Oh baby baby it's a wild world
di Bollettino Bio - 16/01/2006
Fonte: greenplanet.net
L’editoriale della settimana scorsa era intitolato “The book is on the table”: visto quanto accadeva in Paesi di lingua inglese (massicci stanziamenti pubblici a favore dell’agricoltura biologica e iniziative a sostegno non solo in Giamaica, ma addirittura in Bengala e Karnataka, il PSR scozzese che aumenta i premi alle aziende, il sindaco di Londra che si impegna per l’uso di prodotti bio nelle utenze scolastiche e ospedaliere, il leader dei conservatori che illustra il programma del partito a favore dei produttori biologici britannici partecipando al congresso della Soil association), pensavamo di organizzare un treno speciale - meno inquinante di un charter - per gli intenzionati a trasferirsi vanghe e bagagli nella già perfida Albione o in altro Paese anglofono a scelta.
Questa settimana, poi, è uscita la notizia che in Scozia metà dei genitori nutre i propri bambini con prodotti biologici e il potente Consumer Reports statunitense ha informato i suoi lettori che nuovi studi dimostrano che consumando prodotti biologici possono ridurre significativamente l’esposizione alle sostanze chimiche di sintesi e che non è necessario vuotare il portafoglio per ottenere tale obiettivo (il rapporto è consultabile gratuitamente fino al 14 febbraio sul sito della rivista).
Sabato la United Press ha battuto un comunicato che informa il pubblico statunitense come il sistema immunitario dei bambini e i loro sistemi nervoso centrale e ormonale possano subire gravi danni dai prodotti chimici di sintesi presenti come residui nei prodotti alimentari convenzionali.
Suscitando le proteste dell’associazione dei grossisti ortofrutticoli convenzionali, Philip Landrigan, professore di pediatria e medicina preventiva alla School of Medicine del Mount Sinai Hospital di New York ha dichiarato: “Molti di questi antiparassitari sono neurotossici. Abbiamo prove certe che l'esposizione del feto agli antiparassitari organofosforati conduce alla nascita di bambini con una minor circonferenza cranica, che costituisce un fattore di rischio per deficit intellettivi e disturbi nel comportamento”.
E da noi?
Siamo ancora fermi al riconoscimento del gratificante ruolo di “punte di diamante della produzione agricola e del patrimonio enogastronomico italiano" e al plauso per il primato europeo per superfici e numerosità di aziende.
Dato che da tutto ciò nulla sembra scaturire di utile, perseveriamo nell’idea del treno speciale.
p.s. – Ci vediamo a Bioworld (Ferrara, 19/21 gennaio)?