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Visitare i carcerati

di Giannozzo Pucci - 30/12/2020

Visitare i carcerati

Fonte: Giannozzo Pucci

Politica della sesta opera di misericordia

Tenere migliaia di persone inattive nelle carceri, non è solo lesivo della dignità umana, che non viene aiutata a rigenerarsi, ma è anche uno spreco inammissibile in un’epoca in cui occorrono tutte le possibili energie, capacità, intelligenze, per far cambiare direzione alla società, all’economia e alla vita di un paese.
Bisogna al più presto passare da un’economia distruttiva per la natura a una conversione economica e di maniera di vivere rigenerativa della terra, per la quale occorre ricostruire il mondo contadino e rurale su basi radicalmente ecologiche, ripulire il territorio da ogni forma di inquinamento, vietandolo per il futuro.
Diventa una necessità epocale dare all’immensa capacità umana, presente nelle carceri, la libertà di scegliere di vivere e lavorare in luoghi dove si intraprende la lunga marcia verso l’autosufficienza alimentare, idrica, energetica, costruttiva e il più possibile sanitaria e di rifiuti zero, che in questo modo acquisiranno nuove competenze che potranno servire sia per il reinserimento nella società a fine pena sia per aiutare a modificare le basi dell’economia.
A questo scopo è pensabile aprire nuove carceri in luoghi e fattorie marginali e riaprire alcuni degli istituti di pena già presenti nelle isole (Asinara, Pianosa, Capraia, Favignana, ecc.) se progettabili e ristrutturabili in modo da poter raggiungere un’autosufficienza ecologica con tutte le tecniche più d’avanguardia, anche sperimentali.
Il carcere potrebbe diventare così una scuola di futuro per l’intera società, una scuola dell’imparare facendo le cose, il che sarebbe tanto più efficace quanto più potesse contare tra i suoi "maestri" anche di ex detenuti.
Spesso si vede nelle comunità di recupero per tossicodipendenti, che ottimi educatori sono alcuni che sono usciti dalla tossicodipendenza.  Lo stesso avviene tra i ragazzi di strada delle baraccopoli, educatori che sono stati ragazzi di strada, riescono a essere molto credibili e hanno saputo trasformare le loro ferite in aiuto per altri. Stimolare quindi concorsi e progetti in cui ex detenuti vengano assunti per educare e formare.
L’imparare facendo nel lavoro di trasformazione ecologica del nostro modo di vivere personale e comune dovrebbe entrare anche nelle scuole di ogni ordine e grado.