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Italia, crepa!

di Alessio Mannino - 01/07/2008

     

 

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La stampa di oggi riportava le dichiarazioni del premier Silvio Berlusconi riguardo il penoso malessere che, poverino, lo affligge in questa tormentata attesa di rinvii a giudizio e sentenze giudiziarie: "ho barche sulle quali non ho quasi mai messo piede, case che ho visto una volta sola, una famiglia che si gode la vita. Sono l'unico costretto a non avere tempo libero" (Corriere della Sera).
Intanto un ramo del parlamento ha approvato l'ignobile legge che rende immune lui e le più alte cariche dello Stato dalle indagini della magistratura (ignobile non perchè sia tale l'istituto dell'immunità in sè, ragionevole e necessario quando il potere politico poteva essere messo sotto ricatto da giudici asserviti al governo, roba dell'Ottocento; ignobile e inaudita perchè fatta su misura per salvare Silvio dai suoi guai di disinvolto imprenditore, lui che ora vorrebbe asservire le toghe all'esecutivo separando le carriere).
E' in ballo un'altra, vergognosa legge-bavaglio contro le intercettazioni, fatta apposta per nascondere i traffici da consorteria e da bordello che allignano copiosi nelle foresterie di potenti, e che va a genio a quella classe, irresponsabilizzata e predonesca, di banchieri e uomini d'affari che lucrano, manovrano e inciuciano coi "rappresentanti del popolo", servendosene come paggi di un potere senza controllo. Si profila una sospensiva dei processi che, in un colpo solo, mette uno sfacciato frego alle tonnellate di retorica sulla "sicurezza" che ci hanno propinato in tutte le salse, mai includendovi quei reati come la corruzione, gli abusi e le scelleratezze dei colletti bianchi non meno odiosi di scippi, furti, rapine e immigrazione clandestina di criminali comuni e stranieri dipinti come emergenza sociale (e Silvio, come prima di lui quello statista al caviale di Giuliano Amato, va ossequioso da Gheddafi a sborsare altri soldi che il Colonnello libico s'intasca senza diminuire di un sol uomo gli sbarchi sulle nostre coste).
Il dipendente della congrega bancaria internazionale, l'integerrimo presidente di Bankitalia Mario Draghi, continua senza sosta a sommergerci d'inviti alla crescita economica spiegando gli effetti nefasti della crisi dei mutui Usa, omettendo però di dirci che quella crisi e il marasma finanziario in cui perennemente viviamo sono il frutto purissimo delle scelte fatte da lui e dai suoi colleghi di Francoforte, Washigton e Pechino.
Il capo dello Stato Giorgio Napolitano, bontà sua, "si preoccupa" della "mancanza di dialogo" nel Paese. Ma quale dialogo, dio buono, quando nella penisola si moltiplicano le rivolte contro basi Usa, inceneritori, grandi opere devastatrici, Gomorre, abusivismi palazzinari, specchiati professionisti che fanno affari sulla pelle della gente (letteralmente: lo scandalo della clinica Santa Rita di Milano è l'ultimo della serie), interi pezzi della società civile lottizzati da camorre private e partitiche, fino allo sfascio generalizzato di un senso comune velinaro e puttaniere che produce giovani la cui massima aspirazione è un posto da tronista in televisione.
Ci spremono perchè il petrolio sale. Ci rimproverano, neanche tanto velatamente, con servizi televisivi e articoli di giornale in cui gridano al declino perchè non riempiamo gli alberghi, non facciamo man bassa nei supermercati, non consumiamo abbastanza, non facciamo girare l'economia. Ci pisciano in testa ogni santo giorno blaterando di pace, democrazia universale, diritti del cittadino, nuovo ordine globale, Europa dei consumatori, deserto dei valori, sviluppo dei paesi poveri, libertà d'informazione, rispetto della natura e tutto il caravanserraglio di buonismi e ipocrisie che sono un modo per occupare la scena affogandoci di parole al vento.
Questa è l'Italia. Questo è il mondo in cui siamo avviluppati e che ogni persona sana di mente non può sentire come proprio. Questo è l'iceberg di un disagio profondo e capillare di cui a bagliori intermittenti ogni povero cristo si rende conto ma contro cui ci sentiamo impotenti. E questo è l'ennesimo articolo che scrivo con la penna intinta in una stanca e sudata indignazione. Gl'Italiani si meritano tutto questo. Così come i loro simili di un pianeta plasmato tutto sull'unico modello con l'unico ordine di massa "taci, lavora e non pensare". Il senso è morto. Non resta che il sesso, il gossip, i soldi e il miraggio della vita facile. Sapete che vi dico? Crepa, Italia.