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"Presidente, quante vittime?"

di sette membri del Congresso Usa - 27/12/2005

Fonte: Nuovi Mondi Media


La lettera di sette membri del Congresso Usa a George Bush
"Siamo preoccupati del fatto che le cifre che vengono rivelate al pubblico dalla sua Amministrazione non rappresentino con accuratezza il vero onere che questa guerra ha imposto al popolo americano" 
All'Onorevole George W. Bush
Presidente degli Stati Uniti d'America
Casa Bianca
1600 Pennsylvania Avenue, NW
Washington, D.C. 2005


Caro Signor Presidente:

Siamo preoccupati del fatto che il Dipartimento della Difesa stia riportando in maniera riduttiva le perdite in Iraq, registrando solo le vittime del combattimento diretto. Le scriviamo oggi per richiedere che le fornisca al popolo americano una contabilità piena delle perdite a partire dall'invasione del 19 Marzo, 2003, includendo un resoconto completo degli incidenti, dei ferimenti, delle malattie contratte durante il periodo passato all'estero, e l'incidenza di sofferenza mentale come risultato del loro impiego nell'Operazione irachena Iraqi Freedom e l'Operazione Enduring Freedom. Siamo preoccupati che le cifre che vengono rivelate al pubblico dalla sua Amministrazione non rappresentano con accuratezza il vero onere che questa guerra ha imposto al popolo americano.

Il 21 Novembre, 2004, la trasmissione della CBS 60 Minutes mostrò un servizio sull'argomento delle vittime "non-combat" non registrate. Vi furono interviste a soldati gravemente feriti che erano turbati dal fatto di non essere inclusi dal conteggio ufficiale, anche se erano, per usare la loro espressione, "in territorio nemico...". Il Pentagono rifiutò di essere intervistato, mandando piuttosto una lettera con informazioni non contenute nei rapporti pubblicati sulle vittime. "Più di 15.000 soldati con cosiddette 'ferite non da battaglia' e malattie sono stati evacuati dall'Iraq", scriveva il Dipartimento di Difesa. John Pike, direttore di Globalsecurity.org ha detto a 50 Minutes che questa cifra di vittime non conteggiate "dovrebbe collocarsi tra le 20.000, forse le 30.000."

Come lei sa, più di uno ogni quattro soldati americani sono tornati a casa dalla guerra in Iraq con problemi di salute che richiedono trattamento medico o psicologico. Pertanto, con più di 300.000 soldati che hanno servito in Iraq, vi sarebbero 50.000 casi di trauma mentale. Inoltre, 101.000 dei 431.000 soldati che sono tornati a casa dal servizio in Iraq e Afganistan e che hanno lasciato le forze armate, hanno cercato aiuto. Questa cifra mostra che il conteggio ufficiale da parte del Pentagono di 2.082 soldati uccisi, e 15.477 feriti, a oggi, è impreciso di diversi multipli. Ciò che non capiamo è perché lei stia riportando il totale delle vittime americane a solo circa 15.000 quando lei sa che questa cifra non è un'accurata rappresentazione dei fatti e non rappresenta l'intero quadro di vite americane colpite dalla guerra. Abbiamo anche bisogno di capire da dove arrivino i suoi numeri e come lei è giunto ad essi considerati i fatti e i dati che sono stati rilasciati dal Pentagono.

In base ai dati rilasciati dalla sua Amministrazione e i dati ufficiali che provengono dal Pentagono, ciò di cui possiamo essere certi è che come minimo decine di migliaia di giovani uomini e donne sono stati danneggiati fisicamente o psicologicamente per tutta la loro vita. Per essere esatti, la cifra si aggira tra i 15.000 e i 101.000 oggi. Questo è un ordine di grandezza stupefacente da tutti i punti di vista, dal momento che queste vittime avranno effetto sulla vite di centinaia di migliaia di familiari ed altri. Non possiamo sottolineare abbastanza quanto sia importante che si comprenda la gravità della situazione che stiamo affrontando.

Dall'invasione del Marzo 2003, i nostri soldati sono morti ad un tasso di 800 l'anno, con la maggior parte uccisi inazione da rozze ma potenti mine stradali. Più del 90% delle morti sono arrivate dopo che lei ha dichiarato la fine per le "operazioni di combattimento vere e proprie" il 1 Maggio, 2003. Per di più secondo i rapporti del Pentagono dei militari tornati dall'Iraq quest'anno, il 47% ha visto ferire o uccidere qualcuno, o visto un cadavere. Questa non è una questione di secondaria importanza che possa essere sminuita da rassicurazioni superficiali volte a tranquillizzare temporaneamente il disagio del pubblico americano. Gli effetti di questa guerra rimarranno per molti anni a venire e ognuno di noi dovrà fare i conti con essa.

Gli Americani hanno sopportato grandi sacrifici come conseguenza di questa guerra e meritano di sapere ciò che lei sa. Coloro che hanno sostenuto sacrifici meritano di sapere che ciò verrà registrato e che il loro servizio all'estero verrà considerato come quello di tutti i soldati caduti. In più, il fallimento della sua Amministrazione a tenere il conto della perdita di vite irachene impedisce al popolo americano di avere un quadro completo del costo di questa guerra. Noi la chiamiamo ad onorare i suoi doveri di nostro Comandante Supremo per tenere il popolo americano regolarmente informato dei veri costi umani della guerra in Iraq.


Sinceramente,
Rep. John Conyers, Jr.
Rep. Sam Farr
Rep. Raul M. Grijalva
Rep. Carolyn Maloney
Rep. Betty McCollum
Rep. Jim McDermott
Rep. Jan Schakowsky