono impensabili, il Pianeta poteva reggere un numero simile soltanto per tempi molto brevi. Un componente del Consiglio riferì che qualcosa di simile era già accaduto su altri pianeti, ed era stato superato con ragionamenti sistemici, cioè che tenevano conto di tutte le interazioni fra le singole componenti, prestando grande attenzione alla scelta delle componenti stesse.    Con una consapevolezza diffusa e lontano da condizionamenti di istituzioni e da smanie sviluppiste, una coppia di umani non avrebbe desiderato più di due figli. Poiché un certo numero di esemplari non forma coppia, o non desidera figli, o non può averne, l’umanità sarebbe calata, ma per ottenere numeri ragionevoli ci sarebbero voluti alcuni secoli… se almeno mangiassero solo frutta e verdura… c’è un’aquila ogni mille marmotte, un leone ogni mille gazzelle… poi, gli altri animali senza predatori fanno pochissimi figli.

Due deserti nel Sud del Pianeta

  Torg era ancora in grande angoscia, quando percepì qualcosa da due deserti posti nella parte Sud del pianeta Terra. Alcuni rappresentanti della specie in esame, due gruppi distinti e molto lontani fra loro, erano lì da almeno 40.000 anni ed erano sopravvissuti ad incredibili persecuzioni da parte della cultura egémone, che li aveva addirittura condannati a morte, dopo averli proclamati “estremamente primitivi”. Erano stati chiamati “uomini della boscaglia” (Boscimani) e “sul posto dall’origine” (Aborigeni): erano in grado di attraversare i rispettivi deserti per tempi anche molto lunghi senza armi né provviste, cosa che nessun rappresentante “del progresso” era minimamente in grado di fare, neppure per uno-due giorni. Non avevano mai fatto guerre, né concepito la violenza. Erano rimasti pochissimi, ma avevano resistito, erano una fonte di speranza.

  E i cosiddetti “ominidi estinti”? Molto probabilmente molti si incontravano con i cosiddetti Sapiens, comunicavano, formavano famiglie miste, qualche volta litigavano.

  La preistoria sarebbero tre miliardi di anni, cinquemila culture umane, tutti gli ominidi e i “primitivi”, mettendoci dentro anche i dinosauri (!) mentre la storia del vero uomo sarebbero gli ultimi cinquemila anni di “civiltà” sfociati nell’Occidente e quindi nel progresso.  Nel Consiglio scoppiò una fragorosa risata!

Dagli alberi la salvezza

  Torg aveva ancora qualche dubbio, qualche incertezza, quando percepì chiaramente su quel pianeta l’esistenza e il pensiero di diverse distese di viventi che si potevano comprendere tutti sotto il nome di alberi. Attraverso la mente ne captò l’essenza vitale, ne comprese lo spirito. Si accorse che gli alberi avevano una tale natura spirituale che avrebbero salvato il pianeta. Sorrise, e fermò ogni azione di intervento: l’idea della violenza rimase fuori dalla sala, o si sciolse come neve al sole. La Terra era salva.

  La giornata di Torg terminò con una grande risata, quando gli ricordarono che una gran parte della specie in esame di quel piccolo pianeta che aveva esaminato si era creduta al centro dell’Universo, o addirittura di natura Unica: quella invadente cultura aveva pensato addirittura che l’Universo fosse fatto per lei.

 L’inizio del cambiamento l’ha salvata, ma sono stati soprattutto gli alberi a salvare, ancora una volta, il terzo pianeta della stella Sole.

 

                                                                                        (Terra Viva)

 

 

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