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Wu Ming e i “negazionisti”

di Gennaro Scala - 17/11/2020

Wu Ming e i “negazionisti”

Fonte: Gennaro Scala

Non ho mai molto apprezzato i “Wu Ming”. Ricordo che al tempo Bologna Social Forum (ahimè sono passati quasi vent'anni!)  litigai a tempo record con uno di loro, che mi mandò a quel paese, appena qualche giorno dopo essermi iscritto alla mailing list del “movimento”. All'epoca ero un marxista-leninista “de fero” e vedevo come fumo negli occhi i seguaci di Toni Negri che sostenevano la “scomparsa dell'imperialismo”. Con il tempo mi sono convinto che l'epoca del “marxismo-leninismo” appartiene al passato, anche se non rinnego nulla, e anche rispetto a Negri, il mio giudizio è diventato più articolato, è per me sempre un confusionario, ma di talento che vale la pena leggere, e nel mio libro “Per un nuovo socialismo” l'ho citato più volte per criticarlo, ma sollevando questioni importanti mi ha aiutato a definire il mio pensiero. Continuo a non apprezzare i Wu Ming, per il loro sinistrismo, per l'adesione al politicamente corretto (sono di quelli che per motivi di “genere” troncano le parole con gli asterischi, orrore!), perché continuano a voler mantenere in vita un modo politico che a mio parere è morto da tempo.
Detto questo ho letto con interesse il loro recente articolo “A cosa serve l’epiteto «negazionista» e quale realtà contribuisce a nascondere”, sostanzialmente condivisibile. Non mi sorprende e credo di capire il motivo che li ha spinti a scriverlo. Erano in effetti dei “movimentisti”, ed erano certo anche intelligenti, anche se erano movimentisti ed intelligenti in modo sbagliato (secondo il mio parere, ovvio). Se, come si auspica e come sarebbe necessario e vitale, rinasceranno dei movimenti popolari sarà da quel mondo contraddittorio e variegato che taluni vorrebbero bollare come “negazionismo”. E loro vogliono stare nei movimenti, per orientarli a modo loro (in modo sbagliato, probabile). Chi invece oggi pensa maggiormente alla “salute”, come se la miseria non fosse anch'essa poco salutare, al massimo domani potrà fare il circolo di intellettuali che se la cantano e suonano tra di loro.