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L'Indonesia assolve il re delle miniere d'oro

di Marina Forti - 26/04/2007

 

 

Era una sentenza attesa: ieri un tribunale indonesiano ha assolto la multinazionale mineraria Newmont Mining Corporation, con sede a Denver in Colorado, dall'accusa di aver inquinato una baia con i residui tossici di una sua miniera d'oro. Si conclude così, almeno per ora, una battaglia legale diventata una sorta di test per l'Indonesia, guardato (per motivi opposti) da businessmen e ambientalisti in tutto il mondo: i primi per verificare la capacità dell'Indonesia di «proteggere» gli investitori stranieri, gli altri preoccupati dalla capacità del governo di proteggere l'ambiente e la salute dei suoi cittadini.
Protagonista del processo concluso ieri è una delle più grandi aziende minerarie al mondo e la sua filiale indonesiana, Newmont Minahasa Raya. Oggetto del conflitto è una miniera d'oro a cielo aperto in una zona settentrionale dell'isola di Sulawesi. La miniera ha aperto nel 1996; da allora ha lavorato scaricando i suoi reflui in mare, circa 2.000 tonnellate al giorno, attraverso tubature che corrono dalla miniera fino alla baia di Buyat e poi sul fondale, un chilometro al largo e 82 metri di profondità (è il metodo detto submarine tailing disposal). Residio tossici: per separare l'oro dal minerale grezzo si usano sostanze come cianuro e mercurio. Col tempo però le famiglie dei pescatori della baia hanno cominciato ad accusare problemi di salute, da allergie alla pelle a tumori. Nel 2004 alcuni medici e attivisti locali hanno raccolto testimonianze a analizzato campioni, e chiesto indagini epidemiologiche più complete. La polizia di Manado (capoluogo di Sulawesi settentrionale) ha condotto le sue analisi di laboratorio, che hanno confermato: le acque della baia erano inquinate da residui di metalli pesanti come mercurio, arsenico, cianuro e cadmio oltre le soglie di legge. Così, con un'ordinanza, ha chiuso la miniera.
La miniera avrebbe comunque chiuso di lì a poco, il giacimento era esaurito e già da tre anni Newmont lavorava solo il minerale già stoccato. Anche per quello si preoccupavano i cittadini e gli attivisti ambientali: che la compagnia, dopo aver inquinato per otto anni, facesse le valige senza garantire una bonifica. Così un gruppo di cittadini ha presentato alla fine del 2004 una causa civile contro Newmont, chiedendo risarcimenti per oltre 500 milioni di dollari. Quella causa è finita in nulla, un tribunale della capitale indonesiana Jakarta l'ha archiviata per motivi procedurali. E' rimasta però la causa penale, con lo stato come parte civile. La disputa è andata avanti tra colpi di scena (l'arresto dei dirigenti di Newmont Minahasa Raya, che nel 2005 hanno fatto qualche settimana di galera prima di ottenere gli arresti domiciliari) e una guerra di perizie. Parecchi studi in effetti hanno comprovato la presenza di sostanze tossiche nella baia di Buyat, ma altri studi l'hanno smentita: studi autorevoli, uno dell'Organizzazione mondiale della sanità e uno del Csiro australiano (Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization).
Nel frattempo Newmont Mining Co. si è trovata sotto accusa anche «in casa», tra i suoi piccoli azionisti, che hanno cominciato a sollevare questioni sugli standard ambientali e sociali osservati dalla compagnia in paesi in via di sviluppo dove le legislazioni sono più «tolleranti» che negli Stati uniti. Alla fine del 2004 il New York Times aveva riferito che già anni prima rapporti interni avvertivano che l'azienda stava disseminando quantità impressionanti di scarichi altamente tossici dall'Indonesia all'Uzbekistan al Perù. Alcuni azionisti «istituzionali» (fondi pensione, consorzi) ha chiesto un monitoraggio indipendente dell'impatto delle attività di Newmont all'estero. Sotto pressione, il Consiglio d'amministrazione si è impegnato a osservare ovunque al mondo gli stessi standard ambientali che la legge prescrive negli Usa.
Ieri il tribunale di Manado ha infine decretato che le prove dell'accusa contro Newmont sono troppo deboli. L'accusa ha promesso ricorso. Ma per ora ha vinto Newmont.