Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Localizzare anzichè globalizzare: la meta di un'economia diversa

Localizzare anzichè globalizzare: la meta di un'economia diversa

di Maria Mies - 05/12/2005

Fonte: ariannaeditrice.it


 
Il concetto "localizzare anziché globalizzare" non significa solamente un
restringimento degli spazi economici. Implica un' altra prospettiva, un
altro modello di economia e società rispetto a quello capitalistico-patriarcale
regnante. Io questo modello lo chiamo "economia dell' iceberg". Korten/Shiva
e Perlas lo chiamano "economia del suicidio". Questa nuova economia deve
partire innanzitutto da una diversa definizione di "buona qualità della
vita". Alcune considerazioni in campo ecologico ci hanno dimostrato come
il modello attuale di "buona qualità della vita", non solo non sia realizzabile
per tutti gli abitanti del globo, ma non riesca nemmeno a soddisfare coloro
che fino ad ora ne sono stati i fruitori.. Una nuova prospettiva. Che io
chiamo prospettiva della sussistenza- al contrario ci può liberare dalla
logica di crescita suicida del sistema industriale. Un denominatore comune
del peraltro eterogeneo movimento di protesta contro la globalizzazione
è il riprendere il controllo delle basilari condizioni di vita. Cibo, vestiti,
acqua, trasporti, conoscenza, salute ecc..non devono essere controllati
né dai lontani piani alti delle grandi multinazionali né da strumenti di
burocrazia globale come il WTO.

A mio avviso questa meta può essere raggiunta solo attraverso una strategia
della localizzazione. Il tentativo di creare dall'alto una nuova economia
dal volto umano è una contraddizione in sé e finirebbe inevitabilmente in
un nuovo totalitarismo. Se ci chiediamo come riesca a sopravvivere quella
maggioranza di persone sulla terra che non appartiene all'aristocrazia dei
lavoratori "liberi", che occupano la punta dell' iceberg dell'economia,
ci rendiamo conto di come questo sia possibile ancora oggi solo grazie al
collegamento con economie locali, sia nelle campagne che nelle città. Il
capitalismo globale è in grado infatti di sfruttare il pianeta e le persone.
Non è però in grado di garantire la loro esistenza.
Localizzare si basa su altri principi Localizzare implica un rifiuto dei
basilari principi capitalisti e patriarcali e la loro sostituzione con nuovi
principi di sussistenza, ad esempio:
Anziché crescita economica permanente ed espansiva - Costruzione di spazi
economici che rispettino i confini. Questi limiti non sono solo di natura
ecologica, ma anche economica e sociale. Anche i nostri bisogni sono limitati.
L'economia capitalista collega il soddisfacimento di quasi tutti i nostri
bisogni alla produzione e al consumo di merce. Questo significa che non
bevo acqua quando ho sete, bensì coca cola o birra. Quello che è senza limiti,
è la produzione e la vendita di questi prodotti (vedi Mies 1988). Il risultato:
rimaniamo sempre insoddisfatti.
Anziché egoismo individuale come principale motore dell'economia - reciprocità
, orientamento al benessere comune, solidarietà . Istituzioni globali come
il WTO e il GATS elimineranno anche i resti dei concetti di stato sociale
e benessere comune.
Anziché concorrenza universale - cooperazione Il dogma neoliberale della
concorrenza è divenuto dottrina accettata in tutte le economie. Non struttura
solo l' economia, ma anche il comportamento dei singoli, la loro gestione
del tempo, i loro programmi per il futuro, i loro rapporti con gli altri.
Una società basata su questo principio può dimostrare la sua supremazia
solo attraverso la guerra.
Anziché divisione fra economia e morale - reintroduzione di una nuova "moral
economy" La divisione capitalista fra economia e morale ha reso necessarie
determinate istituzioni, ad esempio la religione, la famiglia, lo Stato,
la religione che in un' amorale economia "razionale" dovevano mantenere
alti alcuni valori, senza i quali la vita sociale sarebbe finita in una
guerra tutti contro tutti. Una nuova "Moral Economy" non è moralistica.
Significa piuttosto una ri-collocazione dell' economia nella società (Polyami,
1957). Una "Moral Economy" si basa sul riconoscimento degli elementi essenziali
per la sopravvivenza di una società (Mies 1994)
Anziché orientamento della produzione in base alle esigenze del commercio
(per l' Export)-orientamento del commercio in base alla produzione per i
bisogni regionali e locali.
Le risorse locale, il Know-how locale, la forza lavoro locale vengono utilizzate,
laddove possibile, per il soddisfacimento locale della domanda, questo significa
per tutte le persone e per tutti gli esseri in una particolare regione.
Solo ciò che viene prodotto in eccedenza rispetto ai bisogni locali viene
esportato. In questo modo si può evitare che i piccoli agricoltori e i piccoli
produttori soffrano la fame mentre producono prodotti di lusso (fiori, gamberi,
abbigliamento sportivo) per i ricchi nei paesi ricchi.
La produzione e il consumo a livello locale riducono il commercio transoceanico.
Aziende locali vengono gestite localmente. Investimenti e capitale rimangono
nella regione e producono nuovi posti di lavori in loco. La maggior parte
delle decisioni politiche ed economiche vengono prese localmente. Per questo
motivo il potere deve essere in mano agli attori locali e a coloro che dipendono
dalle loro decisioni, e non ad organizzazioni globali. Localizzare si basa
sul principio di sussidiarietà. Se alcuni prodotti non possono essere prodotti
in una regione, l'ente immediatamente superiore (Provincia, Stato, Ue)può
procurarli. La stessa cosa vale per le decisioni politiche.
Localizzare non significa né autarchia né provincialismo, bensì "Self-Reliance"
(indipendenza). Un vero internazionalismo è possibile solo sulla base di
collettività che decidono autonomamente della propria economia e della propria
società. Democrazia diretta che non comprende solo gli uomini ma tutti gli
esseri viventi (democrazia di vita, Shiva 2001). I principi finora nominati
sono attuabili e controllabili sono in piccoli spazi economici. Soprattutto
in queste forme di economia locali i produttori ed i consumatori sono in
grado di costatare direttamente se la produzione, il commercio il trasporto
etc.. avvengono in modo equo, quali conseguenze si hanno per l' ambiente
, se il patrimonio ecologico viene conservato o distrutto, come sono strutturati
i rapporti di lavoro, se i salari e i prezzi hanno un rapporto equo, come
sono regolati i rapporti fra uomini e donne.
Principi democratici di base come: auto-organizzazione e auto-amministrazione,
auto-determinazione, indipendenza economica possono essere realizzati e
mantenuti solo in economie locali. Soprattutto i principi di democrazia
lì non rimangono limitati nelle sfere politiche, nella democrazia rappresentativa.
Possono essere finalmente applicati anche nell' economia. Questo è secondo
me anche il miglior metodo per evitare un degenerare di tali economie locali
in rapporti feudali-patriarcali. In un' economia capitalistica globalizzata
anche la democrazia rappresentativa si riduce comunque ad una farsa. Vengono
reintrodotti rapporti di tipo feudale e patriarcale, persino lavoro in schiavitù
perché esiste ormai un solo valore che conta: il profitto ad ogni costo.

Diverse priorità
Una tale modifica della struttura economica richiede anche altre priorità,
ad esempio:
Agricoltura prima dell'industria: poiché i generi alimentari provengono
comunque dalla terra e devono essere prodotti localmente e regionalmente,
l' agricoltura non può seguire l'attuale impostazione del modello industriale.
Quest' ultimo è indirizzato verso le condizioni del mercato mondiale. I
piccoli agricoltori devono essere rafforzati. Molte più persone rispetto
ad oggi possono trovare lavoro nell'agricoltura Associazioni di produttori
e di consumatori possono garantire ai piccoli produttori entrate regolari
ed ai consumatori un'alimentazione sana ed altri prodotti. Inoltro possono
rigenerare un senso di responsabilità verso la terra sia nei produttori
che nei consumatori.
Eliminazione delle sovvenzioni agrarie che incoraggiano il business agrario
e liquidano i piccoli agricoltori che producono per il mercato locale. Pretesa
di cambiamento verso un'agricoltura biologica. Pretesa di ricerca sui vecchi
metodi di coltivazione riproponibili, sia nei paesi del sud che del nord
del mondo.
Diversa divisione del lavoro e diversi rapporti. Sono necessari soprattutto
un'altra definizione ed un altro metro di valutazione del lavoro, un metro
di valutazione che non sia dipendente dal corrispettivo in denaro. Questo
tipo di valutazione non potrà affermarsi nel sistema economico se rimaniamo
legati ai vecchi rapporti e divisione del lavoro coloniali e gerarchici.
Questi sono soprattutto: la divisione del lavoro e i rapporti fra uomo e
donna, la divisione del lavoro fra intellettuali ed operai, e la divisione
del lavoro fra agricoltura ed industria La vecchie società di sussistenza
erano organizzate in base a principi patriarcali e feudali. Tali principi
venivano mantenuti e sostenuti da ideologie come le religioni patriarcali.
Quando si parla di economie locali alcuni temono che questo debba implicare
un ritorno a tali forme di supremazia premoderne. Il miglior metodo contro
tali timori è una cosciente lotta di uomini e donne contro i rapporti patriarcali.
Un possibile inizio sarebbe l' eliminazione delle discriminazioni gerarchiche
fra i due sessi. In una nuova economia non solo le donne devono poter fare
lo stesso lavoro degli uomini, ma anche gli uomini devono svolgere quei
lavori sociali non pagati e di sussistenza sia in casa che nell' ambiente
e nella società. Solo quando la metà delle persone non vedrà più questo
tipo di lavoro come un peso, indegno e squalificante potrà cambiare qualcosa
nel rapporto fra i sessi. Un' interruzione dell' odierno rapporto fra agricoltura
ed industria non modificherebbe solamente l' agricoltura nei termini di
cui sopra, bensì anche l' industria, e questo significa anche la scienza
e la tecnologia. Esattamente come quella agricola, anche la produzione industriale
e la ricerca tecnologica dovrebbero indirizzarsi verso i bisogni e le ecologie
locali, e non più verso le prospettive di maggior guadagno sul mercato globale.
Questo sposterebbe subito l'interesse dei ricercatori verso altri problemi.
L'eliminazione della suddivisione del lavoro coloniale e gerarchica non
significa in alcun modo una completa eliminazione della divisione del lavoro
e delle specializzazioni in generale. Al contrario, quando queste suddivisioni
sono liberate dalla logica del prodotto e dell'accumulo, ogni lavoratore
potrà indirizzare e rimarcare maggiormente le proprie predisposizioni e
talenti.
Questo è anche il miglior modo per mantenere le diversità e per evitare
ogni tipo di monocoltura, sia essa biologica o culturale. Una modifica delle
economie locali nel senso di una prospettiva di sussistenza anticapitalistica
e antipatriarcale sia nel nord che nel sud del mondo conduce inevitabilmente
ad un cambiamento delle strutture globali. Economie regionali più o meno
basate su un sistema di self-reliance, in cui le importazioni da altre regioni
assumono solo una funzione integrativa e non la principale fonte di approvvigionamento
porteranno ad una restrizione del commercio mondiale e ridurranno drasticamente
lo spreco di risorse, i trasporti, i rifiuti da imballaggio, l'utilizzo
della chimica nell' agricoltura e nell'industria. Nessun tipo di monocoltura
sarà più redditizia, così come un economia orientata esclusivamente sull'
esportazione. La Germania ad esempio dovrà smettere di essere considerato
esclusivamente come "nazione industriale". Quanto rimane del commercio mondiale
deve poi essere organizzato in base ai principi del commercio equo. Questo
significa che non esisteranno più i paesi con costi del personale minimi.


Traduzione a cura di Chiara Arnolfi