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Rischi e storia della Diga delle Tre Gole in Cina

di Luca Immovilli - 08/01/2006

Fonte: peacereporter.net

La nuova Grande Muraglia
La più grande sfida mai lanciata dall’uomo alla natura si trova a Sandouping, nella regione dell’Hubei, in Cina. E’ la diga più grande del mondo, la Diga delle Tre Gole: un’opera così mastodontica da essersi guadagnata l’appellativo di “Grande Muraglia del XXI secolo”. Nome che, ad una diga alta come la torre Eiffel e lunga due chilometri e mezzo, spetta di diritto. Mai l’uomo aveva sognato tanto, mai l’uomo aveva osato tanto. Lo ha fatto la Cina, o meglio lo sta facendo, costruendo il simbolo del controllo dell’uomo sulla natura e del risveglio del “drago” cinese: quello che sino a pochi anni fa era considerato un marginale Paese sottosviluppato, è oggi una superpotenza economica che lancia la sua sfida a tutto il mondo.
 
Il fiume. La Diga della Tre Gole sorge sul Chang Jang, il ‘lungo fiume’, l’anima stessa del continente cinese. Il Chang Jang, conosciuto in occidente come Yangtze, è il maggior corso d'acqua asiatico, e terzo del mondo. Da sempre amato e rispettato, fonte di vita e prosperità, è però anche temuto e odiato da chi ne conosce la potenza, da chi lo fugge nei periodi di grandi piogge che lo rendono ingovernabile. Intere regioni sono state devastate e molte persone hanno perso la vita nelle inondazioni di sua maestà Yangtze. Nel 1931 una piena causò 140 mila vittime e lo sfollamento di 28 milioni di persone. Oggi lo Yangtze è prima di tutto la spina dorsale della superpotenza cinese, l’arteria principale del boom economico, sulle cui acque navigano ogni giorno decine di migliaia di navi.
 
Il progetto. La Diga delle Tre Gole è da più di un secolo nei sogni dei cinesi. Il primo a parlare della necessità di imbrigliare le acque dello Yangtze, per cercare di controllarne le inondazioni e per produrre energia, fu nel 1919 Sun Yatsen, uno dei "padri fondatori" della Cina moderna. Da quel momento fino ai giorni nostri, nell’euforia generale provocata dal grandioso progetto, non fu altro che un susseguirsi di pianificazioni, calcoli e ricerche per individuare il sito esatto dove poter sfidare il fiume. Mao stesso si innamorò dell’idea della grande diga e fece di tutto per renderla realtà. Deng Xiaoping, il padre della Cina dell'ipercapitalismo non fu da meno, come del resto tutti i suoi successori alla guida del Paese. Finché, nell’aprile del 1992, l’allora Primo ministro, l’ingegnere Li Peng, fece approvare al Congresso di Pechino il progetto di inizio dei cantieri. I lavori per la costruzione della diga iniziarono definitivamente nel 1994, da allora 60 mila operai lavorano 24 ore su 24 nel più grande cantiere del pianeta: il suo costo è di 25 miliardi di dollari ma probabilmente, una volta chiuso nel 2009 potrebbe sottrarre dalle casse di Pechino anche 75 miliardi di dollari.
 
Gli obiettivi. Secondo i piani di Pechino il progetto delle Tre Gole ha tre obiettivi principali: produrre energia, migliorare la navigazione interna del paese e prevenire le periodiche inondazioni dello Yangtze. Il primo obiettivo si inquadra nel tentativo cinese di aumentare la sua autonomia energetica per sostenere il colossale boom economico del paese. Il sistema delle Tre Gole produrrà più o meno l’energia di una ventina di centrali nucleari. Questa sarà ovviamente solo una frazione dell'energia necessaria alla Cina, ma una frazione significativa. Il secondo obiettivo è già stato raggiunto: imbarcazioni fino a 10 mila tonnellate di stazza possono navigare per migliaia di chilometri sul grande fiume, dal Pacifico fino alla megalopoli di Chongqing. Il terzo obiettivo è difficile da realizzare. I critici della grande diga sostengono che, per quanto titanico, il bacino delle Tre Gole tratterrà solo il 10 per cento della portata che ha lo Yangtze nella stagione della piogge, e che a produrre le inondazioni non sarebbe tanto il ‘lungo fiume’, quanto i suoi tributari che si trovano a valle delle Tre Gole. Il problema delle inondazioni si combatterebbe quindi molto meglio costruendo dighe più piccole nei vari affluenti del “lungo fiume”.