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Gli italiani sempre più indebitati

di Sabrina Lauricella - 23/12/2005

Fonte: Rinascita

 

“Gli italiani non sono più un popolo di formichine”. Questo è quanto concludono i ricercatori del Centro Studi Sintesi, che evidenziano che gli italiani sono sempre più indebitati.
Secondo la gli esperti del centro studi, le famiglie italiane fanno fatica ad adeguarsi alle ristrettezze economiche e decidono di indebitarsi per ‘continuare a spendere’. La continua corrosione delle disponibilità economiche degli italiani, quindi, causata dall’aumento della precarietà del lavoro, dall’impennata dell’inflazione seguita all’introduzione dell’euro nel 2002 e dai crescenti prezzi del petrolio, non ha disincentivato totalmente i consumi dei cittadini dello stivale. Secondo la ricerca condotta dal centro studi, che si è concentrato soprattutto sul credito al consumo, tra il 2002 e la prima metà del 2005, il volume di questo tipo di indebitamento è salito di quasi il 44% con un incremento ancora più sostenuto nell’ultimo semestre dell’anno (+18%). Ai tradizionali mutui per l’acquisto della casa si sono aggiunti i prestiti per l’acquisto dell’auto, gli elettrodomestici e persino i viaggi. L’andamento particolarmente positivo dei tassi di interesse ha incentivato le famiglie ad accollarsi il pagamento di rate mensili contenute pur di realizzare piccoli o grandi acquisti. Il ricorso al credito al consumo, inoltre, secondo i ricercatori non rappresenta più solo l’ultima spiaggia in situazioni di crisi, ma piuttosto “un nuovo stile di vita nato come conseguenza della maggiore maturità e cultura finanziaria delle famiglie” che ora comprano a rate non solo beni come l’auto o gli elettrodomestici ma anche quei beni che soddisfano desideri e lussi, chiedendo finanziamenti anche per andare in vacanza, acquistare cellulari o Pc o fare cure di bellezza.
Fino a qualche anno fa gli italiani erano particolarmente parsimoniosi e la propensione al risparmio nel nostro Paese era tra le più elevate tra i paesi occidentali. Sempre secondo i ricercatori, la ‘sicurezza’ dei titoli di Stato e delle obbligazioni, tipico investimento ‘rifugio’, incentivava il risparmio degli italiani. I recenti crack finanziari, però, da Cirio a Parmalat, dai bond argentini agli scandali bancari come quello particolarmente attuale dell’ex Banca Popolare di Lodi, uniti alla progressiva corrosione del potere d’acquisto delle famiglie, hanno ‘scoraggiato’ i risparmiatori, spingendoli a dirottare altrove gli acquisti: i più fortunati si sono rivolti al mercato immobiliare, quelli meno abbienti ai beni reali e di consumo.
Anche se la mutata composizione del paniere degli acquisto tramite il credito al consumo è indiscutibile, è necessario aggiungere altre considerazione rispetto ai motivi che spingono gli italiani all’indebitamento. Tanto più che tra le motivazioni individuate dalla stessa ricerca figurano anche le cure sanitarie, un tempo garantite gratuitamente dallo Stato e oggi interamente o parzialmente a carico dei cittadini, con tariffe in continuo aumento. La crescita economica del Paese negli anni ‘60 e poi negli anni ‘80, purtroppo, ha ‘abituato’ gli italiani ad un progressivo miglioramento del tenore di vita, ampliando il numero dei beni considerati ‘primari’ ai quali, di conseguenza, risulta sempre più difficile rinunciare. Di contro, non ha eliminato interamente le forti differenze di reddito tra i cittadini dello stivale. L’analisi a livello territoriale del ricorso al credito al consumo, evidenzia che sono soprattutto le famiglie del sud e del centro dello stivale ad essersi indebitate di più (+55% e +39%), ed in particolare della Calabria (+64,3%), della Campania (+57,7%) e della Sicilia (+56,6%). In queste aree, in effetti, la ricchezza è maggiormente ‘concentrata’ nelle mani di pochi, la disoccupazione è particolarmente diffusa ed è più elevato il numero dei dipendenti pubblici, in grado di offrire garanzie alle banche in caso di ricorso al credito.
Per avere un quadro completo della situazione debitoria delle famiglie italiane, infine, bisognerebbe aggiungere l’indebitamento non ufficiale, ovviamente non incluso nella ricerca. Le famiglie meno fortunate, infatti, non potendo dare sufficienti garanzie, sono costrette a ricorrere all’usura come metodo di finanziamento e più spesso finiscono sulle pagine della cronaca che in quelle di economia. Solo inglobando l’analisi della distribuzione di questo fenomeno illegale, probabilmente più presente nelle famiglie meno abbienti e nelle regioni a minor reddito, si può realmente avere un quadro del grado di indebitamento degli italiani e, soprattutto, delle vere motivazioni per le quali si ricorre ai prestiti.