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... E basta con il moccismo...mettetegli il lucchetto alla penna e... buttate la chiave

di Annalisa Terranova - 21/05/2007





Federico Moccia vorrebbe un figlio (ma ha paura della violenza); Federico Moccia è un po’ di destra (ma voterebbe il Partito democratico); Federico Moccia insegue i giovani con i suoi lucchetti (ma è spaventato all’assalto delle fan).

Dice: "Non capisco perché sono stato trasformato in un’icona della destra". La sua è letteratura “bassa”, sentimental-stracciona, disimpegnata e fintamente disinibita (nel senso che è “costruita”). In pratica ha azzeccato due mosse: un titolo - “Tre metri sopra il cielo” – travasato nella retorica amorosa stanca delle frasi modello “baci Perugina” e una sceneggiata di coppia (il lucchetto attaccato al lampione di Ponte Milvio).

Ma da qui a farne uno degli auctoresamati dalla destra ce ne corre (abbiamo Céline, non ci serve uno sceneggiatore...). Semmai la destra ha apprezzato la possibilità di trattare in modo spensierato l’innamoramento giovanile, senza sovrastrutture ideologiche, una specie di esperimento di “terza via” tra la prosa sognante di Liala e “Porci con le ali”. Tutto qui, punto e basta.

Ma se Moccia si mette a fare il Dan Brown di Monte Mario, se si mette a sfornare un romanzo all’anno, in cui puoi trovare la traccia del prossimo film di Scamarcio, se si mette a predicare che la via d’uscita dalla crisi dei valori è baciarsi sotto i lampioni del ponte e poi correre dal ferramenta e se ancora, sulla base di questo minimalismo esistenziale, si avventura nelle confuse strade del trasformismo politico dichiarandosi folgorato da Walter Veltroni per il modo in cui “ti guarda negli occhi e ti stringe la mano”, allora può tenersi i suoi Step, le sue Babi e le sue Gin, corse in moto, addominali, discoteche e riflessioni sulla profondità della vita che si fermano alle strofe di Battisti.

Dice che il senso della politica come militanza non gli appartiene, che nella rivoluzione non ci ha mai creduto. Pazienza. Equivoco chiarito. Si può fare a meno dei romanzi-tisana, ma i giovani senza sogni arrivano al massimo a porsi il problema di come svoltare la serata. Tagliamo il lucchetto che unisce la destra a Moccia senza indugi. Presto. Prima che sia troppo tardi.